Nel 1524 Lorenzo Lotto eseguì a Trescore, poco distante da Bergamo, un affresco rappresentante il martirio di Santa Barbara. L'affresco è nell'oratorio di Santa Barbara, attiguo alla villa dei Conti Suardi che lo commissionarono: il conte Battista Suardi, sua moglie Orsolina e sua sorella Paolina. Ancora oggi, la villa e l'oratorio sono di proprietà della famiglia Suardi.
Nell'affresco di quella parete, non suddivisa in scomparti, Lorenzo Lotto raccontò tutta la storia di Santa Barbara, facendola accadere attorno alla piazza del paese, affollata perchè è un giorno di mercato. Quindi, Barbara, i suoi nemici ed i suoi amici, persino il suo cagnolino bianco, compaiono diverse volte nell'affresco, in cui è presentata contemporaneamente tutta la storia, proprio come si cominciò a fare nel Novecento con i paginoni dedicati ai fumetti. La modalità è del tutto identica, manca - anche se non del tutto - il lettering, come manca spesso nei fumetti di azione, e questa è una storia di azione. Sottolineo che è un salto di qualità considerevole: prima, o si ricorreva al polittico a scomparti, o al massimo si rappresentavano nei lontani uno o due episodi collegati all'episodio centrale che era il tema del quadro o dell'affresco. Qui, in un unico spazio naturale (cittadino, campestre e boscoso), sono rappresentati episodi che si susseguono nel tempo, proprio come succede in un fumetto che non sia solo una striscia ma una storia. Di episodi, io ne ho contati diciannove, può darsi che qualcuno mi sia sfuggito.
Per ragioni di spazio non posso portare qui le immagini di tutti gli episodi - noi diremmo le vignette - però ne riporto lo svolgersi cronologico. Per gli episodi di cui riporto le immagini, uso un carattere di colore diverso.
1. Barbara, a Nicomedia, ammira la costruzione dell'alta torre che suo padre, il satrapo Dioscuro, sta facendo edificare. La seguono due damigelle, e davanti a lei il cagnolino fa festa. Ma Dioscuro la torre la costruisce per rinchiudervi la figlia, in modo che non ascolti quelli che predicano il Cristianesimo.
2. Barbara è rinchiusa nella torre, ma con lei c'è un santo vecchio, forse Origene, che si è introdotto fingendosi medico, e che la converte al Cristianesimo.
3. Barbara, in un cortile, prega rivolta al cielo. Le due damigelle sono in piedi dietro di lei.
4. Barbara insulta e forse danneggia la statua di una divinità pagana in un tempietto semicircolare. Ci sono ancora le damigelle e il cagnolino è accosciato sulle zampe posteriori.
5. Barbara prova a convincere il padre Dioscuro a convertirsi al Cristianesimo. Barbara con la mano indica il cielo e sembra che sia una discussione tranquilla.
6. Invece no, non è tranquilla per niente, a un certo punto Barbara deve fuggire, seguita dallo strascico giallo, rosso e blu, e Dioscuro, veramente fuori di testa, la insegue di corsa con la scimitarra sguainata. Le donne di casa, sulla soglia della porta, sono atterrite.
7. L'inseguimento prosegue nel bosco, Barbara ha perso le parti gialle e rosse dello strascico e riuscirà a sottrarsi a Dioscuro trovando un nascondiglio.
8. Un pastore, che ha un bel gregge di pecore tutte bianche, fa lo spione, ed indica a Dioscuro ed ai suoi scherani dove è nascosta Barbara.
9. In fondo si vede Dioscuro che trascina per i capelli Barbara in tribunale.
10. Un po' più avanti, Barbara, che è stata condannata e messa seminuda, viene presa a ferzate da due scherani.
11. In primo piano, Barbara è stata appesa per i piedi e viene presa a martellate. I suoi lunghi capelli scendono in basso ed il sangue cade dalle ferite finendo sul pavimento. Il cagnolino guarda in alto, vorrebbe essere vicino alla sua padrona. I tre episodi 9, 10 e 11 sono rappresentati insieme, e molto sottilmente Lorenzo Lotto utilizza la prospettiva come scansione temporale: l'episodio accaduto prima è quello in fondo, il più recente è in primo piano.
12. Nella notte, attraverso la grata di una prigione, c'è Cristo confortatore che benedice Barbara seminuda, inginocchiata di fronte a lui. Il cagnolino non è in prigione, ma si vede che vorrebbe esserci.
13. Un secondo giudice condanna Barbara al tormento delle fiaccole ardenti, che viene immediatamente eseguito, stavolta Barbara è appesa per le mani.
14. Un terzo giudice condanna Barbara al tormento della recisione delle mammelle, e il tormento viene eseguito.
15. Ed ecco Barbara nuda e con le mammelle sanguinanti che viene trascinata con le mani legate da una corda tirata da un manigoldo nella piazza del paese proprio nel giorno di mercato, a sommo disdoro. Dall'alto scende un angelo vestito di rosso che sta portando a Barbara un panno bianco con cui coprirsi.
16. Barbara è proprio al centro della piazza, in parte coperta dal drappo angelico. Le ferite alle mammelle sono scomparse. Poco davanti a lei il suo cagnolino la precede, fiero di esserle finalmente vicino. Il manigoldo continua a trascinarla, dietro sbucano le braccia di un altro che continua a prenderla a nerbate.
17. In alto a sinistra c'è la decapitazione di Barbara , eseguita dal padre Dioscuro con la sua scimitarra. Attorno, ci sono gli amici e le amiche di Barbara.
18. In alto al centro c'è un grande fumo. E' il fulmine giustiziere che incenerisce Dioscuro.
19. In basso a destra c'è un piccolo corteo: gli amici e le amiche portano il corpo di Barbara di nuovo nella piazza del paese, perché tutti la vedano per l'ultima volta.
L'anno scorso, a vedere questa meraviglia del 1524 sono andati in tremila: americani, tedeschi, giapponesi. Come italiani, diverse scolaresche, che si mangiano poi un panino sui prati.
Vi consiglio di cliccare sulle immagini: apparirano tanti particolari che non ho raccontato.
Di Lorenzo Lotto a Trescore ho scritto altre due volte, in modo diverso.
La prima è un Bel Momento su Arengario.
La seconda è Il mio amico Lorenzo sul Nonblog.
Qualche anno fa, durante un seminario universitario, al riguardo di questo capolavoro di Lotto è emersa una discussione sul fatto che i carnefici sono spesso dipinti con una gamba nuda al di sotto del ginocchio, e l' altra no. Si riconoscono per questo, e vestono panni secondo la moda dei lanzichenecchi. Ci si interrogava su questo insolito modo di denudare la gamba. Io avevo richiamato un quadro del Correggio dove si vedeno i carnefici che si liberano di una manica della giacca, e l' altra no, per colpire i santi-martiri. Supponevo quindi che questa singola gamba nuda fosse dovuta a motivi di utilità: ad esempio, per appoggiarsi a terra sul ginocchio e finire la vittima-martire ormai accasciata al suolo, o addirittura per appoggiare il ginocchio sopra il corpo del martire prima del colpo di grazia.
RispondiEliminaOyrad, riguardo il Correggio, ho controllato il Martirio di quattro Santi che sta nella Galleria Nazionale di Parma, ed in effetti i due carnefici hanno libera la spalla destra, quella che è impegnata nella uccisione.
RispondiEliminaSembrerebbero piccole cose, ma in realtà aiutano a capire meglio le motivazioni degli artisti.
I grandi libri sull'Iconologia di Panofsky e Gombrich vanno letti, fra l'altro non sono per niente affaticanti, danno il gusto di scoprire una cosa nuova quasi in ogni riga. Ma anche Federico Zeri ha scritto delle bellissime cose a questo riguardo, mi ricordo alcune righe divertentissime sull'arte delle forme diverse di pane in Sardegna. E' solo un piccolo esempio, ma che fa capire quanto fosse grande la sua sana curiosità.
Senza curiosità non si va da nessuna parte.
saludos
Solimano
Ciao Primo,
RispondiEliminabellissimo questo film-affresco. Spero emularti presto con qualche altro ciclo -predelle, capitelli, bassorilievi.
Ci risentiremo dopo le ferie, a fine agosto.
Riciao,
Nicola