giovedì 31 dicembre 2009

Ritratti di signore: Catherine Deneuve

Catherine Deneuve (Séverine) in "Belle de jour" (1967)

Belle de jour di Luis Buñuel (1967) Racconto di Joseph Kessel, Sceneggiatura di Luis Buñuel, Jean-Claude Carrière Con Catherine Deneuve (Séverine Serizy / Belle de Jour), Jean Sorel (Pierre Serizy), Michel Piccoli (Henri Husson), Geneviève Page (Madame Anais), Pierre Clémenti (Marcel), Françoise Fabian (Charlotte), Macha Méril (Renée), Muni (Pallas), Maria Latour (Mathilde), Michel Charrel, Claude Cerval, Iska Khan, Bernard Musson, Marcel Charvey, François Maistre, Francisco Rabal (Hyppolite), Georges Marchal (il duca), Francis Blanche Fotografia: Sacha Verny (101 minuti) Rating IMDb: 7.8

Solimano

Il film "Bella di giorno" di Luis Buñuel (1967) racconta la storia di Séverine Serizy (Catherine Deneuve), una donna di ventitre anni, ma oltre che la storia, racconta le fantasie, i sogni, gli incubi di Séverine. Lo fa, come se fra storia e fantasia non ci fosse alcuna soluzione di continuità. Non c'è separatezza, è un tutt'uno in cui a volte è difficile distinguere, però senza nessuna sensazione di ambiguità oscura, di indeterminatezza. Anche il gioco del prima e poi, i cosiddetti flashback, è condotto con tale vigore visivo e di racconto che quasi non si nota, come se tutto si svolgesse in un unico tempo lineare, non ciclico, una linearità in cui il prima e poi sparisce. L'ironia, il grottesco, persino l'umorismo consentono di mantenere il film - e di conseguenza noi che lo guardiamo - in una situazione di distacco coinvolto, per cui alla fine ci chiediamo: "E se tutto il film non fosse che un sogno, più vero del vero?" Il finale rafforza questa sensazione, un finale chiarissimo, ma aperto. Un punto interrogativo che di per sé costituisce la risposta.


All'inizio del film, Séverine è in carrozza col marito Pierre Serizy (Jean Sorel), un medico di successo, che è innamorato di lei. I due sembrano filare il perfetto amore, belli, giovani, ricchi e innamorati, ma non è così, perché Séverine non è disponibile a rapporti sessuali. Qui interviene la prima fantasia: Pierre punisce Séverine facendola frustare con le mani legate dai due cocchieri. Séverine gode dell'essere poi baciata sulle spalle nude da uno dei due.


Nella bella casa in cui vivono, Séverine e Pierre sembrano felici, si accarezzano, ma Séverine dice a Pierre di aspettare, non è ancora pronta a fare l'amore con lui. Un amico di famiglia, Henry Husson (Michel Piccoli), fa la corte a Séverine, pur essendo l'amante della migliore amica di lei, Renée (Macha Méril). Da Renée Séverine apprende che una loro comune amica ogni giorno frequenta una casa di appuntamenti. Séverine rimane scandalizzata. A casa, trova un mazzo di rose rosse inviatele da Husson. Indispettita, sposta il vaso contenente le rose, ma il vaso le cade per terra. La stessa cosa le capita in bagno con una boccetta di profumo: "Cosa mi succede oggi?" si chiede Séverine.


Séverine apprende per caso da Husson l'indirizzo di un postribolo: "Madame Anais, Cité Jean de Saumur, 11". Husson le chiede un appuntamento a cui non sia presente Pierre, ma Séverine rifiuta. Poco dopo, si presenta a Madame Anais (Geneviève Page). Si mettono d'accordo: Séverine si chiamerà Belle de jour e sarà presente solo dalle due alle cinque del pomeriggio. Fra Anais e Séverine c'è un'attrazione omosessuale evidente, anche se non perseguita. Col primo cliente Séverine sta sulle sue, non è ancora abituata.



Non è che ci siano tante discussioni, Anais e il cliente vanno per le spicce, e Séverine è costretta a fare quello per cui è venuta nel bordello di Madame Anais. Alla fine, è soddisfatta: più grossolani sono i clienti meglio è. Debbono essere l'opposto della gentilezza di suo marito Pierre. Tornata nella sua bella casa, Séverine brucia nel camino gli indumenti intimi che indossava quel pomeriggio. Fantasticherà poi di essere biancovestita e legata, con Pierre e Husson che la cospargono di getti di letame.



Ci vuole del tempo ad acquisire professionalità in ogni mestiere. Così Séverine viene rifiutata dal ginecologo masochista perché non fa bene la propria parte. L'esperta Madame Anais decide che col ginecologo ci vada un'altra ragazza e che Séverine possa sbirciare attraverso uno spioncino. Séverine impara con diligenza e la vediamo molto più sciolta con un cliente orientale che mostra i muscoli ed è arrivato con un simpatico carillon.


Un'altra fantasia di Séverine è di essere condotta nel palazzo-castello di un duca (Georges Marchal). Qui deve fare la parte della vergine-nuda-velata in una bara. Tutto sembra andare per il meglio, ma alla fine il maggiordomo la scaccerà sotto la pioggia.




Un giorno, da Madame Anais capita un cliente che da tempo non veniva. Si tratta di Hyppolite (Francisco Rabal) un gangster che ha il vezzo di scegliere fra le ragazze vedendole tutte insieme. Vorrebbe scegliere Belle de jour, che non ha mai visto prima. Ma è venuto in compagnia con un altro gangster, più giovane di lui, un suo amico-allievo. Si tratta di Marcel (Pierre Clementi) che chiede senza mezzi termini di essere lui ad andare con Belle de jour. Hyppolite gliela cede e nulla sembrerebbe più strano di un rapporto fra una signora come Séverine e un delinquente rozzo, zoppo, violento, sdentato e pieno di cicatrici come Marcel. Eppure il rapporto funziona, in un certo modo i due si innamorano reciprocamente. Marcel viola le regole perché vuole Séverine tutta per sé, vuole entrare nella sua vita fuori di lì: dove abita, con chi sta. Séverine cerca di sottrarsi: sparisce dalla casa di Madame Anais e fa un viaggio al mare col marito. Marcel quasi impazzisce, la cerca dappertutto. Finalmente Séverine torna, Marcel la percuote, ma tutto sembra tornare come prima, anche se Marcel continua a voler penetrare nella vita della ricca signora.


Arriva Husson, da Madame Anais. Husson, che voleva diventare l'amante di Séverine e che è stato respinto. Séverine cerca di non farsi vedere voltandosi verso il muro, ma infine Husson la scorge. Adesso è lui il più forte, può raccontare tutto a Pierre in qualsiasi momento. Quindi, Séverine sparisce. Sa di essere ricattabile e non va più da Madame Anais, che è priva del suo indirizzo. In una fantasia, vede il duello alla pistola fra Pierre e Husson in cui è lei ad essere colpita.


L'ssossionato e ossessionante Marcel non molla, riesce a sapere dove abita Séverine ed entra in casa sua. Vuol sapere chi è l'uomo con cui sta Séverine, che a stento riesce a farlo uscire di casa. Marcel si nasconde per strada, aspetta che arrivi Pierre e gli spara tre colpi di pistola. Poi fugge, inseguito dalle auto della polizia. Sarà colpito a morte alcune strade più in là.


Finalmente Séverine è tranquilla. Assiste giorno e notte Pierre, paralizzato e semicieco, che non sa perché quello sconosciuto gangster gli abbia sparato. Un giorno da loro si presenta Husson e dice a Séverine che svelerà la verità a Pierre, così non si sentirà in colpa di essere assistito continuamente da lei. Quando Husson esce dopo aver parlato con Pierre, Séverine va da Pierre e lo trova morto in poltrona. Finisce così?



Non è detto: Séverine lavora al tombolo e compare Pierre in vestaglia, completamente ristabilito. Séverine e Pierre brindano insieme. Alla fine del film compare la carrozza, quella dell'inizio. Ci sono i sue cocchieri, si sente il suono delle sonagliere, ma la carrozza è vuota.


Catherine Dorléac, figlia dell'attore Maurice Dorléac e dell'attrice Renée Deneuve, nasce nel 1943 a Parigi. Debutta nel cinema con "Les collégiennes" (1957) di André Hunebelle. Anche sua sorella Françoise, maggiore di un anno, diviene un'attrice famosa, ma perde la vita nel 1967 in un incidente d'auto.
Il successo arriva a Catherine con "Les Parapluies de Cherbourg" (1964) di Jacques Demy, con "Repulsion" (1965) di Roman Polanski e con "Bella di giorno" (1967) di Luis Buñuel.

Ha vinto il César come migliore attrice due volte: nel 1981 con "Le dernier métro" di François Truffaut e nel 1992 con "Indochine" di Régis Wargnier.
Nel 1963 nasce il figlio Christian, dalla relazione con Roger Vadim, nel 1972 la figlia Chiara, dalla relazione con Marcello Mastroianni.
Un matrimonio (durato dal 1965 al 1972), col fotografo David Bailey.
E' stata presidente della giuria della 63a Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia (2006).
IMDb le attribuisce ad oggi 108 titoli, qui sotto inserisco, in ordine cronologico, immagini da 17 di questi film:

"Le vice et la vertu" (1963) di Roger Vadim

"Les parapluies de Cherbourg" (1964) di Jacques Demy

"Repulsion" (1965) di Roman Polanski

"La vie de château" (1966) di Jean-Paul Rappeneau

"Les demoiselles de Rochefort" (1967) di Jacques Demy

"La sirène du Mississipi" (1969) di François Truffaut

"Tristana" (1970) di Luis Buñuel

"Peau d'âne" (1970) di Jacques Demy

"Touche pas à la femme blanche" (1974) di Marco Ferreri

"Le dernier métro" (1980) di François Truffaut

"Le choix des armes" (1981) di Alain Corneau

"Speriamo che sia femmina" (1986) di Mario Monicelli

"Le temps retrouvé" (1999) di Raoul Ruiz

"Dancer in the Dark" (2000) di Lars von Trier

"8 femmes" (2002) di François Ozon

"Palais royal!" (2005) di Valérie Lemercier

"Après lui" (2007) di Gaël Morel

13 commenti:

annalisa6604 ha detto...

sai che prima o poi quella foto con il cavallo te la ruberò!!!!!!

Solimano ha detto...

E farai bene, Annalisa, a prendere l'immagine di Catherine Deneuve vicino alla testa del cavallo. Molto intrigante. Con te cavallerizza mi va di essere cavalleresco.

Richiama qualche immagine di Jane Fonda come Frederika von Metzengerstein.
E il nesso c'è, evidentissimo: Roger Vadim! La vita personale delle attrici conta qualcosa, al di là dei film.

saluti Annalisa
Solimano

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