Indy e Marion
Raiders of the lost ark, di Steven Spielberg (1981) Soggetto di George Lucas e Philip Kaufman, Con Harrison Ford, Karen Allen, Paul Freeman, Denholm Elliott, John Rhys-Davies Musiche di John Williams, Fotografia di Douglas Slocombe (115 minuti) Rating IMDb 8,7
RobyIl 5 ottobre 1981 la soprascritta, giovane ed entusiasta papirologa fresca di studi, sbarcava al Cairo al seguito di una spedizione archeologica universitaria, e come primo atto della sua avventura egiziana si affrettava a comprare una foto formato poster del sarcofago di Tuthankamen. "Signorina," la redarguì uno dei membri anziani del gruppo "ma non lo sa che Tuthankamen porta jella?" "Figuriamoci!" replicò la neofita, giuliva "Io NON CI CREDO, a queste cose!" . Giusto la mattina dopo, a mezzogiorno, il presidente Sadat cadeva vittima di un sanguinoso attentato estremista...
Alla fine di quello stesso ottobre -tu guarda la combinazione!- usciva nelle sale italiane la prima impresa cinematografica di Indiana Jones, ambientata proprio tra piramidi e tombe faraoniche. L'operazione, frutto degli sforzi congiunti di Steven Spielberg e George Lucas, si trasformò immediatamente in un successo planetario, risultato della felice concomitanza di un'azzeccatissima serie di fattori.
Nella tomba del faraone
1°. l'ambientazione nella terra dei faraoni, che già da sola attira il pubblico come una calamita: basti vedere l'impennata dell'audience televisiva di Superquark, Ulisse, Voyager e Stargate, allorquando il palinsesto preveda l'ennesima intervista con il soprintendente alle antichità Zakhi Awass che spiega per la settantasettesima volta la faccenda del tunnel segreto della piramide di Cheope, orientato esattamente verso la costellazione di Orione
2°. il carisma del protagonista, Harrison Ford: un mix ben calibrato di humor, sex-appeal, autoironia e fascino, nel segno dei migliori interpreti del vecchio genere "avventuroso" (Douglas Fairbanks, Erroll Flynn, Stewart Granger e via dicendo)
I "cattivi", un attimo prima della fine
3°. il ritmo mozzafiato, senza mai indulgere in romanticherie e lungaggini eccessive: qui si corre, si salta, ci si arrampica, si scava, si vola, si precipita e ci si rialza in un baleno, senza soluzione di continuità alcuna
4°. la colonna sonora, divenuta subito un must: bambini e ragazzi di oggi la sanno canticchiare senza esitazione, così come quelli di ieri erano in grado di fare con l'Inno di Mameli
5°. la rassicurante suddivisione dei ruoli: i buoni, qui, sono inconfondibilmente tali, mentre i cattivi sono perfidi sino in fondo (e difatti finiscono esemplarmente liquefatti dal turbine incandescente della divina potenza)
George Lucas ed Harrison Ford, in una pausa di riflessione
Insomma, se tener dietro al susseguirsi spesso convulso dell'azione -in questo più che negli altri film della serie- può essere fisicamente faticoso, la mente ne esce quasi riposata, rinfrancata dall'ennesima dimostrazione che il crimine non paga, che l'eroe (per scanzonato e un po' bastardo che sia) mantiene dall'inizio alla fine la sua bella aureola sberluccicante intorno al cappello a tesa larga, e che finalmente possiamo andare tutti a casa a goderci un buon sonno ristoratore.
Lo stesso sonno che si appresta a dormire -confusa tra mille altri anonimi reperti negli sterminati sotterranei del museo- la tanto ricercata arca dell'alleanza, perduta, ritrovata e poi di nuovo smarrita. Almeno fino all'arrivo di qualcuno disposto a raccogliere frusta, cappello e giubbotto e a partire in idrovolante per il delta del Nilo. Perchè ogni generazione cinematografica ha avuto, ha e (grazie ad Ammon-Ra) avrà sempre il suo Indiana Jones.
[Dedicato a Sergio Bosticco (1920-2007)
Indiana Jones io l'ho conosciuto davvero. Non aveva la frusta, nè il giubbotto di pelle, nè il cappellaccio (quelli li usava solo sullo schermo), e visto di persona appariva più alto e più magro. Ma bastavano cinque minuti per capire che -sotto la maschera lievemente ironica, venata di humor quasi britannico- si nascondeva proprio il famoso archeologo, intrepido scopritore di tombe, arche, sacri graal ed altri oggetti da tempo perduti.
Il mio Indy personale, l'impagabile professore di egittologia dei miei lontani anni universitari, se n'è andato silenziosamente nella notte di domenica 21 ottobre, seguendo le tracce di uno degli ultimi, grandi misteri rimasti: quello riguardante ciò che si cela là dove ogni sera, puntualmente, ad ogni latitudine il sole inesorabilmente tramonta]
Nel mio mondo di piccoli e rari piaceri, dopo aver letto, anzi intravisto che tornerà Indiana Jones, una piccola palpitazione al cuore. E' il caso di parlarne, credo che potresti (a meno che non mi sia perso qualcosa). Credo che nella tua descrizione delle caratteristiche della saga del dott. Jones sia sottinteso il suo essere favola, magnifica favola. Credo che il mondo non sia più adatto ad accogliere tanta genuina voglia di sognare, neanche al cinema. Per esempio ed esagerando, al posto del redivivo Ford, che reinterpreterà il ruolo del protagonista, vedrei un più terragno Russel Crowe. Che ne pensi? Seguo sempre con piacere i tuoi articoli. Mi ha appassionato quello su Deborah Kerr, anche se non la conoscevo. Ciao,
RispondiEliminaGioacchino
OK, lo confesso: a me Indiana Jones non piacque, mi annoiai! Troppa azione per l'azione, poche sorprese. Sopprattutto, a differenza delle favole vere, il personaggio di Indiana non ha un percorso interiore/esteriore (quello che può far rabbrividire e sorprendere), ma solo l'unidimensionale svolgimento di un videogioco spara-spara, con tanti mostriciattoli che ti vogliono far fuori.
RispondiEliminaSono certo, Roby, che il tuo Indy personale valeva fantastilioni di Indy di celluloide.
Ciao,
Nicola
PS Guerre Stellari, invece, mi piacque assai di più.
A me invece piacque, perchè mi sorprese, all'inizio del film Indiana Jones sembra un topo di biblioteca, poi cambia repentinamente.
RispondiEliminaPerò ci sono altri due film che preferisco (e indovinerete quali sono) in cui c'è un personaggio che è impagabile nei film d'avventura, anche se cominciò con un altro genere: Kathleen Turner. Ogni tanto sembra che sia impaurita, ma non credetele, è una bugiarda di primo ordine. In compenso Michael Douglas mi piace meno di Harrison Ford, lo trovo... esagerato! In tutto.
good night
Solimano
Quello che più mi affascina, ne sono quasi ipnotizzato, è vedere Zaki Hawass, con la panza che si ritrova, mentre riesce ogni volta ad infilarsi in un buco da conigli sotto il muro della piramide. E’ meglio di un prestigiatore, mozzafiato ed entusiasmante, un vero thriller... (ce la farà? rimarrà incastrato e dovranno tirarlo fuori?). Una meraviglia, e forse mi immedesimo perché anch’io sono quasi di quel giro vita: però sono più alto, temo proprio di essere troppo alto per i cunicoli delle piramidi...
RispondiElimina(sottolineo il “quasi”: il mio girovita è sotto controllo, tortelli d’erbette a parte)
Scherzi a parte, non conosco Sergio Bostricco ma mi associo ugualmente. Le persone così rendono più ricco e piacevole il mondo O forse dovrei dire che lo rendevano: non ne vedo più molti in giro, di tipi umani come quello che descrive Roby.
GIOACCHINO, avevo già scritto qualcosa su Indiana Jones in generale l'11 giugno scorso. So del previsto capitolo IV, e la tua ipotesi di Russell Crowe come nuovo protagonista mi vede consenziente (Crowe è un'altra delle mie passioni segrete): ma chi interpreterebbe? Il fratello minore di Indiana ? Suo cugino? Suo nipote? Un collega più giovane?
RispondiEliminaGrazie dell'apprezzamento: felice di averti "presentato" Deborah Kerr!
NICOLA, solo a prezzo di sovrumani sforzi riesco a sopportare la rivelazione che NON TI PIACE INDY!!!! Non ti è bastato il rapporto padre - figlio con Sean Connery nell'Ultima crociata come percorso interiore???
SOLIMANO, la Kathleen Turner di cui parli potrebbe essere davvero la controparte femminile del dottor Jones, meglio delle sue partner, nel complesso o antipatiche o scialbe [GELOSA, IO???? MA VA'!!!!]
GIULIANO, la panza di Zakhi è un vero "cult" !!!! E poi quel suo inglese marcatamente arabo, calcatissimo su vocali e consonanti... un capolavoro, un mito, un mago della comunicazione audio-visuale!
Ma-es-salama [=ciao]
Roby
Sono stata allieva del professor Bosticco dal 1986 al 1992. Ne avrei di aneddoti da raccontare. Lui era uguale solo a lui! Me lo disse anche la figlia Cecilia quando ci trovammo a partorire fianco a fianco. Da quel momento ogni volta che mi vedeva sorrideva e agitava il dito... Non ero più quella matricola che gli aveva rifiutato un 27 ma ero la mamma della bimba nata con la sua nipotina.
RispondiEliminaA volte ho pianto perché lui chiedeva molto ai suoi studenti ma tutto quello che mi ha insegnato non lo dimenticherò mai. Era burbero da morire ma era un uomo buono, ne ebbi la dimostrazione il giorno che lasciò l'università ed io e una collega gli regalammo due rose. Quella volta ha pianto lui ma di commozione. Gli insegnamenti che ho ricevuto dal professor Bosticco non hanno prezzo!
Sono stata allieva del professor Bosticco dal 1986 al 1992. Ne avrei di aneddoti da raccontare. Lui era uguale solo a lui! Me lo disse anche la figlia Cecilia quando ci trovammo a partorire fianco a fianco. Da quel momento ogni volta che mi vedeva sorrideva e agitava il dito... Non ero più quella matricola che gli aveva rifiutato un 27 ma ero la mamma della bimba nata con la sua nipotina.
RispondiEliminaA volte ho pianto perché lui chiedeva molto ai suoi studenti ma tutto quello che mi ha insegnato non lo dimenticherò mai. Era burbero da morire ma era un uomo buono, ne ebbi la dimostrazione il giorno che lasciò l'università ed io e una collega gli regalammo due rose. Quella volta ha pianto lui ma di commozione. Gli insegnamenti che ho ricevuto dal professor Bosticco non hanno prezzo!
Cara Kishanna, ti ringrazio infinitamente del commento ed ancora di più del ricordo di BOSTIKKU (così lo chiamavano in coro i bambini del villaggio vicino a cui andavamo a scavare, quando insieme a loro attraversava strade polverose e vicoli maleodoranti)
RispondiEliminaSaluti ed auguri di Buona pasqua!!!!