Solimano
La mostra "Luzzati illustratore" si svolse dal 21 luglio al 20 agosto 1985 a Pontremoli. Le opere furono esposte nei locali del Convento della Santissima Annunziata.
Nello stesso anno, fu pubblicato un libro-catalogo col titolo "Lele Luzzati: figure incrociate" Editore La casa Usher. E' da questo libro, che ho trovato alla Biblioteca di Lissone, che traggo le immagini di questo post. Il libro era nella stanza-giochi dedicata ai bambini più piccoli, proprio un bel destino. Nelle didascalie sotto le immagini specifico il titolo del libro originale e l'anno di pubblicazione.
della nascita di Cristoforo Colombo (1953)
Trascrivo l'introduzione di Emanuele Luzzati, dal bel titolo Confesso che mi diverto:
Credo che il mestiere dell'illustratore sia il più antico del mondo: già nell'età della pietra gli uomini delle caverne graffivano sui muri storie di caccia e di guerra; poi tutte le grandi civiltà hanno avuto i loro grandi pittori, i loro scultori, per raccontare storie di dei, di eroi, leggende, epopee, fino al Rinascimento, dove gli ultimi grandi narratori si chiamavano Giotto, Beato Angelico, Paolo Uccello, Benozzo Gozzoli, Piero della Francesca, Carpaccio ecc.
Poi a un certo punto, credo soprattutto a causa dell'invenzione della stampa, il pittore ha cessato di raccontare storie per raccontare più se stesso, mentre l'illustratore si è dedicato soprattutto alla pagina per commentare col disegno un testo scritto.
Per quello che mi riguarda io mi sono sempre sentito illustratore e non pittore; ho sempre cercato di raccontare storie o commentarle con tutti i mezzi che oggi abbiamo a disposizione; quando sono scenografo, non faccio altro che aiutare il pubblico a capire uno spettacolo con colori, forme, spazi ecc; quando giro un film di animazione cerco di sfruttare al massimo questo recente mezzo di comunicazione con il movimento, col ritmo, con l'assurdo; così come quando illustro un libro, oltre a commentare un testo con tratti e colori, cerco anche di avere un rapporto con la pagina scritta, dare un ritmo al volume stesso.
Naturalmente in questo senso la massima libertà la trovo quando scrivo io stesso una storia e posso meglio dosare scritto e immagine. Però spesso l'editore mi lascia anche carta bianca nell'impaginare testi altrui. In altri casi mi limito ad illustrazioni a pagina piena da inserire a piacimento nel volume.
Io credo che illustrare con il teatro, col cartone animato, col manifesto, col murale, con i libri ecc. mi sia molto di aiuto per capire l'essenza di ognuna di queste materie, captarne le differenze e comunicare più chiaramente col pubblico, tanto più se (e questo succede spesso) lo stesso racconto lo porto col palcoscenico, poi lo proietto su uno schermo, lo appiattisco in seguito sulle pagine di un libro, oppure disegno in presa diretta per la televisione.
C'è però anche chi dice che le mie illustrazioni sono sempre molto teatrali, che le mie scenografie sono troppo illustrative, che nei miei film di animazione si vedono troppi sipari e e troppi palcoscenici...
Non sta a me giudicare: io raconto come posso e come mi piace e confesso che mi diverto. Se poi riesco a comunicare anche col pubblico, a divertirlo, tanto meglio; se no... pazienza! L'importante è essere se stessi.
Non condivido del tutto quello che scrive Luzzati, in particolare riguardo la separazione del pittore dall' illustratore come conseguenza dell'invenzione della stampa. Dal Cinquecento sino alla fine del Settecento ci furono grandi pittori che si dedicarono ad ampi cicli illustrativi. Alcuni nomi: Raffaello con le Logge Vaticane e con gli arazzi, Lorenzo Lotto negli affreschi di Trescore, Gaudenzio Ferrari con la grande impresa del Sacro Monte di Varallo, Bruegel con i proverbi ed i giochi dei bambini, i Carracci con le storie di Romolo e Remo nel Palalazzo Magnani di Bologna, la Galleria Farnese di Annibale, Rubens con le storie di Maria de'Medici... e Hogarth... e Goya...
Ma Luzzati ha profondamente ragione nella separatezza che si creò dal punto di vista della considerazione critica: in cima la pittura, poi le illustrazioni. Difatti Hogarth, che lo sapeva benissimo, si teneva aperte entrambe le porte: alle sue serie pittoriche corrispondono serie di incisioni. Questo vecchio vizio, che sostanzialmente si basa sulla separazione degli stili (alto/medio/basso) ha continuato ad infierire anche nel Novecento, sul cinema e sui fumetti. E' per questo che per il terzo anno di fila inserisco viste logiche con questi nomi: Fumetti 2007, Fumetti 2008, Fumetti 2009. E nei fumetti compaiono Lotto e Gaudenzio, Guido Reni (i misteri del Rosario) e Hogarth e Bruegel e naturalmente Emanuele Luzzati.
Nel libro c'è anche un piccolo saggio di Paola Pallottino, col titolo meraviglioso Volta la carta e vedi... Luzzati. Ne trascrivo due brani:
Pioniere nell'uso di materiali poveri, dai quali trarre il lampo ed il fulgore dei materiali ricchi, è sintomatico ed illuminante insieme rilevare come nella definizione delle sue immagini, accanto al ricorrente uso di sostantivi come: la semplicità, l'innocenza, la freschezza, il candore, l'essenzialità, convivano aggettivi quali: esuberante, pirotecnico, rutilante, sontuoso, lussureggiante.
...
cinque storie di maghi e burloni (1983)
Ambiguità, deliberata ed esplicita, dunque, generata dalla consapevolezza della necessità di fingere e di rappresentare, che solo il magistero di quell'alta scuola che si chiama mestiere, può rendere più vera del vero.
Anche attraverso il riuso, perché no, di immagini e stili provenienti da quell'inesauribile serbatoio di cui si diceva, quando, e con ragione, si è fatto riferimento alle decalcomanie e ai santini traforati, alle carte da giuoco e ai fogli di Epinal, ai bestiari xilografici e alle figurine Liebig, progressivamente evocando e incrociando le multiformi suggestioni offerte dalle vetrate medievali, dalle giostre, dalle bambole meccaniche, dai trionfi barocchi, dalla confetteria, dai carrettini siciliani, dalle lastrine di lanterna magica; richiamando, contemporaneamente, le atmosfere della Commedia dell'Arte, del carnevale, dei cantastorie, delle bande e processioni di paese, del teatro dei pupi, dell'opera buffa. Senza mai dimenticare le doverose allusioni all'Espressionismo, ai Fauves, alla Pop-Art, accanto ai quali, il furore filologico ha imposto il recupero di ogni possibile ascendenza: da Leon Bakst a Max Ernst, da Pablo Picasso a Henri Rousseau, da Georges Rouault a Marc Chagall.
cinque storie di maghi e burloni (1983)
La tre immagini che inserisco in chiusura di post si collegano ad alcune delle giustissime citazioni di Paola Pallottino. Ma quante ne ha fatte! Tutte convincenti. Basta, occorrerebbe un altro post, prima o poi lo farò.
Bellissimo post e bellissime immagini, aspettavi Agosto per questi tesori? :-)
RispondiEliminaDario, ogni tanto mi capita di tirar fuori qualche tesoro.
RispondiEliminaAgosto è il mese preferenziale, ma una volta mi è riuscito anche ad aprile e, incredibile dictu, persino in un febbraietto, corto e maledetto. Però era un anno bisestile...
grazie e saludos
Solimano
Solimano metterei anche gli altri mesi :-)
RispondiEliminaUna bella scorpacciata di Luzzati si può fare, ad ogni età, con i libri editi da Gallucci: oltre al famosissimo L'armata Brancaleone, troviamo Alla Fiera dell'Est di Branduardi e Pasqualino marajà di Modugno nonché le favole L'uccello di fuoco e I tre fratelli. Ciò che scrive Paola Pallottino è illuminante e le tue immagini tolgono ogni dubbio!
RispondiEliminaSalutissimi, Annarita
Hai fatto bene a ricordare Luzzati, un grande illustratore non c'è che dire.
RispondiEliminaGrazie Assurdinaa! Ma che nome ti sei andata a scegliere... eh... eh...
RispondiEliminaAnnarita, non sapevo che l'editore Gallucci avesse fatto cotanto lavoro, che sicuramente sarà ben ricompensato: Emanuele Luzzati dura nel tempo. Per quello che mi riguarda, una volta tanto lo scanner mi ha dato soddisfazione. Se dovessi scegliere fra le immagini sceglierei la prima di Cenerentola e i Re Grassone. Ma sono belle tutte, anche per questo mi sono dato da fare con Bakst, Chagall ed Ernst.
saludos
Solimano
P.S. Però Annarita, un post su Luzzati potresti farlo anche tu, i libri e la competenza ce l'hai più di me.
Che belle immagini! Trovo che Lazzati sia un grande illustratore, e che sappia stupire ed affascinare adulti e -cosa più difficile- bambini. Ricordo di aver visto anni fa, mi sembra alla TVan un bellissimo, fantasioso originalissimo Flauto Magico, con un Papageno e una Papagena deliziosi, coloratissimi e allegri, e un Tamino e una Pamina belli e gentili. Un piccolo capolavoro. Pensare cosa dava la TV solo qualche anno fa, e cosa ci ammannisce oggi!
RispondiEliminaSolimano, attualmente ho solo L'armata Brancaleone, ma come inizio potrebbe bastare. Il guaio è che questa nuova storia mi frulla in testa e mi scombina le altre idee :-)
RispondiEliminaSalutissimi, Annarita
Nel blog c'è anche un post che scrissi a suo tempo:
RispondiEliminaLa pittura nel cinema : Emanuele Luzzati.
Era sui titoli di testa (e di coda) del film Brancaleone alle Crociate. Basta utilizzare il Google interno al blog (in alto a sinistra) per rintracciarlo. E' molto comoda, quella modalità di ricerca, in un blog affollato come il nostro.
saludos
Solimano