giovedì 2 agosto 2007

Le coppie nel cinema: Quel che resta del giorno

Solimano
Finalmente è fatta, James Stevens (Anthony Hopkins) parte da Darlington House sulla vecchia e lussuosa macchina che utilizzava sempre Lord Darlington (James Fox) prima dei guai dei suoi ultimi anni di vita, guai politici e di salute. Va a trovare una persona che non vede da vent'anni: Mary Kenton (Emma Thompson), che è stata governante alle sue dipendenze negli anni felici. Andavano perfettamente d'accordo, lui e Miss Kenton (allora non era sposata), entrambi precisi ed organizzati nello svolgere le incombenze quotidiane e nel gestire il personale, che allora era numeroso, non ridotto a poche persone come ora, che tutto è stato comprato da quell'americano, Jack Lewis (Christopher Reeve) che non è sgarbato, ma l'ascolta poco perché ha altro per la testa.
Poi con Miss Kenton sorse qualche problema, specie quando lui fece in modo che suo padre William (Peter Vaughan) venisse a lavorare a Darlington House. Forse non fu una buona idea, il padre era già molto anziano, ma a lui faceva piacere mostrargli come era considerato da tutti, a partire da Lord Darlington. Miss Kenton però si occupò di suo padre negli ultimi giorni di vita, quando lui era impegnatissimo perché tutto andasse bene nella Conferenza della Pace voluta da Lord Darlington.
Ma soprattutto Miss Kenton si inalberò quando Lord Darlington decise che quelle due ragazze, ebree olandesi, non continuassero più a lavorare lì e fossero rimandate a casa loro. Che poteva farci, lui? Lord Darlington avrà avuto i suoi motivi, a licenziarle, bisognava eseguire e basta. Ma il brutto fu quando lei si mise ad uscire, una sera ogni settimana. Andava con la bicicletta in paese per incontrarsi con uno che aveva lavorato con loro, uno che la voleva sposare. Lui sapeva che non era l'uomo adatto, difatti dopo annni si separarono, e stavano per divorziare, come lui aveva previsto.
Ma quando Miss Kenton venne da lui e con la faccia disperata gli disse che aveva deciso di andarsene e di sposarsi, che fatica gli toccò fare perché lei non si accorgesse del dispiacere che lui provava. La sentì piangere nella sua camera, stava quasi per entrare, ma riuscì a trattenersi.
Fra loro due hanno sempre parlato di lavoro, salvo due o tre volte che Miss Kenton cominciò a parlare d'altro, ma lui riportava il discorso sul lavoro, che è stato la sua vita.
Ora quel mondo è finito: l'americano lo ascolta tollerante, ed ora, durante il viaggio, lui si accorge di come è diversa la gente, come ragiona in un modo che lui non capisce. Non ha più il suo mondo, ed è tardi per farsene uno nuovo, però c'è questa persona, Mary Kenton, di cui si ricorda benissimo, e a cui non ha smesso di pensare nei vent'anni che sono passati. E allora si potrebbero fare cose diverse, andare via da Darlington House, persino vivere insieme, una così non l'ha mai conosciuta.
Ma quando si incontrerà con Mary Kenton verrà a sapere che la figlia di lei si è sposata ed avrà un bambino, e che lei ha deciso di riappacificarsi col marito e di godersi la figlia ed il nipote, nel tempo che le resta. Una stretta di mano, e si vede che quando le dita si separano è davvero per sempre.
A James Stevens resta soltanto di tornarsene in quella che era Darlington House, e passare lì i suoi ultimi anni, sperando che l'americano abbia ogni tanto qualcosa da fargli fare. Il sentimento che prova è uno solo: ha sprecato la sua vita, aveva trovato una donna che l'amava e che anche lui amava, e ha fatto in modo che di questa cosa, l'unica importante, non parlassero mai insieme. E' andata così, poteva andare in modo diverso. Lei almeno è tranquilla, a suo tempo ci ha provato, glielo ha fatto capire in mille modi che ci teneva, lui può solo sperare che non ci sia da soffrire troppo nel tempo che gli resta, da trascorrere solo.

4 commenti:

  1. Grazie Solimano!
    Questo è uno dei film che amo di più e avrei voluto parlarne ma non sarei mai riuscita a farlo sentire così, come sei stato capace di fare tu.

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  2. Habanera, adesso io il film l'ho messo ne Le coppie nel cinema, ma ci vorrà un post dedicato al film, in cui si sono tante cose, oltre al rapporto fra Mister Stevens e Miss Kenton.
    Io ci gioco, con i film belli, le viste logiche mi servono anche per parlarne spesso.
    Ci giocheremo a testa e croce chi lo scrive, oppure ne scriviamo tutti e due, perché no?
    Un grazie sentitissimo.

    saludos
    Solimano
    P.S. Ho visto le visite di ieri al Nonblog della gazza ladra. Sto cominciando a preoccuparmi per "Abbracci e pop corn", meno male che Habanera presto ricomincerà a scrivere film, facendo concorrenza a se stessa.

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  3. Questo film è bellissimo, e gli attori formidabili... sbaglio o era di Ivory? Credo di si... anche la colonna sonora è molto bella... E' da tanto che non lo vedo, ma ricordo ancora il ritratto di gentiluomo in costume elisabettiano che si scorge all' inizio... Autentico o falso cinematografico? Non saprei rispondere... chissà, si potrebbe fare anche un post dedicato alle "governanti nel cinema", se non altro per metterci proprio Emma Thompson... e la Deborah Kerr de "Il giardino di gesso".

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  4. Oyrad, qui abbiamo due modi per parlare dei film.
    Uno è direttamente, ad esempio un post su "Quel che resta del giorno", corredato di informazioni (quattro o cinque righe tratte da IMdb).
    L'altro, che non è in alternativa, è per viste logiche: La musica, La pittura, I luoghi, Gli oggetti, Il lavoro, I caratteri, Le coppie. E' più complicato a dirlo che a farlo, ed a mio avviso ha un grande vantaggio sulle consuete differenzizioni tipo western, noir, musical, commedia sentimentale, cioè per generi.
    I generi sono gabbie, le viste logiche no, sono trasversali.
    Così è probabile che di "Quel che resta nel giorno" escano in futuro anche prossimo, dei post su La musica, su Il lavoro, su I caratteri, oltre che sul fim come tale. Mi ci sono dilungato un po' perché ci credo, a questo modo. E aggiungo che è un modo anche gradevole per parlare più di una volta dei film che amiamo di più.

    grazie e saludos
    Solimano

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