Solimano
Ed ecco il quarto ed ultimo post con le immagini di Pinocchio. Ultimo per il momento, non si può mai dire: chi vuol esser lieto, sia / di doman non c'è certezza.
Il magnifico libro da cui ho tratto le immagini è "Pinocchio e la sua immagine", pubblicato nel 1981 (Editore Giunti Marzocco). Fu edito nell'occasione della mostra omonima che si tenne per il primo centerario della scrittura di "Pinocchio" di Collodi (Carlo Lorenzini).
L'edizione che ho trovato nella Biblioteca di Lissone è quella del novembre 2006.
Il saggio introduttivo, intitolato "La corsa del Briccone" è di Antonio Faeti. L'impianto generale, col saggio "Uno, nessuno, centomila" e con le ampie schede sui singoli illustratori si deve a Valentino Baldacci e Andrea Rauch, che nel 1981 erano rispettivamente segretario generale e direttore artistico del Centenario di Pinocchio.
Sotto le immagini, inserisco citazioni dei testi di Valentino Baldacci e Andrea Rauch.
Topor ebbe infatti a dichiarare: "Io l'adoro questo burattino. E' l'unico personaggio letterario moderno, attuale, vero, con le sue curiosità, le sue viltà. E poi quel naso non le sembra un pene, il simbolo della crisi del maschio? Lo guardi quel Pinocchio con quell'aria dimessa e arresa e quel gran naso floscio, in ammirazione della Fatina".
Le figure, pur alludendo evidentemente ai personaggi classici di Collodi, sono estremamente stilizzate e utilizzano un segno che tende a condensare le immagini in una serie di figure geometriche accostate fra loro. Questo geometrismo non produce però, come si potrebbe temere, un'impressione di freddezza e staticità...
Sono colori decisi, forti anche quando vengono usati toni neutri, che sottolineano con garbo ma anche con precisione il carattere dei personaggi.
Nei disegno di Mattotti tutto diventa volume, acquista peso e sostanza. I personaggi si fondono nel paesaggio, oppure se ne sollevano, ma il gioco delle ombre, dei movimenti, dei corpi, tende a creare un tutt'uno di grande spessore.
Le illustrazioni di Innocenti sono un grande affresco della Toscana contadina e paesana, dei suoi modi di vita, quotidiani e straordinari. Un brulichio continuo di piccoli fatti, di notazioni minime, che definiscono per sommatoria tutto un ambiente.
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D'altra parte è la Toscana dove affondano le radici dell'artista: "... Ho girato mezza Toscana, per fotografare pezzi di muratura, viottoli senza meta, muretti che non servono a nulla, case abbandonate..."
Una edizione delle Avventure in cui i personaggi perdono spessore nella finzione generale del teatro che è il vero indiscusso protagonista. Disegno dopo disegno si capisce e si dichiara sempre l'esistenza di un regista-burattinaio che, occhieggiando da dietro le quinte o tirando i fili dal'alto, determina e decide gli esiti della rappresentazione.
Ogni nuovo disegno della Ceccoli, mentre ne ammiriamo la perfezione formale, scava nelle nostre ansie, in paure infantili mai superate; ci mostra quanto quel meraviglioso luogo sia soltanto l'abisso delle nostre paure. Vorremmo fuggire da quel posto, ma non ci basta l'animo di lasciar là quel povero Pinocchio, ragazzo birichino ma 'buono di cuore' che, dell'universo sghembo e perfetto di Nicoletta Ceccoli, è vittima predestinata e inevitabile.
Il burattino è ambiguo, quasi femminile, si muove con cadenze di danza, eleganti e vezzose, e anche gli altri personaggi... non si vergognano a mostrare un'anima femminile che aggiunge spessore e offre chiavi di interpretazioni inusuali alla storia.
Questo è un post da urlo Solimano. Devo tornare anche qui:)
RispondiEliminaCara Silvia, ne ho scritti quattro, di post sulle immagini di Pinocchio, appoggiandomi soprattutto su un libro magnifico che ho trovato nella Biblioteca di Lissone e che fu pubblicato per la prima volta in occasione del centenario della pubblicazione del Pinocchio di Collodi.
RispondiEliminaI dati delle visite a questi post sono soddisfacenti. Quello che mi ha impressionato è la varietà di idee dei tanti disegnatori, di cui alcuni famosissimi: Topor, Luzzati e Jacovitti, ad esempio. Non si tratta solo di idee grafiche ma di interpretazioni diverse della storia di Pinocchio, che ha evidentemente in sé una grande fecondità.
grazie Silvia e saluti
Solimano