martedì 17 novembre 2009

A cavallo della tigre (1)

A cavallo della tigre di Luigi Comencini (1961) Sceneggiatura di Luigi Comencini, Agenore Incrocci, Mario Monicelli, Furio Scarpelli Con Nino Manfredi (Giacinto Rossi), Mario Adorf (Mario Tagliabue), Valeria Moriconi (Ileana Rossi), Gian Maria Volonté (Papaleo), Raymond Bussières (Il Sorcio), Luciana Buzzanca (Olga), Ferruccio De Ceresa (Coppola) Fotografia: Aldo Scavarda Musica: Piero Umiliani e la canzone "Il mare" di Pugliese-Vian (102 minuti) Rating IMDb: 6.8

Solimano

Il carcerato Giacinto Rossi (Nino Manfredi) ha ottenuto di poter svolgere la mansione di aiuto infermiere. Lo si vede, nell'immagine di apertura del post, mentre maneggia dei raccoglitori di urina (comunemente detti pappagalli). Lo fa tutte le mattine. E' stato condannato a tre anni di prigione per simulazione di rapina. Il vecchio pescatore che l'ha denunciato ai carabinieri, poi si è pentito, perché Giacinto ha una famiglia (moglie e due figli) che adesso è rimasta in mezzo alla strada. Il pescatore, per farsi perdonare, spesso manda delle vongole a Giacinto, però le vongole arrivano in carcere marce e puzzolenti. Giacinto apprezza il gesto, ma le butta via.

Giacinto, di per sé, non sarebbe un delinquente. Solo che nella vita le sbaglia tutte. Cerca di comportarsi bene in carcere perché vede la possibilità di uscire dal carcere sei mesi prima per buona condotta. Così a Natale rivedrebbe la famiglia a cui è molto affezionato. E' ricco di sentimento ed ha una bella voce. Qui lo vediamo durante l'ora d'aria mentre esegue questa canzone (di Pugliese-Vian):

Il mare
è la voce del mio cuore,
è la voce del tuo cuore
che ci unisce ancora.

I miei baci a te,
i tuoi baci a me
ce li porta
il mare

L'accompagnamento musicale lo fanno due detenuti: uno con il pettine e l'altro con rumori ascellari. Solo che, regolarmente, nel momento di maggiore commozione, sulla nuca di Giacinto arriva un oggetto contundente tirato da qualche detenuto dal cuore duro.

All'interno del carcere c'è una gerarchia occulta fra i detenuti. Qui vediamo (in canottiera bianca), vicino a Giacinto, uno dei tre componenti del gruppo più temuto e rispettato: si tratta de Il Sorcio (Raymond Bussières), noto per la sua furberia e per l'abilità manuale nel costruire aggeggi di ogni tipo.

Un altro componente del gruppo dei tre è il terribile Mario Tagliabue (Mario Adorf), condannato ad una lunga pena per aver ucciso il compare che l'aveva tradito con diciotto biciclettate dopo averlo inseguito per trenta chilometri. Nell'immagine ha l'espressione ancora più cattiva del solito perché un ascesso dentario lo sta facendo soffrire ferocemente.


Il terzo appartenente al gruppo è Papaleo (Gian Maria Volontè), un professionista laureato che ha ucciso con una fucilata un uomo che aveva rapporti con la sua fidanzata. Un forte senso dell'onore, naturalmente, ed una gran voglia di evadere per completare il delitto d'onore: la sua fidanzata, per il momento, l'ha passata liscia. A suo tempo, sul quel delitto d'onore, uscì un paginone su La Tribuna Illustrata.

Tagliabue, Papaleo e il Sorcio hanno preparato un piano di evasione in cui coinvolgono Giacinto, che di per sé non vorrebbe evadere perché spera nella buona condotta. Giacinto serve ai tre perché, raccontandogli delle storie, sanno che finirà per dirle al capo dei custodi, così loro potranno realizzare il piano vero, depistando i custodi. Il piano incredibilmente funziona, solo che i tre si trovano con un evaso in più, proprio Giacinto, che costituisce un inciampo.

Come si vede, il Sorcio non c'è: è andato a Roma promettendo di tornare da loro, ma chi s'è visto s'è visto (riapparirà più tardi). Dei tre che sono rimasti, l'unico ad avere le idee chiare è Papaleo, che vuole ritrovare la fidanzata fedifraga. Gli altri due non sanno esattamente cosa fare. Tagliabue e Papaleo vorrebbero liberarsi di Giacinto.

Ma quando si accorgono che Giacinto, rimasto da solo in mezzo alla strada, è un obiettivo troppo facile per le forze dell'ordine, lo chiamano e lo riprendono con loro.

Nello sguardo di Papaleo si coglie una assoluta determinazione: è riuscito a sapere dove sta attualmente la sua fidanzata. Lascia i due compagni di fuga perché deve vendicare del tutto il suo onore.


Nella fuga si inserisce un episodio drammatico. Giacinto e Tagliabue hanno bisogno di procurarsi degli abiti, per non girare vestiti da carcerati. In una cascina di campagna trovano una giovane donna con un figlio piccolo (il nome dell'attrice non lo so). Tagliabue, in camera, minaccia la madre prendendole il figlio piccolo, così la madre è costretta a dire al carabiniere di passaggio che non ha visto nessun evaso.

Successivamente Tagliabue cerca addirittura di usare violenza alla donna, ma interviene Giacinto, che quando ci sono dei bambini di mezzo diventa un altro uomo e che sottrae la donna a Tagliabue.

Papaleo è arrivato al posto dove si trova la sua fidanzata Olga (Luciana Buzzanca). Si tratta di una colonia estiva in cui la ragazza, che è con la madre, fa la cuciniera. Papaleo penetra nella stanza di Olga, che viene sorpresa mentre si sta lavando la testa e guarda atterrita Papaleo. Che succederà, adesso?
(continua)