La risaia di Raffaello Matarazzo (1956) Sceneggiatura di Aldo De Benedetti, Ennio De Concini, Carlo Musso Con Elsa Martinelli (Elena), Folco Lulli (Pietro), Michel Auclair (Mario), Rik Battaglia (Gianni), Vivi Gioi (la madre di Elena), Lilla Brignone (la moglie di Pietro), Gianni Santuccio (l'avvocato), Susanne Lévesy, Liliana Gerace, Edith Jost, Bianca Maria Fabbri, Emilia Ristori Musica: Angelo Francesco Lavagnino, Fotografia: Luciano Trasatti (90 minuti) Rating IMDb: 5.9
Solimano
Avvertenza preliminare. E' sempre bene ampliare le immagini, per questo film è quasi essenziale, se si vogliono cogliere aspetti di personaggi, di gruppi, di lavori e paesaggi che altrimenti potrebbero sfuggire. Il film va guardato come se fosse un coinvolgente fotoromanzo, un meraviglioso fumetto.
Nel 1949 Giuseppe De Santis aveva girato "Riso amaro" nella Tenuta Veneria in provincia di Vercelli. Sette anni dopo, nel 1956, Raffaello Matarazzo, che ormai si avvia alla fine della sua carriera, gira "La risaia" nella Cascina Graziosa, fra Casalino e Cameriano, in provincia di Novara. Oggi il film di De Santis è universalmente noto, quello di Matarazzo pressoché ignorato. A questo film dedicherò alcuni post, perché lo merita per diversi motivi.
E' meglio guardare il film a sé stante, come se non ci fosse stato "Riso amaro". E' tutt'altro che un remake, per utilizzare la terminologia oggi abituale. "La risaia" non ottenne un successo paragonabile a quello di alcuni precedenti film di Matarazzo (Catene, Tormento, I figli di nessuno, Chi è senza peccato), ma ebbe comunque un buon pubblico. Un film a suo modo grandioso come paesaggi, come risonanti - quasi epiche - musiche di Lavagnino, come modalità di riprese tecniche, come masse (oltre cinquecento mondine!).
Ed Elsa Martinelli? Anche qui, il confronto con Silvana Mangano serve a poco e le caratteristiche del personaggio sono diverse: l'aspetto fisico aiuta, sia la Mangano che la Martinelli sembrano costruite apposta per i loro due personaggi. Sarebbe impensabile che se li scambiassero, ed è una lode per i registi e per le interpreti.
Nel dormitorio delle mondine scoppia un incendio. Pietro riesce a salvare Elena, a costo di ferirsi. La ragazza lo sa, capisce che le è veramente affezionato, ma continua a non capire il motivo.
Le mondine partono sul carro, a fianco del carro camminano Elena e Gianni. Passa la camionetta dei carabinieri con Pietro, che è stato appena arrestato. Guarda sua figlia Elena e sua figlia guarda lui. Poi continuerà a camminare con Gianni.
Elsa Martinelli (il nome vero è Elsa Tia) nasce a Grosseto il 30 gennaio 1935.
Nel 1953 a Roma, quando fa la commessa in un bar, viene scoperta dallo stilista Roberto Capucci e diventa rapidamente una indossatrice e modella internazionalmente famosa.
Nel cinema, quasi subito una piccola parte in un film importante, "Le rouge et le noir" (1954) di Claude Autant-Lara, poi il successo hollywoodiano in un film con Kirk Douglaa: "The Indian Fighter" (1955). Quindi, quando Raffaello Matarazzo le affida la parte di Elena ne "La risaia" (1956), Elsa Martinelli è giovanissima, ma non esordiente. Ha recitato in 61 film, ma gran parte di essi sono compresi fra il 1953 e il 1971. Dopo ha molto diradato le sue apparizioni, dedicandosi più alla TV che al cinema.
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Inserisco parte di una intervista che le fece Laura Laurenzi il 26 aprile 2006 per la Repubblica:
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Seduta nel salotto di casa a un passo da Piazza del Popolo, in tuta grigia e rosa, rosa anche le scarpe da ginnastica, Elsa Martinelli appare più in forma che mai. Fa il punto, racconta, ricorda. Parla dei tempi d'oro di cui è stata testimone ironica, le tre copertine su "Life", le estati a Saint Tropez con Brigitte Bardot, le notti ruggenti a El Morocco di New York, e il discorso scivola inevitabilmente sull'io lo conoscevo bene. Nureyev e Truman Capote, Tennesse Williams e Salvador Dalì. E poi Marilyn, Ava Gardner, Grace Kelly che "ha avuto tantissimi amanti".
Le piace l'etichetta di diva controvoglia?
"Perfetta. Non me la sono mai tirata. Se ti crei attorno il mistero della diva, l'atmosfera dell'intoccabile, appena possono ti zompano addosso e ti massacrano. A me invece piace fare una vita normale, andare al cinema, andare al mercato a fare la spesa, cucinare".
In "Orgoglio" è una perfida duchessa. Perché queste parti da cattiva?
"Era 13 anni che non facevo una fiction. Ho accettato solo perché è una grande produzione: in genere le cose televisive fanno schifo e le attrici sono tutte intercambiabili, tutte rifatte. La parte da cattiva me l'hanno offerta perché ho il fisico del ruolo. Alta un metro e 76, altera, con i vestiti che mi stanno a pennello, cosa potevo fare, la suora? la nonnina con l'uncinetto in mano?".
Ma è vero che lei disse di no a Lelouch che la voleva in "Un uomo una donna" giudicando la storia troppo melensa?
"Perché, non è una storia melensa? Se gli levi la musica a quel film che gli resta? Mi venne a cercare questo regista semisconosciuto con la fronte bassa, piena di ricci, arcigno. Non aveva un copione scritto, una traccia, niente. Mi raccontò di questi due vedovi, o separati, che si incontrano a Deauville. No grazie! Perché non prende Anouk Aimée? gli dissi. Poi Anouk non ha più fatto molto...".
Un altro dei suoi no fu per Bettino Craxi, vero?
"Sì, quando era presidente del consiglio mi chiese di occuparmi del suo look. Premetto che sono molto amica della moglie Anna, che stimo tantissimo. Lui mi disse: Elsa, sei una donna internazionale, perché non mi aiuti? Ho rifiutato. Poteva chiederlo alla moglie, o a una professionista. Per me era imbarazzante l'idea di consigliargli il tipo di pantaloni giusti o ritrovarmelo in vestaglia".
Parliamo degli uomini famosi che ha avvicinato durante i suoi anni hollywoodiani. Gary Cooper.
"Ha bevuto champagne da una mia scarpa di raso per darmi il benvenuto. Ma davanti alla moglie. Io sono subito diventata amica di tutte le mogli, perché ho capito che potevano essere molto gelose".
Kirk Douglas.
"Il più sexy, il più pieno di charme. Molto più del figlio".
Humphrey Bogart.
"Non mi è mai piaciuto. Lo trovavo bruttino. Brutto il colore, così olivastro. E poi non parlava: biascicava".
Orson Welles.
"Grandioso senso dell'umorismo. Non si prendeva mai sul serio".
John Wayne.
"L'opposto che sullo schermo, il contrario del cowboy. Uno degli uomini più raffinati che abbia conosciuto, con una delle case più eleganti e più sobrie che abbia mai visto in vita mia".
E John Kennedy?
"L'ho conosciuto a Los Angeles a casa di amici, quando era già presidente. Ecco, con noi non si è mai comportato da presidente, ma sempre con semplicità, naturalezza, classe, da ragazzo nato ricco che si circonda di amici divertenti. Jacqueline è stata una first lady bravissima: credo fosse la donna più tradita d'America".
Inserisco immagini di undici film di Elsa Martinelli in ordine cronologico:
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di Denys de La Patellière