domenica 9 novembre 2008

La moda nel cinema: Sua eccellenza si fermò a mangiare

Sua eccellenza si fermò a mangiare, di Mario Mattoli (1961) Sceneggiatura di Roberto Gianviti, Vittorio Metz Con Ugo Tognazzi, Virna Lisi, Totò, Lauretta Masiero, Lia Zoppelli, Francesco Mulé, Vittorio Congia, Pietro De Vico, Mario Siletti, Nando Bruno, Raimondo Vianello, Salvo Libassi, Nando Angelini, Ely Drago, Edy Biagetti Musica: Gianni Ferrio, Fotografia: Alvaro Mancori (101 minuti) Rating IMDb: 7.1
Solimano
Come si vede dalle note tecniche qui sopra, in questo film non mancano gli uomini, e in un altro post racconterò la storia dei vari personaggi. Una storia intricata eppure semplice come in tutte le pochade che si rispettino: questo film è una pochade come quelle che si recitavano in teatro e che sono definibili con la famosa battuta: "Cielo, mio marito!".
Mi è venuta l'idea di scrivere un primo post in cui compaiono solo immagini femminili, gli uomini compariranno nel secondo post. Il film è ambientato nel 1923 e l'abbigliamento dei tre principali ruoli femminili ne tiene conto,con ingenuità ma anche con buon gusto

Supponiamo che al centro del film ci sia la figura del Marito (Ugo Tognazzi), che qui non compare. A Virna Lisi spetta naturalmente il ruolo della Moglie, bella, ma inesperta e fredda, piuttosto gelosa, che a volte alla sera è triste perché il Marito non è ancora tornato. Le ha telefonato adducendo sopravvenuti impegni di lavoro, la Moglie non sa se credergli o no.


Non può mancare la Suocera (Lia Zoppelli), che naturalmente si schiera con la Moglie contro le possibili scappatelle del Marito. La Suocera sente che in qualcosa la Moglie sbaglia, ma non sa come dirglielo, difficile spiegare certe cose alla propria figlia, in particolare nel 1923. Come si vede, compaiono le collane a grandi giri che insieme ai cappellini ed ai colli di pelliccia sono gli elementi caratteristici comuni ai tre Personaggi.

Ecco infatti un ampio collo di pelliccia ed un cappellino in tono indossati dalla Suocera, che benché anche Contessa, non si trova a disagio in un'osteria fornita di un sì gigantesco prosciutto.

La Moglie qui sta suonando il piano, peccato che non si veda, ma si vede bene l'ampia collana di perle, perfettamente in tono con l'abito da sera, tutto sommato castigatissimo.

Un piccolo break per l'intrusione di un gruppo di giovani donne. Siamo nel 1923 e alla inaugurazione di un monumento sono presenti anche quelle che si chiamavano Giovani Italiane. Probabilmente è un anacronismo, le organizzazioni fasciste di ogni tipo sorsero più tardi, ma non ho voglia di indagare. Alla inaugurazione è presente anche il Ministro (Raimondo Vianello) difatti, nel titolo, ci doveva essere Ministro, non Eccellenza, ma fu cambiato per evitare problemi censori (nel 1961!).


Alla inaugurazione sono presenti anche la Moglie e l'Amante (Lauretta Masiero) che teoricamente dovrebbero essere in un rapporto di ostilità, ma durante il film diventano quasi complici l'una dell'altra, sostanzialmente perché ce l'hanno tutte e due col Marito-Amante. Poiché all'inaugurazione è presente il Ministro, si sono messe in pompa magna. Si scoprirà che l'Amante conosce già il Ministro, anche troppo.

La Moglie qui sembra preoccupata come all'inizio, ma ha cominciato a capire e sta facendo un suo piano di azione. Si prospettano tempi duri per il Marito.

E quando le tre donne: Moglie, Suocera, Amante si alleano fra di loro, la situazione si fa difficile anche per un Marito come Ugo Tognazzi e per un Ministro come Raimondo Vianello.
Il film non è un capolavoro, ma Virna Lisi, Lauretta Masiero e Lia Zoppelli sembrano nate per i tre ruoli di Moglie, Amante e Suocera.

3 commenti:

Giuliano ha detto...

Sono da sempre un fan di Mario Mattoli, oltre che di Virna Lisi (per motivi diversi, ovvio).
Mattoli è stato uno dei grandi artigiani del cinema, basti guardare i film che ha fatto Totò con lui (e con Mastrocinque) e quelli che ha fatto con altri.

Barbara Cerquetti ha detto...

A me il pezzetto in cui Vianello deve inaugurare un monumento e non sa chi era il tipo in questione fa morire dalle risate.
E anche la visita di Totò al vecchietto affamato.

Solimano ha detto...

Il film non è straordinario, ma regge bene perché, anche nelle piccole parti ci sono attori ed attrici di una professionalità oggi quasi del tutto sparita.
Sono film, quelli di Mattoli, fatti un po' con la carta carbone, ma era una carta carbone buonissima, che lasciava un segno chiaro senza sporcare le dita. Ma chi sa, oggi, cos'erano i fogli di carta carbone?
Barbara, nel film è notevole anche la scena di Tognazzi e Vianello che si trovano nello stesso letto, e tutto il rapporto fra la vogliosa Masiero e il ministro Vianello, in un certo senso ricattabile, per la défaillance sessuale nel vagone letto, che se lo venisse a sapere Lui, sarebbe un bel guaio!

saludos
Solimano