giovedì 13 novembre 2008

Gomorra (2)

Gomorra, di Matteo Garrone (2008) Dal libro di Roberto Saviano, Sceneggiatura di Matteo Garrone, Roberto Saviano, Mauruzio Braucci, Ugo Chiti, Gianni Di Gregorio, Massimo Gaudioso Con Toni Servillo, Gianfelice Imparato, Maria Nazionale, Salvatore Cantalupo, Gigio Motta, Salvatore Abruzzese, Ernesto Mahieux, Marco Macor, Ciro Petrone, Carmine Paternoster, Salvatore Ruocco Fotografia: Marco Onorato Film Editing: Marco Spoletini (135 minuti) Rating IMDb: 8.4

Sabrina Manca sul suo blog C'era una volta un re

Sono trascorse due settimane.Volevo lasciar passare del tempo per capire che cosa sarebbe rimasto, che cosa avrebbe sedimentato, che cosa sarebbe sparito senza lasciare traccia di questo film.
Sono entrata in sala senza un'idea precisa. Da un lato avevo il libro di Roberto Saviano (che non ho letto ma di cui ho sentito tanto parlare) e dall'altra i documentari di Michael Moore.
Mi aspettavo una cronaca "verista" girata con la camera a mano e tanto di interviste, documenti e cifre, oppure, al contrario, una di quelle pellicole patinate ( parlo qui della pellicola reale) che rassicurano lo spettatore sul fatto che se davvero qualcosa è accaduto, non è certo qui né ora.
La prima sequenza è fulminante. Martin Scorsese nei suoi momenti migliori, si è detto. Alcuni uomini sono dentro a un centro di bellezza a farsi lampade e manicure quando un gruppo di un clan rivale irrompe e fa una strage. Le luci, la musica, tutto contribuisce a farci comprendere chi sono questi personaggi e i loro nemici.

Il paziente lavoro fatto da Matteo Garrone e gli sceneggiatori sul libro di Roberto Saviano è stato quello di ricamare alcune storie emblematiche su che cosa è e come vive la camorra.
In palazzo-città di periferia vive un ragazzino, figlio di un camorrista che sconta in prigione la sua pena. Il figlio sogna invece di lavorare per il clan rivale di suo padre.
Un sarto che lavora in nero riproducendo per una piccola azienda pezzi unici di prêt-à-porter cede alle lusinghe di una ditta di confezioni cinese e va a dare lezioni di taglio e cucito ricamando così la sua condanna a morte.
Un giovane laureato in economia diventa l'assistente di un commendatore che si occupa di scaricare rifiuti provenienti da tutta europa nell'area campana.
Due ragazzi, cani sciolti, sognano sulle orme di scarface di entrare nel giro e diventare i boss dei boss.
Il contabile del quartiere va in giro a pagare i camorristi in prigione. Resterà immune da ogni supplica e minaccia fino a che un giorno dovrà scegliere con quale clan stare a rischio della vita.

L'intreccio delle storie si forma e si dipana con perizia e pazienza nelle due ore abbondanti di proiezione senza mai stancare. Se pur vi è qualche passaggio a vuoto o talvolta un indugiare non necessario lo si avverte solo vagamente perché la tensione che lo percorre è trascinante
Vi sono numerosi riferimenti a pellicole nel genere, e anche al neorealismo.

Basti citare la splendida sequenza dei bambini che trasportano i camion giù per la discarica.
Vi è spazio per De Sica e Chaplin nella poetica storia del sarto.

Parliamo di cinema con la C maiuscola, insomma.

Altri sentimenti oltre al senso d'orgoglio per il nostro cinema sono stati quelli che hanno accompagnato questa storia. Una tristezza, un'amarezza, profonde. Un senso di ingiustizia e impotenza che mi salivano alla gola con una voglia di urlare.

Mi sono ricordata di un'amica che mi parlava della sua fuga, via dall'Argentina:
sapere che quegli eventi, quegli atti che fino ad allora avevo attribuito ad altri paesi che non il mio, a luoghi primitivi, arretrati, lontani, sapere che tutto questo ora accadeva al mio paese, ed era alla mia gente che accadeva, ed era la mia gente che lo compiva e lo permetteva, questo mi ha quasi ucciso.

E' da due settimane che quell'amaro mi rumina in bocca, e non se ne vuole andare.


7 commenti:

Anonimo ha detto...

Voi, ragazzi, l'avete visto?

Giuliano ha detto...

Non vado al cinema da un bel po', per questo non ho ancora visto il film di Garrone.
Purtroppo per me, ho visto e mi ricordo "Le mani sulla città" di Rosi, che va per i 50, i film di Petri, il film di Placido sull'avvocato Ambrosoli, "Un eroe borghese", eccetera. Dico purtroppo perché vedo come vanno le cose. Sono comunque contento che ci sia ancora chi ha voglia di fare denuncia, e con ottimi film.
Vedo anche, e prendo nota, che "Gomorra", libro e film, hanno colpito nel bersaglio, ed è la prima volta che un film recente ha così tanta eco.

Roby ha detto...

Non ho ancora visto "Gomorra", e il tuo post, cara Sabrina, un po' m'intriga e un po' mi sconvolge.

Ho letto che uno degli "attori" che nel film interpretano i camorristi è stato arrestato DAVVERO perchè chiedeva il pizzo VERAMENTE ai negozianti.

Dove finisce il nastro (di celluloide) della pellicola e inizia quello (d'asfalto) della strada?

Roby

Habanera ha detto...

No, Sabrina. Non l'ho visto e neanche ho voglia di vederlo come non ho voglia di leggere il libro. Non per girare la testa da un'altra parte ma perchè queste cose le conosciamo bene, da anni, e il rigirare il coltello nella piaga mi fa stare davvero troppo male. E' bene però che se ne parli perchè non tutti ricordano "Le mani sulla città", i film di Petri, l'avvocato Ambrosoli ( mi si stringe il cuore al solo nominarlo) come giustamente ricorda Giuliano.
Voi, che siete più giovani, dovete tenere accesa quella fiaccola di indignazione e di amore e tu lo fai con grande forza e passione.

Grazie
H.

ottavio ha detto...

Ho visto il film (al solito benemerito cineforum). Non avevo letto il libro ma il film mi basta. Sono una volta di più convinto che è il cinema a mostrare con brutale evidenza qual'è la società in cui viviamo ed il suo livello di involuzione (non possiamo certo aspettarcelo da una TV tutta tesa ad addormentare le passioni civili).
Uno può vivere in un contesto rispettabile e pensare che sia così quasi ovunque, almeno in un ambito nazionale. Ben vengano allora film come Gomorra che provocano l'effetto di una doccia gelata.
Lunga vita al cinema!

Ottavio

Solimano ha detto...

Sabrina, paradossalmente, il film non l'ho ancora visto. Colpa del blog del cinema e delle altre attività di rete che mi assorbono più di quel che sarebbe giusto, ma ai periodi di punta bisogna pur far fronte. Lo vedrò nei prossimi mesi. Occuparsi di cinema come stiamo facendo è coinvolgente ma anche frustrante, perché per ogni film che mettiamo ce ne vengono in mente altri dieci. D'altra parte, quando se ne mette uno, è indispensabile scavarci attorno etc etc
Insomma, siamo assai contenti, ma la fatica c'è.

grazie Sabrina e saludos
Solimano

domenico ha detto...

un film grandissimo, uno dei migliori usciti quest'anno