Solimano
Gli argomenti di cui si occupò Ludwig Wittgenstein (1889-1951) furono soprattutto la fondazione della logica e la filosofia del linguaggio. Però la sua vita è percorsa in ogni periodo da un afflato etico-mistico, una polarità opposta, che nel Tractatus non è affermata né negata. Compare come indicibilità, ma compare.
Così Bertrand Russell in una sua lettera: "Una certa aria di misticismo l'avevo già sentita nel suo libro, ma sono rimasto sconcertato nello scoprire che è diventato un mistico, nel senso pieno del termine. Legge autori come Kierkegaard e Angelus Silesius e sta valutando seriamente l'idea di farsi monaco".
La vita personale di Wittgenstein è intessuta di scelte che sfiorano la follia. E' stata fatta l'ipotesi che fosse affetto dalla sindrome di Asperger, che è una versione lieve della sindrome autistica. Tutto ciò è ben presente nel film di Derek Jarman (si tratta di temi che prediligeva), ma non a scapito degli aspetti logici, linguistici, filosofici. Ne viene una affascinante miscela, per cui sembra che i due aspetti si sostengano a vicenda. Incredibile per uno che aveva scritto che "la metafisica sorge quando il linguaggio va in vacanza". L'attenzione vera di Wittgenstein non era rivolta ai metafisici, ma ai mistici. La differenza è grande.
Come nel primo post, commento brevemente le immagini ed inserisco delle citazioni da scritti di Wittgenstein, soprattutto dal Tractatus.
Il concetto del «bello» ha fatto qualche danno.
Il limite del linguaggio si mostra nell'impossibilità di descrivere il fatto che corrisponde a una proposizione (che è la sua traduzione) senza appunto ripetere la proposizione.
In arte è difficile dire qualcosa che sia altrettanto buono del non dire niente.
In filosofia si deve calare nell'antico caos e sentircisi a proprio agio.
Io penso di fatto con la penna, perché la mia testa spesso non sa nulla di ciò che scrive la mia mano.
L'ambizione è la morte del pensiero.
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La tragedia consiste in questo: che l'albero non si piega ma si spezza.
Le nostre più grosse stupidaggini possono essere molto sagge.
Le parole sono azioni.
Nella corsa della filosofia vince chi sa correre più lentamente. Oppure: chi raggiunge il traguardo per ultimo.
Nessuna confessione religiosa ha tanto peccato per abuso di espressioni metafisiche quanto la matematica.
Non temere mai di dir cose insensate! Ma ascoltale bene, quando le dici.
Riposare sui propri allori è altrettanto pericoloso che riposare su una slavina. Ti appisoli, e muori nel sonno.
Scrivo quasi sempre soliloqui. Cose che mi dico a quattr'occhi.
Se nella vita siamo circondati dalla morte, così anche nella salute dell'intelletto siamo circondati dalla follia.
Sono io soltanto incapace di fondare una scuola, oppure nessun filosofo può farlo?
Io non posso fondare una scuola perché, in realtà, non voglio essere imitato. In ogni caso non da coloro che pubblicano articoli in riviste di filosofia.
Un nuovo vocabolo è come un seme fresco gettato nel terreno della discussione.
Una confessione dev'essere una parte della nuova vita.
Tutto il senso del libro si potrebbe riassumere nelle parole: Quanto può dirsi, si può dir chiaro; e su ciò, di cui non si può parlare, si deve tacere.
Il mondo è tutto ciò che accade.
Il mondo è la totalità dei fatti, non delle cose.
Noi ci facciamo immagini dei fatti.
L'immagine è un modello della realtà.
L'immagine è un fatto.
Un'immagine vera a priori non v'è.
L'immagine logica dei fatti è il pensiero.
«Uno stato di cose è pensabile» vuol dire: Noi ce ne possiamo fare un'immagine.
La totalità dei pensieri veri è un'immagine del mondo.
Il pensiero contiene la possibilità della situazione che esso pensa. Ciò che è pensabile è anche possibile.
Il pensiero è la proposizione munita di senso.
La totalità delle proposizioni è il linguaggio.
Tutta la filosofia è «critica del linguaggio».
La filosofia non è una delle scienze naturali.
I limiti del mio linguaggio significano i limiti del mio mondo.
Vive eterno colui che vive nel presente.
Chudo il post con due famose frasi di Ludwig Wittgenstein e con due immagini: la morte di Wittgenstein e il ragazzo Wittgenstein che cerca di volare. Fra un po' di tempo, scriverò un altro post su questo film ammirevole. Il tema sarà: Derek Jarman pittore. Oltre ad esser un grande regista, Jarman, nei suoi film, specie in questo, è un grande pittore.
La logica riempie il mondo; i limiti del mondo sono anche i suoi limiti. Non possiamo dunque dire nella logica: Questo e quest'altro v'è nel mondo, quello no. Ciò parrebbe infatti presupporre che noi escludiamo certe possibilità, e questo non può essere, poiché altrimenti la logica dovrebbe trascendere i limiti del mondo; solo cosí potrebbe considerare questi limiti anche dall'altro lato. Ciò, che non possiamo pensare, non possiamo pensare; né dunque possiamo dire ciò che non possiamo pensare.
Il senso del mondo dev'essere fuori di esso. Nel mondo tutto è come è, e tutto avviene come avviene; non v'è in esso alcun valore – né, se vi fosse, avrebbe un valore. Se un valore che ha valore v'è, dev'esser fuori d'ogni avvenire ed essere-cosí. Infatti ogni avvenire ed essere-cosí è accidentale. Ciò che li rende non-accidentali non può essere nel mondo, ché altrimenti sarebbe, a sua volta, accidentale. Dev'essere fuori del mondo.