mercoledì 24 settembre 2008

Roma nel cinema: Il più bel giorno della mia vita (2)

Sandra Ceccarelli nel film Il più bel giorno della mia vita

Il più bel giorno della mia vita, di Cristina Comencini (2002) Storia e sceneggiatura di Giulia Calenda, Cristina Comencini, Lucilla Schiaffino Con Virna Lisi, Margherita Buy, Sandra Ceccarelli, Luigi Lo Cascio, Marco Baliani, Marco Quaglia, Jean-Hugues Anglade, Ricky Tognazzi, Gaia Conforzi, Francesco Scianna, Francesca Perini, Maria Luisa De Crescenzo, Andrea Sama, Giulio Squillacciotti Musica: Franco Piersanti Fotografia: Fabio Cianchetti (102 minuti) Rating IMDb: 7.2
Solimano
Nella prima puntata dedicata a Il più bel giorno della mia vita (2002) di Cristina Comencini per la vista logica Roma nel cinema, ho inserito Campo de' fiori e Piazza del Popolo, oltre a qualche panorama non cartolinesco e alle cupole barocche che si vedono dalla casa di Rita (Sandra Ceccarelli). Oggi evidenzio alcuni episodi del film in cui Roma si inserisce con naturalezza. E' una Roma personalizzata che diviene interprete del film. Tutti gli episodi si svolgono di sera o di notte.


L'edificio di Roma nella prima delle due immagini l'ho certamente visto, ma non ne ricordo il nome né l'ubicazione. Qualche romano mi aiuterà fornendomi i dettagli.
Nella strada ci sono tre ragazzi in motorino. Uno dei tre è Marco (Francesco Scianna), il figlio di Sara (Margherita Buy) ; ha appena saputo dal cellulare che la cugina Silvia (Francesca Perini) si sta spogliando in discoteca perché ha preso troppe pasticche. Marco con due amici sta andando a darle una mano. Uno dei due amici di Marco, appena arrivato in discoteca, riesce a sottrarre Silvia a un profittatore e diverrà il ragazzo di Silvia.


Claudio (Luigi Lo Cascio), il fratello di Sara e di Rita, è un giovane avvocato omosessuale. Si è appena lasciato con Luca (Marco Quaglia) con cui aveva da tempo una relazione ed ora sta camminando davanti al Pantheon per disperazione e forse anche alla ricerca di qualche compagno occasionale.





Sul Ponte di Castel Sant'Angelo si svolge l'episodio della ripresa di contatto -ma non funzionerà- fra Rita e suo marito Carlo (Marco Baliani), verso cui Rita non prova più attrazione dopo la nascita della figlia Chiara (Maria Luisa De Crescenzo). Adesso Rita è attratta dal veterinario Davide (Jean-Hugues Anglade), che ha conosciuto ad un corso per smettere di fumare. Non sono riusciti a smettere, in compenso si sono innamorati. Ma Rita è divisa, ci tiene alla famiglia ed alle figlie Silvia e Chiara. L'abbraccio sul ponte fra Rita e Carlo viene visto dall'angelo col cartiglio, che è comparso anche nel film Lo sceicco bianco di Federico Fellini (lo trovate nel blog, sempre nella vista logica Roma nel cinema).

Ecco una fotografia diurna dell'angelo col cartiglio, eseguito fra il 1668 e il 1671. E' l'unico degli angeli sul ponte a cui mise mano direttamente Gian Lorenzo Bernini. Gli altri, furono eseguiti da allievi sotto la sua diretta direzione e sono generalmente di ottima qualità. Non è del tutto esatto dire che l'angelo col cartiglio sul ponte è di Gian Lorenzo Bernini. In realtà è una copia dell'originale, eseguita dallo stesso Bernini e da un suo allievo. L'originale esiste ancora ed è nella chiesa romana di Sant'Andrea delle Fratte. Non si tratta di angeli allegri, ma di angeli che portano i simboli della Passione di Cristo.




Claudio sta parlando col nipote Marco in Piazza Navona. Ecco la Fontana dei Fiumi, eseguita da Gian Lorenzo Bernini negli anni attorno al 1650, naturalmente con l'aiuto dell bottega, perché è un'opera colossale. I quattro fiumi sono il Nilo, il Gange, il Danubio e il Rio della Plata. La statua più famosa è quella che rappresenta il fiume Nilo, col capo coperto, perché ne erano sconosciute le sorgenti, scoperte solo nell'Ottocento. Proviamo ad immaginare quale poteva essere il pensiero di allora riguardo al Nilo: un fiume così ricco d'acqua in Africa, oltretutto proveniente dal sud. Ma i maliziosi dissero ( e dicono ancora) che il Bernini rappresentò il Nilo col capo coperto perché non voleva vedere la facciata della chiesa di Sant'Agnese in Agone che è proprio sulla piazza. L'architetto della chiesa era il Borromini, grande concorrente del Bernini.
La concorrenza fa bene, esisteva ed esiste. Gli artisti erano tutti in concorrenza fra di loro, ed anche dal loro essere in concorrenza sono sorti i capolavori. Quando la concorrenza non la si vuole più, si fanno le Accademie, grandi, piccole e piccolissime, e con l'arte e in genere con le cose belle e utili c'est fini.

Qui sotto inserisco l'immagine di un'opera non notissima: è il modello in terracotta della statua del Nilo, modello fatto dal Bernini, artista totale, non solo architetto e scultore in marmo, ma anche scultore in terracotta e pittore. Sospetto che scrivesse bene e che sapesse suonare almeno uno strumento. Il modello è a Venezia, nella Galleria Franchetti presso la Ca' d'Oro.

2 commenti:

Giuliano ha detto...

Penso che una delle grandi fortune per chi fa cinema è di poter avere tutta per sè una piazza come questa, e anche molti altri luoghi e capolavori negati al comune visitatore.
Varrebbe la pena di fare cinema anche solo per questo...

Solimano ha detto...

Giuliano, quasi quasi occorrerebbe la vista logica Piazza Navona nel cinema...
Sicuramente compare ne Lo sceicco bianco e ne Un maledetto imbroglio, e li ho messi, ma credo che ce ne siano diversi altri. Anche per il Campidoglio e per il Foro romano è così.

saludos
Solimano