Jesus Christ Superstar, di Norman Jewison (1973) Sceneggiatura di Tim Rice e Norman Jewison Con Ted Neeley, Carl Anderson, Yvonne Elliman, Barry Dennen, Bob Bingham Fotografia di Douglas Slocombe Musiche di Andrew Lloyd Webber (108 minuti) Rating IMDb: 6,7
Barbara sul suo blog Lavoretti
Tutto era iniziato per caso, una sera che Franti aveva avuto voglia di strimpellare il pianoforte.
-Ehi Lilli, te la ricordi la prima canzone di Jesus Christ Superstar?- aveva chiesto.
-Certo- aveva risposto prontamente lei, che sull’argomento forse ne sapeva più dello stesso Lloyd Webber. – “Heaven on their minds”. Perché?
Franti buttò giù qualche accordo, canticchiando la melodia – Qui, in questo punto- domandò, premendo un accordo – faceva così- dleng- oppure così?-dlong.
-Nessuno dei due- disse lei con sicurezza. – La canzone fa così: “Listen Jesus to the warning I give…”
- Aspetta- la fermò lui, correndole dietro con gli accordi- non ho capito niente! Ripeti!
-“Listen Jesus to the warning I give…”
- Mica l’hai fatta uguale a prima.
- Come no? “Listen Jesus to the warning I give…”
-Pure questa è diversa.
-No, è sempre uguale.
-Sei stonata come una campana.
Andò a finire che presero il dvd, per ascoltare il brano in questione e decidere una volta per tutte quale era l’accordo di “Listen Jesus to the warning i give…”.
In tutto questo la piccola Emma era stata zitta, accucciata in un angolo a colorare l’album di Winnie the Pooh e il pigiamino, anch’esso di Winnie the Pooh; ma quando vide che i due stavano tirando fuori dallo sgabuzzino il carrello della televisione si affrettò a mettersi in prima linea, pur tenendo stretto nella manina il fedele pennarello blu (o bilù come diceva lei), che poteva sempre arrivarle un’ispirazione e bisognava essere pronte.
Quando i ragazzi avviarono il film, dopo pochi fotogrammi la piccola iniziò a saltellare entusiasta e, indicando lo schermo su cui era fugacemente apparso Ted Neely vestito da Cristo, urlò:
-GGGiiiiisùùùùùùùù!!!
Lilli e Franti, agnostici da tempi immemorabili, si guardarono sbigottiti.
-Ma glielo hai insegnato tu?- chiese il ragazzo, mentre la bambina continuava a saltellare contenta tutte le volte che compariva “Gisù”.
-Io? No, non mi pare- rispose Lilli un po’ dubbiosa. –Probabilmente è stata mia madre-azzardò.
-Nonna Gisù- rispose Emma, tirando bacetti allo schermo.
Andò a finire che da quella sera Jesus Christ Superstar divenne un tormentone nella loro casa.
Emma, sensibile a musichette e canzoncine, si appassionò talmente tanto che tutte le sere voleva vederlo, per ballare ed ascoltare i suoi brani preferiti, che guarda caso e con immenso orgoglio di Franti erano proprio i migliori del musical, segno dell’indiscusso genio della piccoletta.
L’unico problema nacque in seguito all’entusiasmo che la bambina manifestò nei confronti dell’ amichetto di Gisù, ovvero Giuda, ovvero Carl Anderson, ottimo cantante soul di colore scelto fra molte polemiche di allora per interpretare l’Iscariota.
Emma andava pazza per Giuda, e mentre tutte le altre paroline che diceva erano ciancicate e impastrugliate (“Mena” per Maddalena, “Rote” per Erode , “Pero” per Pietro) la parola “Giuda” le usciva limpida, cristallina e chiarissima.
Meglio che ad un teologo.
Come ebbe modo di accorgersi il venditore marocchino che incontrarono una domenica mattina al bar.
“GGGiiiiudaaaaaaaa!!!!” lo additò piena di gioia la bimba.
E anche il sacerdote che stava celebrando il matrimonio dei loro amici Berto e Luisa, che nel pieno raccoglimento, al momento dell’offertorio, sentì dal fondo della chiesa una allegra vocina esclamare “Pane Giudaaaaa!!!!”
Io c'ero, quando uscì il film. Ricordo ancora le polemiche e i posti di blocco di CL fuori dei cinema, per lesa religione...
RispondiEliminaPoi ho visto il film, e mi è sembrato tanto rumore per nulla. E' un bel film, e anche un buon film: tutto sommato, il Vangelo è reso meglio qui che in Zeffirelli e in Mel Gibson. E' meglio soprattutto perché gli autori sono coscienti di quello che stanno facendo: un musical sulla vita di Cristo, un po' come le Sacre Rappresentazioni dei secoli passati, e le sequenze iniziali lo spiegano benissimo.
(però a me Lloyd e Webber nun me sono mai piasciuti tanto...)
(le bambine sì, ne avrei tanto voluto avere un paio di mie!)
Giuro che è tutto vero al 90%,
RispondiEliminapiccolissime forzature
Franti
E' la passione di Cristo dal punto di vista di Giuda.
RispondiEliminaQuesto scarto lo rende particolarmente interessante.
Ovviamente Emma non è interessata a questi cavilli
Concordo sulla preferenza per "questo" Gesù rispetto a quello di Zeffirelli e Gibson. Carl Anderson era (é?) una forza della natura: Ted Neely, in confronto, appare molto più scipitino.
RispondiEliminaAndate in pace!
Roby
PS: e un bacino a Emma!
Benvenuto Franti, attenderemo l'età scolare di Emma, personalizzando il modulo-commenti con le righe o coi quadretti, scelta difficile.
RispondiEliminaParrà strano, ma un buon cinema religioso esiste, specie in Francia, in cui ho notato che anche registi molto laici trattano con serietà i temi religiosi. Ma il motivo è che nel Novecento hanno avuto scrittori come Claudel, Peguy, Bernanos, Maritain, Mounier, anche Mauriac e Simone Weil. Ogni volta che andavo a Parigi, mi ricordavo di andare a Messa la domenica: era sempre una bella esperienza, e non faccio un discorso estetizzante, l'impressione era di trovarsi insieme a persone convinte ma non fanatiche né faziose né incarognite né superstiziose. Poi, nelle principali chiese di Parigi, la domenica suona sempre l'organo.
Essere minoritari da due secoli aiuta.
Grazie Barbara e saludos
Solimano