venerdì 23 marzo 2007

Volver


Volver di Pedro Almodovar (2006) Con Penelope Cruz e Carmen Maura Musica di Alberto Iglesias (121 minuti) Rating IMDb: 7.8
Lodes
Voglio parlarvi di Almodovar. L’altra sera siamo andati in un cinema all’aperto convinti di goderci, una volta tanto, un buon film, non uno dei soliti filmacci americani (anche loro non sanno più fare i bei film di una volta… ih! ih!ih!). Facevano “Volver” . Non so se ha partecipato a qualche concorso, so però che Almodovar è un regista di successo e che i suoi film fanno sempre discutere. E invece nada! Niente, peggio di così non poteva andare. Tutta la storia si basa sul problema del rapporto tra madre e figlia con la pretesa di parlarne al femminile. Poteva anche essere un argomento capace di sviluppare un discorso intrigante, invece l’unica cosa chiara è che il regista ha un problema irrisolto con la madre e, detto tra noi, chi se ne frega? Per non parlare delle figure maschili, per altro presenti solo nei ricordi delle protagoniste, che, padri o mariti che siano, hanno provveduto a stupri, incesti con le proprie figlie. Almodovar prova ad imitare Fellini e la scena del funerale è una… caricatura… ma quale Fellini... si vede subito che il tentativo è abortito in una sequenza senza anima e quasi ridicola. Nel complesso una storia senza capo ne coda, dove i rapporti tra tutte queste donne non si capisce dove vogliono portare. Alla fine lo schermo si è fatto scuro e non è rimasto altro che dire…una boiata pazzesca! Il bello è stato dopo, infatti il gestore aveva organizzato un intrattenimento dopo film con un terzetto (piano, contrabbasso, batteria) che ha suonato magnificamente musica jazz. Abbiamo fatto l’una di notte... dilettanti, ma molto bravi: questa è l’Italia che mi piace!

7 commenti:

melba ha detto...

Volver non è il più compiuto fra i film di Almodovar, ma in quanto alle sue donne... le donne di Almodovar in qualsiasi suo film, anche senza arrivare alla perfezione di fraseggio di "Parla con lei", sono donne vere e meravigliose di quelle che ognuna di noi (donne) ha incontrato almeno una volta, desiderando poi per sempre di assomigliarle. E no, a mio parere il film non parla di conflitti irrisolti fra madri e figlie, ma di come invece queste meravigliose donne si passino il testimone, sempre, anche attraverso gli inevitabili, umani, conflitti.

Solimano ha detto...

Non ho visto Volver, ma comprerò il DVD, anche perchè mia moglie insiste molto. Riguardo Almodovar, per me Melba ha ragione, nel senso che nei suoi film c'è un abisso fra la rappresentazione degli uomini e quella delle donne, a tutto vantaggio di queste ultime.
Poi, a me Almodovar mette a disagio in certe cose, come mi succede, su un piano minore, con Ozpetek, quello de Le Fate Ignoranti. Probabilmente c'è qualcosa in me che a livello pelle non accetta l'omosessualità, chissà, forse perchè la teme. La sostanza è però che non bisogna fare di tutta l'erba un fascio, i film di Ivory, ad esempio - forse troppo leccati - sono di un genere affatto diverso, tipo Quel che Resta del Giorno. Parla con me di Almodovar mi era piaciuto molto. Tornando a Volver, sono curioso per un altro motivo: confesso che ero un entusiasta ammiratore di Penelope Cruz prima che venisse cruissata, vorrei vedere se si è ripresa o è diventata pure lei una siliconata come quasi tutte, compresa ( e lo dico con mille ahimè) Emmanuelle Béart. Ma chi glielo ha fatto fare?

benvenuta Melba
Solimano

melba ha detto...

Tranquillizzo Solimano: la Cruz è splendidamente insieme sopra e sotto le righe. Sotto per la fisicità, come richiesto dal contesto, sopra per l'empatia, come deve essere una vera "donna di Almodovar".
Sul perchè Tom, mi associo e non ho risposte.

Grazie, è bello esserci
melba

PS: scusate la cancellazione del commento precedente, causata da refuso.

Manuela ha detto...

Essendo una neofita, non so fino a che punto sia permesso di polemizzare nei blog. Se è contrario alla netiquette mi scuso preventivamente.
Mi dispiace dissentire da più esperti conoscitori di film, ma ho condiviso con Lodes il fastidio per Volver. Soprattutto per il suo manierismo. Perché, appunto, a me ha dato la netta impressione di sforzarsi di disegnare, appunto, quelle “vere donne” di cui parla Melba (e che, probabilmente, trattandosi di Almodovar, in molti non avranno mancato di vedere), e di riuscire, tutt’al più, a disegnare figurine di carta di scarso spessore, più stereotipi che altro: donne bloccate da un destino che si trascina di madre in figlia, in una ripetizione coatta della propria condizione, che sembra quasi insita nell’eterno femminino piuttosto che altrimenti determinata. Ci ho visto molto ambivalente desiderio del regista – di essere violentato e violentatore insieme, per essere chiara. Ma è un aspetto che non mi riguarda. Credo che ci sia più verità in una scena della Dolce Vita che nella fragile e uniforme psicologia di questi personaggi. A proposito, certe scene sembravano scimmiottare Fellini: senza nemmeno sfiorare la grandezza del suo realismo onirico.
Ma naturalmente, io sono naive…. Come ho premesso in un altro post… a me piacciono i film da donna.

P.S. tranquillizzo anch’io Solimano: la Cruz è bella e brava. Ma, naturalmente, non può bastare.

Solimano ha detto...

Mbah!Io, sull'atteggiamento verso le donne, ne avrei da dire anche riguardo a Fellini. Ma qualcuno - forse io stesso - introdurrà qui qualche fim suo e ne parleremo, delle donne e Fellini. Partirei da una banalità: la stronzaggine e la coglioneria sono ambosessi e quando sento la storia dell'eterno femminino mi puzza di falso e di bruciaticcio, come col Petrarca che la mena per vent'anni col continuare a scrivere in morte di Madonna Laura, tutte cose tanto belle quanto false. C'è più verità nel somigli alle ragazze più vivaci / le tieni ferme solo con i baci del piccolo poeta Govoni che nel solo e pensoso i più deserti campi del grande poeta Petrarca. Anche più bellezza c'è. Ma avete visto bene lo sguardo dei due nella foto che ho messo qui, per il "Nous ne vieillirons pas ensemble"? O l'immagine in fondo alla pagina, che forse cambierò, da "Ma nuit chez Maud"? Eccolo l'amore uomo-donna come lo vedo io nel cinema, forse non solo. Almodovar e Fellini, per ragioni diverse, forse neanche tanto diverse, non sono in grado di far uscire immagini così. Poi saranno superiori a Pialat e Rohmer - personalmente non credo - ma il rapporto amoroso (amoroso!) uomo-donna non è certo al centro del loro cinema, o per disinteresse o per superficialità. Sono altre le corde che toccano benissimo, in questa valgono di più i piccoli film di Virzì, di Piccioni, perfino di Soldini che loro due messi assieme. Mentre Bernardo Bertolucci ha anche lui del falso, ma si salva sempre per un motivo: lui sì, conosce e sa esprimere l'erotismo, maschile e femminile. L'erotismo! Che non sono brustolini... ma ne parleremo. Grazie per avermi tranquillizzato riguardo la signora Penelope, certo che a mettersi con uno come Cruise che ha l'espressività di un Werner Bentivegna, Penelope ha fatto male, ma la perdono per stavolta, adesso basta però.

best regards
Solimano

melba ha detto...

Per Manuela, più che altro. Non sono né un'esperta di linguaggio cinematografico, né una grande cultrice del cinema in generale.
Me ne intendo un po' di più di blog e commenti, e quando la polemica e la non condivisione sono garbate sono sempre perfettamente compatibili, anzi auspicabili.
Quanto al resto: questione di opinioni.
La mia, come detto, è che il film non sia uno dei suoi più riusciti, ma che anche queste "donne di Almodovar" abbiano la stessa aria di famiglia di quelle della sua filmografia maggiore.
Quanto allo stupro, a mio parere, è solo un mezzo e non un fine.

Chico,la Lola 2 ha detto...

Non mi è piaciuto così tanto "Volver".Non l'ho visto molto credibile nella sua ossessione "culebronesca" o storia propria di una telenovela sudamericana.
Una Penèlope truccata come la Sophia Loren di "Bocaccio70",troppo poppolana.
'E curioso ma la sola cosa che vedo reale è stato il funerale.Io sono spagnolo e devo dire che ho vissuto quei funerali,con lunghi "velatorios" dove la famiglia del defunto offriva da bere "caldo" (una sorta di zuppa di pollo) e caffè ,tanto caffè.Tutta la santa notte bevendo,le donne pregando e gli uomini fuori fumando.
Meraviglioso però il finale con una Carmen Maura invecchiata e bruttissima,che non lavorava con lui da 1987.