sabato 11 agosto 2007

I caratteri nel cinema: Mui

Solimano
Siamo nel 1951. Mui ha dieci anni (Man San Lu), viveva in un villaggio, ma la madre è rimasta vedova e l'ha mandata a Saigon a servire presso una famiglia. Mui è timida e parla poco, ma è attenta ed intenta, così finisce che nella famiglia quasi tutti hanno a che fare con lei.
La serva più grande, anzitutto, che prima la fa lavorare e basta, poi comincia a raccontarle di sé, e Mui ascolta. Anche la madre di famiglia (Thi Loc Truong), che ha tre figli, e vede in lei una figlia che aveva e che ha perduto, la nonna (Anh Hoa Nguyen), che non si muove dalla sua camera al piano di sopra, sempre seduta davanti alle foto del marito, che ha perso giovane, e della nipotina. A suo modo si occupa di Mui anche il figlio più piccolo, e fa spesso a Mui dei dispetti crudeli : versa dal secchio l'acqua sporca sul pavimento che Mui ha appena pulito, piscia nei vasi, la spaventa con un lucertolone legato ad una corda. Anche un vecchio innamorato della nonna si confida con lei per chiederle notizie, perché non la vede in faccia da sette anni.
La vita di ogni giorno di Mui dovrebbe essere brutta, ma non è così, perché guarda le persone, gli animali, le piante e le cose come se appartenesse a ciò che vede. Così sorride quando vede una formica che trasporta una briciola molto grossa, quando il frutto della papaya è stato appena staccato ed il lattice bianco cola dal ramo su una foglia, quando una rana salta vicino ai suoi piedi, quando riesce ad avere una gabbietta per i grilli. Il secondo figlio invece accende una candela per far colare la cera sulle formiche, e schiacciarle ad una ad una con le dita.
Il figlio grande ha un amico di famiglia ricca, Khuyen (Hoa Hoi Vuong) che ha passione per la musica ed è bello, Mui ne rimane colpita, ed è contenta il giorno in cui tocca a lei portargli il vassoio con la colazione ed appoggiarlo sul piano. Sorride, tornando fra le pentole. Prima però, si era specchiata nell'acqua. E' una vita che si svolge in basso, sia per il lavoro sui pavimenti, sia per cucinare, perché lei e la serva grande lo fanno nel cortile accosciate o sedute su sgabelli, ma la vita di Mui non è bassa, a vederla così, oggettivamente (come diciamo noi) dovrebbe essere una continua tristezza, ed invece sorride, di un sorriso quello sì a bassa voce.
Passa il tempo, adesso Mui ha vent'anni (Tran Nu Yen-Khe) e nella famiglia hanno pochi soldi, quindi decidono che è meglio che Mui vada a servire da Khuyen, che è ormai un musicista che vive per conto suo. Mui è molto affezionata alla madre di famiglia, e quando glielo dicono scoppia a piangere, però quando si tratterà di lasciare la casa con la piccola valigia e la gabbietta dei grilli, dovrà essere lei a consolare la madre , a cui sembra di perdere la figlia per la seconda volta.
Khuyen parla ancor meno di Mui, anche perché ama la musica e la suona spesso sul suo pianoforte, uno Steinway & Sons. E' anche uno che legge e disegna. Quindi, in quella casa, quasi l'unica voce che si sente è quello della fidanzata di Khuyen, che veste all'occidentale, e spesso cerca di strappare Khuyen dal piano, cosa che lui non gradisce. A volte si appartano nella camera di lui, così Mui scopre sul letto il rossetto delle ragazza, lo guarda curiosa, ma non l'adopera. E' tentata di infilarsi i sandali dorati, lei che gira a piedi scalzi, ma si ferma e non lo fa. Finché arriva il giorno in cui Mui scopre nel cassetto del comodino un disegno fatto da Khuyen che ha disegnato il suo viso senza dirle niente. Quando luciderà le scarpe di Khuyen, ci infilerà per un po' i suoi piedi piccoli, a lavoro finito. Quando ritroverà il rossetto, lo userà adagio sulle labbra. Si metterà la collana a fili d'oro che le ha donato la madre di famiglia. Finché una notte Khuyen, dopo aver suonato e camminato a lungo per casa, apre la porta della camera di Mui, entra, e la richiude adagio.
La scena della fidanzata sarà molto mossa: libri e spartiti rovesciati, vasi rotti, anello gettato. Ma poi Mui rimette la casa a posto. Il primo dono di lui sarà un abbecedario - Mui è analfabeta - e lui le detterà: "Un mio amico ha un cane nero molto lungo e con grandi orecchie", ma dopo qualche tempo è lei che legge ad alta voce - così lui sente - un brano su come sono i ciliegi in primavera. Mentre legge, la camera scende e si vede che Mui è incinta, poi la camera sale sopra Mui, lungo la statua del Buddha, e si ferma sul sorriso, che è lo stesso sorriso di Mui.

P. S. Il film è Il profumo della papaya verde.

2 commenti:

Habanera ha detto...

Ma che bello che è questo racconto de "Il profumo della papaya verde".
Solimano, sei un mago!

Abbracci & saluti
Habanera

Solimano ha detto...

Habanera, ti ringrazio.
A vedere questo film, verrebbe da dire che la favola di Cenerentola l'hanno inventata perché il vietnamita ci facesse un film così bello. Ma ne scriverò fra un po' di tempo, per il momento ho fatto un post di carattere.
A questa cosa dei caratteri e delle coppie io credo molto, perché per prima cosa è vero: esistono dei caratteri particolari che asssurgono ad univerali.
Come è vero che diversi film sono costruiti su un rapporto di coppia, che è un tema importante per tutti.
Come avrai notato, quando scrivo un post su un carattere, privilegio il nome del personaggio rispetto al nome dell'attore. Credo sia giusto, esattamente come, andando a teatro, parliamo di Amleto o di Mirandolina, mentre al cinema ci dimentichiamo addirittura i nomi dei personaggi. Questo fa capire quanta strada c'è da fare per un apprezzamento pieno dei film, ma è successo così per tutte le arti.

ricambio gli abbracci e i saluti!
Solimano