Giulietta e Romeo (1954) di Renato Castellani Da "Romeo and Juliet" di William Shakespeare, Adattamento di Renato Castellani Con Laurence Harvey (Romeo), Susan Shentall (Giulietta), Flora Robson (La Nutrice), Norman Wooland (Paride), Mervyn Johns (Frate Lorenzo), John Gielgud (Il Coro), Bill Travers (Benvolio) Sebastian Cabot (Capuleti), Lydia Sherwood (Madonna Capuleti), Ubaldo Zollo (Mercuzio), Enzo Fiermonte (Tebaldo), Elio Vittorini (Principe di Verona), Giulio Garbinetto (Montecchi), Nietta Zocchi (Madonna Montecchi), Thomas Nicholls (Frate Giovanni), Mario Meniconi (Baldassarre), Pietro Capanna (Sansone), Luciano Bodi (Abramo), Dagmar Josipovitch (Rosalina) Musica: Roman Vlad Fotografia: Robert Krasker Costumi: Leonor Fini (138 minuti) Rating IMDb: 6.8
Solimano
Ho scritto qualche tempo fa due post sul film "Giulietta e Romeo" (1954) di Renato Castellani per la vista logica La pittura nel cinema. In quei post mi ero dedicato soprattutto alla individuazione di precise corrispondenze fra immagini del film e dipinti. Ora svolgo un lavoro diverso (anche se non del tutto): cogliere corrispondenze più generali, quindi osservare come le visioni pittoriche di alcuni pittori hanno in un certo senso permeato la realizzazione del film di Castellani, che durò sei anni. In questo post considero quattro pittori italiani del Quattrocento: Piero della Francesca, Mantegna, il Ghirlandaio e il Carpaccio.
(particolari) c.1452 Chiesa di San Francesco, Arezzo
E' l'affresco di Piero della Francesca con Salomone e la Regina di Saba, pur nelle differenze rappresentative, ad ispirare Castellani, specialmente nella figura di Giulietta. La differenza è legata soprattutto al modo rappresentativo del cinema, lontano dall'impassibilità di Piero, ma il collegamento esiste, come si vede nelle due immagini sottostanti.
Nella prima immagine, Giulietta (Susan Shentall), che non ha ancora conosciuto Romeo, sta spiando con la madre e con la nutrice l'arrivo del Conte Paride (Norman Wooland), che chiederà di sposarla. Nella seconda immagine Giulietta si sta sposando con Romeo. I due si guardano attraverso una grata nel convento di Frate Lorenzo (Mervyn Johns), che officia il matrimonio.
1471-74 Palazzo Ducale, Mantova
Negli affreschi di Andrea Mantegna nella Camera degli Sposi o camera picta (comunque la si voglia chiamare) l'attenzione di Renato Castellani e di chi lo consiglia si rivolge soprattutto alla rappresentazione della Corte di Mantova, come si vede qui sotto nelle immagini di due scene diverse del film.
Nella prima immagine, all'inizio della festa in casa Capuleti, Tebaldo (Enzo Fiermonte) viene a sapere che alla festa è presente anche Romeo. Nella seconda immagine, Romeo (Laurence Harvey), che è stato condannato all'esilio dopo l'uccisione di Tebaldo, sta partendo per Mantova e saluta un appartenente alla famiglia Montecchi.
1473-75 Collegiata, San Gimignano
1486-90 Cappella Tornabuoni, Santa Maria Novella, Firenze
Cappella Tornabuoni, Santa Maria Novella, Firenze
Domenico Ghirlandaio è ben presente a Renato Castellani. Il suo modo illustrativo è congeniale al suo modo di vedere. Come riferimento diretto, credo che si possa indicare l'immagine qui sotto, che è molto vicina alla rappresentazione delle donne che assistono alla Visitazione.
Tebaldo è stato ucciso da Romeo, e Giulietta sta lottando con la madre per riuscire a non sposare il conte Paride.
1495-1500 Storie di Sant'Orsola Gallerie dell'Accademia, Venezia
Nel film di Renato Castellani, il processo dopo l'uccisione di Tebaldo, che ha come location il cortile del Palazzo Ducale di Venezia, richiama uno degli episodi delle Storie di Sant'Orsola di Vittore Carpaccio: l'arrivo degli ambasciatori inglesi.
1495-1500 Storie di Sant'Orsola Gallerie dell'Accademia, Venezia
Il sogno di Sat'Orsola viene richiamato nel film in modo singolare: l'inviato a Mantova di Frate Lorenzo si trova di fronte ad un malato di peste e quindi non potrà tornare in tempo a Verona.
1502 Scuola di San Giorgio degli Schiavoni, Venezia
La cella monacale in cui si svolge la visione di Sant'Agostino del Carpaccio ispira la cella di Frate Lorenzo nel film di Castellani.
1505-10 National Gallery of Art, Washington
Post lussureggiante. Un saluto al Solimano e ai suoi carissimi amici adepti cinefili.
RispondiEliminaBuone Feste!
Ehilà, Brian!
RispondiEliminaMille grazie e vengo a trovarti sul tuo blog. Tanto siamo a due passi, noi brianzoli (dico per dire, visto che sono a Monza da solo trent'anni).
saluti
Solimano
Meraviglioso articolo , complimenti
RispondiEliminaMeraviglioso articolo , complimenti
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