The Ballad of Cable Hogue di Sam Peckinpah (1970) Sceneggiatura di John Crawford e Edmund Penney Con Jason Robards, Stella Stevens, David Warner, Strother Martin, Slim Pickens, L.Q.Jones, Susan O'Connell Musica: Richard Gillis, Gerry Goldsmith Fotografia: Lucien Ballard (121 minuti) Rating IMDb: 7.4
Solimano
Hildy (Stella Stevens) è partita per San Francisco, e dopo poco tempo anche il Reverendo Joshua (David Warner) se ne va, non è più lo stesso dopo che ha conosciuto una come Hildy e le rischiose prediche alle pecorelle smarrite gli piacciono di meno.
Cable Hogue (Jason Robards) continua col posto dell'acqua che adesso si chiama "Cable Springs", ma dentro sa che i due amici finti torneranno, per cercare di fregarlo ancora.
Difatti arrivano ed è Cable a prevalere, con l'aiuto dei serpenti a sonagli: Taggart (L.Q.Jones) viene ucciso, Bowen (Strother Martin) umiliato e poi perdonato. Diverrà il fedele assistente di Cable.
Un giorno Cable vede arrivare dal deserto una cosa che non ha mai visto prima: una automobile. Alla guida c'è un autista nero e contegnoso, dietro c'è una passeggera: Hildy!
E' una signora elegantissima, adesso, tutta vestita di verde. Per me Hildy ci ha pensato, alla scelta del colore del vestito: il verde nel deserto è il colore più bello. La seconda immagine è un po' mossa perché Hildy e Cable non stanno fermi, corrono ad abbracciarsi. Hildy dice: "Non muoio più di fame e vado a New Orleans". E' rimasta vedova da poco, il vecchio ricco se n'è andato, adesso vuole che Cable venga con lei a New Orleans. Cable è assolutamente dell'idea e decide di vendere tutto e partire con Hildy.
Hildy e Cable sono lì, abbracciati e felici, è arrivata anche la diligenza. Tutti a curiosare intorno alla macchina automobile. Solo che la macchina parte da sola a motore spento. Va in discesa molto adagio. Nessuno sa cosa fare -l'autista è da un'altra parte- e allora ci pensa Cable, che ha fermato spesso i cavalli mettendosi davanti. Solo che una macchina non è un cavallo, e passa sopra a Cable, con le sue grandi ruote bianche. Non sembra niente di grave, ma Cable sa che dentro è schiacciato. Hildy è la prima a correre da lui.
Hildy cerca di tenerlo su, di farlo ridere, e Cable ride, come no, anche perché nel frattempo è tornato Joshua, che si è modernizzato anche lui, adesso viaggia su una motocicletta sidecar, un'altra novità. Ma quando gli amici dicono di portarlo in casa, Cable fa portare fuori il grande letto di ottone. Vuole stare all'aperto ed al sole. Cable dice, alla fine: "Nessun problema, sto morendo... Seppellitemi dove la sabbia è soffice e scavare non fa fatica".
Il sermone funebre lo tiene il Reverendo Joshua, che stavolta parla solo per l'amico, non fa la solita predica fascinosa e opportunista. Dietro di lui, sulla destra, c'è la sua motocicletta sidecar. A Cable hanno fatto una lapide molto semplice.
Ecco tre frasi di Joshua:
Come child, together we shall purge this grief from your soul and release your true spirit as we search a path to righteousness.
He charged too much. He was as stingy as they come. Yes, he might have cheated, but he was square about it. Rich or poor, he gouged them all the same.
Lord, as the day draws towards evening, this life grows to the end of us all, we say "Adieu" to our friend. Take him, Lord, but knowing Cable, I suggest you do not take him lightly. Amen.
Alla fine del funerale, loro non lo sanno, ma è come alla fine della Sinfonia degli Addii di Haydn: uno alla volta se ne vanno, ognuno in una direzione diversa. Il penultimo è Joshua. Resta solo Hildy.
Poi se ne va anche Hildy, partendo sulla macchina assassina. In primo piano, la sedia vuota di Cable.
Adesso, a "Cable Springs", non c'è più nessuno e ci si aggira sospettoso un cane della prateria. Così finisce il film, ma metto come ultima immagine lo sguardo di Hildy quando parte.
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