martedì 9 settembre 2008

La guerra dei mondi

Tripodi alieni assassini in azione
(modello 2005: per la versione 1898, cfr sotto)


War of the worlds, di Steven Spielberg (2005) Dal romanzo di H.G. Wells, Con Tom Cruise, Dakota Fanning, Tim Robbins, Justin Chatwin, Gene Barry, Anne Robinson, Musica di John Williams, Fotografia di Janusz Kaminski (116 minuti) Rating IMDb: 6.6


Roby
Serata fiacca, quella di ieri a casa mia. Marito fuori per lavoro, figlia fuori per pizza con amiche, madre (io) sola davanti alla TV. Che fare per movimentare un po' il dopocena? Una veloce scorsa al palinsesto televisivo rivela che su Canale5 è in programma La guerra dei mondi nella versione spielbergiana di pochi anni fa. Bene, ecco fatto: poltrona, cuscini, poggiapiedi e tazza di caffè in mano, sono pronta... CIAK! Azione!!!
Prima di tutto, la figlia, contattata via sms, mi invoglia alla visione del colossal, definendolo "un capolavoro, mamma, proprio un filmone!!!". D'accordo, i suoi gusti differiscono alquanto dai miei, ma calcolando una tara del 50%, la pellicola dovrebbe essere almeno passabile... Il fatto poi che sia tratto dall'arcinoto romanzo di H.G.Wells è quasi una garanzia: senza contare che Orson Welles nel 1938 terrorizzò l'intera America, realizzandone una riduzione radiofonica che fu scambiata per la radiocronaca -minuto per minuto- di una vera invasione marziana. Mi pare di ricordare che ne sia stato già fatto un film negli anni '50, ma dubito di averlo mai visto. Ad ogni buon conto, i titoli di testa volgono al termine, ed ecco che il capolavoro inizia...
Si comincia con la presentazione del protagonista, Ray, un Tom Cruise che nei panni di operaio portuale specializzato è quanto di più irreale si possa concepire: ma forse, chissà, la fantascienza parte proprio di qua! Oltre che improbabile, poi, è pure antipatichino ed anche un po' scemo, visto che, nel bel mezzo di una spaventevole tempesta decisamente anomala invita giulivo la figlioletta novenne (una spettrale-stralunata-stravolta Dakota Fanning): "Rachel, tesoro, vuoi vedere una cosa divertente? Guarda, il vento soffia verso il temporale!".
C'è bisogno di precisare che di lì a poco anche lui, come la piccola Rachel, si ricrederà sulla natura del buffo fenomeno? Dal cielo color piombo - tonalità prevalente in tutto il film - piovono ripetutamente fulmini ("Va tutto bene, tesoro: un fulmine non cade mai due volte nello stesso posto!" afferma sicuro Ray/Tom, immediatamente smentito dall'evidenza dei fatti), i quali scavano nel terreno profondi crateri da cui, tra brontolii, crepitii e preoccupanti boati emergono gigantesche macchine (o creature?) a tre gambe, dall'aspetto non certo amichevole.


Bisogna tuttavia che le orride cose comincino ad emettere raggi polverizzanti perchè Tom si decida finalmente a schiodarsi dall'asfalto cittadino, dove insieme ad altri beoti suoi pari sta lì a guardare lo spettacolo naso all'insù: eccolo dunque prendere in braccio la figlia minore e tirarsi dietro il figlio maggiore adolescente, alla disperata ricerca di un'automobile funzionante (tutti i motori si sono inspiegabilmente bloccati nel raggio di chilometri). E' ovvio che -essendo la star della produzione- trova quasi subito una macchina che fa al caso suo, partendo con quella alla volta di Boston, dove risiede la moglie -separata- madre dei due pargoli. Ed è altrettanto ovvio che, dopo circa un quarto d'ora di sequenze in cui l'auto fila senza intoppi tra vetture ferme e gente appiedata, qualcuno dei pedoni inizi a guardare di traverso la fortunatissima famigliola motorizzata, dando l'assalto all'automobile con violenza da hooligans.



Mentre Tom, bimba e ragazzo si trovano giustamente a dover scarpinare come gli altri, gli spettatori (in particolare la soprascritta) prendono a chiedersi con sempre maggior insistenza quale cavolo sia - ammesso che davvero esista- la trama sottesa a tanto spreco di effetti speciali, e come mai i raggi implacabili manchino regolarmente di un pelo gli attori principali, così poco simpatici e convolgenti, mentre dissolvono puntualmente l'innocuo vecchietto o la dolce signora bionda che camminano a pochi centimetri da loro... La buona stella (si fa per dire) sembra abbandonare il figlio maggiore Robbie, quando questi si separa da padre e sorella per andare a combattere contro gli invasori alieni a fianco del glorioso esercito a stelle e strisce, finalmente mobilitatosi in grande stile: infatti, tempo 10 secondi, e un'esplosione tipo Hiroshima sconquassa la collina su cui la neo-recluta si è appena inerpicata, illudendo il pubblico circa la definitiva eliminazione di almeno uno dei tre irritanti eroi.


Dopodichè, siccome un attore con la A maiuscola come Cruise non può passare il resto del film parlando solo a se stesso o all'inebetita sua figlia, il copione prevede l'entrata in scena di Tim Robbins nel ruolo di Harlan Ogilvy, allucinato allevatore, sopravvissuto alla strage dei suoi, che offre riparo a Ray e Rachel nella cantina della sua fattoria. Ora, fossi stata al loro posto, tra lo sguardo febbricitante di Robbins/Harlan e l'occhio rossastro dei tripodi assassini avrei forse scelto questi ultimi, sicura almeno di andare incontro ad una fine più immediata. Invece Cruise si affida completamente allo schizofrenico nuovo arrivato, salvo poi eliminarlo senza eccessivi scrupoli quando comincia a minacciargli la bambina. Nel frattempo, gli spettatori sono colti da involontarie crisi d'ilarità, davanti allo spettacolo di sofisticatissime e sensibilissime sonde aliene, le quali -introdottesi nello scalcinatissimo scantinato- non riescono (ripeto: NON riescono) a individuare la presenza di esseri umani vivi benchè questi non abbiano altro schermo che il fragile spessore di una porta di legno o il comico riparo di una specchiera: nella quale l'occhio elettronico del mostruoso tentacolo si rimira, riflettendosi e riflettendo, forse, sulla stupidità della sceneggiatura.

Ma si sa: Spielberg è Spielberg, e Cruise è Cruise, per cui qualsiasi boiata pazzesca -come direbbe il Fantozzi di Paolo Villaggio- se prodotta, diretta e interpretata da loro dev'essere per forza una genialata inarrivabile. In base a questo assunto, dopo aver terminato la visione dell'opera, tra uno sbadiglio e una risata (troppo forte la scena della cattura da parte degli alieni di padre e figlia, che si trovano trasportati sotto la pancia del tripode, in una sorta di panierino della merenda, cui l'extraterrestre giustamente attinge appena avverte un certo languorino), ho provveduto a cercare in internet notizie, commenti e recensioni in merito: ho così appreso che l'intuizione magistrale del regista è stata quella di sostituire ai soliti eroi di film similari (scienziati, presidenti, agenti segreti ecc.) il semplice uomo della strada (!), alle prese con i suoi problemi personali (!!), tutto teso nello sforzo di tenere unita la famiglia (!!!), unico vero punto fermo dell'umana esistenza (!!!!), difendendola da qualsiasi insidia esterna (ho finito i !).
Per fortuna, pare che il botteghino non abbia eccessivamente premiato cotanto sforzo cinematografico. Bene: è stato per me un vero sollievo apprendere che le nostre menti, benchè fortemente condizionate da bombardamenti mediatici, messaggi subliminali e suggestioni di massa, sono ancora -almeno in parte- immuni alle più subdole infestazioni aliene. Il che non si può dire -ahiloro- per gli invasori del film, neutralizzati (e qui mi sovviene, o Giuliano, de La spada nella roccia) proprio dal contagio dei microscopici, invisibili, innumerevoli virus e batteri per noi ormai quasi innocui. Come dire: uno starnuto salverà il mondo, o giù di lì...


Tom & Steven: due nomi, una garanzia.

8 commenti:

Giuliano ha detto...

Cara Roby, sai quale è la cosa davvero triste? Che in libreria è diventato difficile trovare i libri di H.G. Wells. Ho dovuto ripiegare su biblioteche e bancarelle...
Ne ha scritti tanti di belli: La macchina del tempo, per esempio, o La visita dell'angelo.

Roby ha detto...

Caro Giuliano, neanche a farlo apposta ho rivisto oggi pomeriggio la parte finale di L'uomo che visse nel futuro. E ho riletto il tuo post in merito. Splendidi. Film e post. E libri di Wells, immagino. Devo cominciare anch'io ad andarne a caccia....

Solimano ha detto...

Poiché vengo dalla campagna (nobile famiglia Della Zolla), sono rimasto ammirato solo dal primo Guerre stellari ( ma perché c'era la principessa Leila) e da qualcosa di simile con Kathleen Turner (ma perché c'era Kathleen Turner).
A me i cosiddetti effetti speciali fanno solo spavento, che si stia incendiando il cinema o il televisore.
Quindi sto sul mitologico spinto, tipo Argonauti o anche un bel peplum che istruisce e diverte al tempo stesso, perché impari la Storia e forse anche la Geografia, che le location sono come il cacio sui maccheroni, e fai bella figura al bar.
Ma per dirla tutta, ma proprio tutta, l'appeal di Tom Cruise è il segno della decadenza della specie: salvo eccezioni le donne sono tutte per lui, dalle altissime tipo Nicole alle piccolette tipo Penelope. E se le donne scelgono male la specie è finita senza Guerra dei Mondi.
Chi lo raccomanda, 'sto Cruise? Eh?

saludos y besos
Solimano

Anonimo ha detto...

Ho riso davvero alla tua bellissima recensione:) Spero almeno che il caffè non sia andato di traverso.

Habanera ha detto...

Mi sembra di vederti mentre sbuffi e intanto ti viene già da ridere perchè nella tua testa prende forma il racconto che farai di questa tua serata.

Impagabile Roby!
H.

Roby ha detto...

Carissime/i, è per me sempre un grande onore e un sommo privilegio riuscire a divertirvi con le mie stroncature...
C'è però una scena -l'unica, credo- del film che mi è piaciuta, e che mi ha quasi commosso: quella in cui, dopo l'eliminazione di decine di persone risucchiate dai tripodi, Tom e figli fuggono di notte attraverso un bosco, mentre su di loro piovono, volteggiando leggeri nell'aria, lembi di vestiti degli scomparsi.
Poesia a parte, molto più prosaico lo stratagemma usato dalla produzione per risparmiare sui salari delle comparse: all'inizio, la folla che si riversa in strada per osservare l'arrivo degli invasori ha "lavorato" gratis, con l'unica ricompensa di poter fotografare Tom Cruise a volontà...!!!!
Infine, nell'ultima sequenza appaiono Gene Barry e Anne Robinson, nei panni dei nonni dell'insopportabile Rachel: ebbene, si tratta dei protagonisti del precedente "La guerra dei mondi" datato 1953 (molto più fedele, credo, all'originale novella di Wells).
Bon: c'est tout!

Passo e chiudo

Roby

PS: tranquillo, Solimano: TOM CRUISE NON MI GARBA NE' MI E' MAI GARBATO, nè poco nè punto!

Giuliano ha detto...

C'è quel film favoloso, "Mars attacks!", che non so se sia perfettamente riuscito ma che ha dei momenti eccezionali: ti ricordi il finale? I marzianini cattivi vengono sconfitti non da un virus ma da un giradischi che manda a tutto volume le canzoni country della nonna - gli omini verdi portano le manine alle orecchie e poi scoppiano, come accadrebbe da noi con Al Bano e Claudio Villa...

Roby ha detto...

In effetti, Giuliano, Mars attacks in confronto a questo è un CAPOLAVORO. E il metodo di eliminazione degli alieni è molto, molto più perverso... Ma il massimo della perfidia, da noi, sarebbe far loro ascoltare a tutta randa Gigi D'Alessio che duetta con la Tatangelo: si dissolverebbero in 30 secondi!!!