giovedì 4 giugno 2009

William Hogarth: La campagna elettorale (1)


Solimano

"La campagna elettorale" è una serie di quattro dipinti di William Hogarth, eseguiti fra il 1754, che è l'anno in cui avvennero le elezioni a cui si riferiscono, e il febbraio del1755, quando vennero stampate le incisioni relative ai dipinti. Attualmente queste opere sono al Soane's Museum di Londra.
Due riflessioni preliminari.
Anzitutto, Hogarth, più di duecentocinquanta anni fa, dipinge una campagna elettorale, ambientata nella cittadina di Guzzledown. I nomi sono tutti di fantasia, ma con diverse corrispondenze con i nomi reali. Allora era impensabile in ogni paese, ancor più in Italia.
Poi, confrontiamo quello che ci racconta Hogarth con quello che accade oggi. Siamo in campagna elettorale, no? Confrontiamolo dal punto di vista di ciò che accade, ma -soprattutto- dal punto di vista della libertà intellettuale che aveva William Hogarth a metà Settecento rispetto alla libertà intellettuale che hanno oggi i giornalisti della TV e della stampa. C'è da vergognarsi.

I partiti in lotta sono due, il "Nuovo interesse" (i liberali) e il "Vecchio interesse" (i conservatori). Il primo dipinto è intitolato "Il banchetto". Ci sono i candidati ed i galoppini del "Nuovo interesse" che stanno banchettando in una locanda. Attorno a due tavoli, uno rettangolare ed uno rotondo, tredici commensali che in qualche modo richiamano il Cenacolo di Leonardo da Vinci. Succedono tante cose, in quella locanda.


I candidati del "Nuovo interesse" sono riconoscibili dalle coccarde gialle. Quello più giovane, sir Commodity Taxem, deve subire il bacio dell'ostessa, mentre l'oste unisce le loro teste e una bambina ruba l'anello dal dito di sir Commodity. Sulla bandiera c'è il motto "Liberty and Loyalty". Il candidato più anziano è tampinato da un ubriaco col viso graffiato e da un ciabattino. Il trio ricorda gli apostoli Giuda, Pietro e Giovanni del Cenacolo. C'è un altro ubriaco che brinda alla bandiera, ma sua moglie accetta un dono e un biglietto amoroso da un ufficiale.

A sinistra c'è un grassone in abito talare, poi c'è l'orchestra: una vecchia violinista cieca (si chiamava Fiddlingham) che imbraccia il violino con la destra, un suonatore di cornamusa, un contrabassista e un violinista, a cui un nobile fa ganascino. Poi tre persone che ridono, perché sir John Parnell (un personaggio reale) usa il proprio pugno come un burattino, per la ballata An Old Woman Clothed in Grey. Fuori dalla finestra si intravede il tumulto del partito avversario, con lo striscione "Marry and Multiply", però un sostenitore del "Nuovo interesse" versa dalla finestra il contenuto di un vaso da notte. Insomma: lotta dura senza paura. In alto, sulla parete, è sfregiato il ritratto di Guglielmo III, di cui Hogarth ammirava l'arte del buongoverno.

In primo piano, sulla sinistra, il quacchero Abel Squat, con doni destinati alle signore, legge un biglietto contenente una promessa di pagamento. Un ragazzo sta preparando in un mastello un gigantesco ponce (un fatto reale, accaduto in casa di un ammiraglio).

Quelli del "Vecchio interesse", non scherzano, guardate l'immagine in apertura di post. Arrivano mattoni dalla finestra. Il segretario, che stava svolgendo un conteggio fondamentale su un libro mastro, distinguendo i voti sicuri (Sure votes) dagli incerti (Doubtful), ha appena preso una mattonata in testa e cade per terra, mentre il mattone è ancora in volo. Sicuramente il George Herriman di Krazy Kat conosceva questo quadro.
Nell'immagine qui sopra, anche il sindaco, gran mangiatore di ostriche, è messo male. E' svenuto e un barbiere lo sta salassando. Sulla destra, un galoppino elettorale offre del denaro ad un sarto metodista che non si lascia convincere, malgrado le proteste della moglie e del figlio. Le testa di cervo sopra alla porta forse allude al sarto.

Il secondo quadro è intitolato L'opera di convinzione. Siamo nella periferia di Guzzledown. A destra c'è una birreria. A sinistra, l'osteria della Quercia reale, favorevole al "Vecchio interesse". In fondo, l'osteria della Corona, vicina al "Nuovo interesse". Davanti a a questa osteria le due fazioni si stanno accapigliando.


Anche i candidati hanno un cuore. Infatti vediamo che il candidato sta guardando in alto, verso il balcone da cui si sporgono due dame, a cui intende fare dei doni. Sulla porta dell'osteria, la padrona conta delle monete, avendo vicina una polena di nave con un leone che azzanna un giglio (guerra anglo-francese). Un granatiere guarda le monete sul grembo dell'ostessa e attorno al candidato si affannano due persone: un venditore ambulante ebreo e un facchino.

C'è un cartellone elettorale diviso in due registri. In quello sopra, l'allusione è alle tasse: un carro sta caricando sacchi di denaro davanti al Ministero del Tesoro, e sullo sfondo si scorge Whitehall. In quello sotto, l'allusione è alla corruzione: il "Punch candidate for Guzzledown", distribuisce denaro a manciate in compagnia della moglie (sembra che si trattasse del duca di Newcastle).


Il centro del dipinto è riservato al dubbio amletico del fattore appena giunto in città. I padroni delle due osterie gli offrono denaro ed inviti a pranzo. Lui risolve il dubbio accettando tutto da entrambi, sia denaro che inviti. Qui il richiamo ironico di Hogarth è al tema di Ercole che deve scegliere fra la strada del vizio e quella della virtù. Inserisco la singolare rappresentazione che di "Ercole al bivio" dette il pittore senese Girolamo di Benvenuto. Il pannello (diametro 57 cm) è attualmente alla Galleria Franchetti, Cà d'oro, Venezia.

Scriverò un secondo post sugli altri due dipinti di questa serie di Hogarth. Mi sta aiutando il testo di Gabriele Mandel nel volume dedicato ad Hogarth nei Classici dell'Arte Rizzoli edito nel dicembre 1967. Inserirò questi post sia con vista logica Fumetti 2009 che con vista logica La pittura nel cinema: Hogarth si muove mirabilmente fra narrazione realistica e invenzione fantasiosa. Non è per caso che abbia costituito un modello per alcuni film ambientati nel Settecento inglese, in particolare Tom Jones (1963) di Tony Richardson e Barry Lyndon (1975) di Stanley Kubrick.
In chiusura di post, ingrandisco l'unico particolare vermente galante: le due dame che si sporgono dal balcone.
(continua)

5 commenti:

Silvia ha detto...

Questo, con calma, lo leggerò questa sera. Buona giornata

Silvia ha detto...

Una delizia veramente. Sono contenta perchè per tutto il post ho pensato a Barry Lindon. Aveva un senso:)
Grazie Solimano

Solimano ha detto...

Silvia, un consiglio. Se puoi, guardati anche Tom Jones di Tony Richardson. E leggi il romanzo di Fielding da cui è tratto. E' un romanzo lungo, ma vale la pena, ha molte pagine divertentissime.
La visione del Settecento di Kubrick è mirabile, a volte un po' di Settecento galante come fece Richardson ed anche quella di certi film francesi, fa bene alla salute...

grazie Silvia e saludos
Solimano

Anonimo ha detto...

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