Questo è un blog sul cinema, ma non è un blog di critica cinematografica. E' il cinema visto da spettatori che nei film che amano sono entrati a piè pari perché quei film, in quei giorni particolari in cui li hanno visti per la prima volta, hanno detto loro qualcosa che volevano sentirsi dire, magari senza saperlo. Non sono più film, sono amici, per questo non si stancano di rivederli, proprio come si fa con gli amici veri - e con le amiche, ça va sans dire.
mercoledì 20 maggio 2009
Altan
Solimano
Le vignette che inserisco in questo post sono tratte dal libro "Nuova solfa" di Altan, pubblicato dall'editore Bompiani nell'ottobre 1992. Sono passati diciassette anni, che non sono pochi. Chissà come è cambiata, la situazione italiana! O no? Potrebbe essere che il titolo sia a suo modo profetico: potrebbero rieditare il libro chiamandolo "Novissima solfa" ma sempre solfa è, in un paese che le prova tutte, pur di non cambiare. La tecnica più in uso è quella di far finta di cambiare: un paese di nuovisti. Ma il nuovo, dov'è? Vedere per credere la freschezza delle vignette di Altan di diciassette anni fa.
Che poi. Quello che ho appena scritto viene subito smentito. Su questo argomento nel 1992 eravamo nella preistoria, in questi giorni siamo nel fulgore di un pieno Rinascimento! Le dieci domande rivolte da la Repubblica a Berlusconi sono rimaste senza risposta. Non so se ci avete fatto caso, ma è sbucato anche il fidanzatino della Noemi, un tipo stile Peynet. Non facciamoci mancare niente. Sapete come l'ha chiamato Michele Serra? Noemo.
Anche qui, però. Riusciamo ad immaginare, oggi, una madre che si lagna della volgarità del proprio figliuolo? Come fa ad accorgersene? E' troppo presa dal Grande Fratello e dall'Isola dei famosi, deve gestire la sua volgarità, di cui non si accorge. Come fare, senza volgarità? E come l'aria, si respira e basta.
A Romano Prodi continuo ad essere affezionato, malgrado tutto. Aveva dei modi spesso goffi, ed ha commesso diversi errori. Ciò detto, almeno sapeva qualcosa e sapeva di qualcosa. Aveva un sapore suo, mentre quelli odierni mi fanno pensare a un detto: una mano lava l'altra. Tante mani che si lavano vicendevolmente. Per fare che? Per lavarsi e basta. Disse Romano Prodi: "Non possiamo farli lavorare di notte e far finta che non esistano di giorno". Appropriato alla situazione della vignetta di Altan.
Ah, qui è cambiato tutto! Quale Kevin Costner? Chi è, Kevin Costner? Il progresso c'è stato, oggi il sogno di essere nuda in Giamaica va bene (a parte che ci sono dei posti più modaioli della Giamaica). Ma con Riccardo Scamarcio!
Abbiamo continuato a votare, in questi anni. Prima, andavamo a votare convintamente. Poi abbiamo continuato a farlo perché ci saremmo vergognati a non farlo. Non è accanimento terapeutico, è un placebo dal sapore amarognolo. A proposito: fra un po' si tornerà a votare, mi sembra per il Parlamento Europeo e per altre robe, tipo qui a Monza le provinciali. Qualcuno si ricorda il giorno? A Monza è la prima volta che si vota per la Provincia, un obiettivo voluto da tutti i partiti. Un candidato sta facendo la campagna con questo slogan: "NO alle spese inutili, SI' alla Provincia utile". Serve a qualcosa, la provincia di Monza? Per chi non lo sapesse, Monza è a dieci chilometri da Milano, però il metrò non ci arriva, mentre arriva a Gorgonzola.
Eh, no! Qui Altan è troppo drastico, gli artisti esagerano. Il Partito Democratico non fa certamente pensare ad un monolocale. Almeno un bilocale, con doppi servizi (cattolici e laici) e uscita di sicurezza, tipo il manifesto che ho visto ieri per strada: Gianni Vattimo che si presenta con Di Pietro. Gianni Vattimo, sicuramente una persona coltissima che fa discorsi alti e profondi, salvo che se la prese quando al Parlamento Europeo candidarono la Mercedes Bresso invece di lui. La definì una casalinga. In compenso, una notte che degli extracomunitari facevano chiasso sotto casa sua, telefonò al sindaco Chiamparino per protestare. Credo alla parola intellettuale e credo (malgrado tutto) alla parola sinistra. Ma a certi intellettuali di sinistra non credo più. Mi stanno molto meglio Francesco Tullio-Altan e Michele Serra, quelli sì, che hanno vera durata, che dicono qualcosa ogni giorno, centrando quello che pensavamo senza accorgerci di averlo pensato.
La doccia è una sana abitudine giornaliera. Tutti dovrebbero fare la doccia ogni mattina (anche se il regolare l'acqua alla temperatura giusta è spesso un problema). Si esce dalla doccia, e ci si sente padroni del mondo. Padroni buoni e giusti. Belli, anche. Poi si va fuori e ci si comincia a sporcare, così, senza volerlo. Troppa sporcizia in giro. La mattina dopo, altra doccia.
In questi diciassette anni la situazione è molto migliorata. Nessuno o quasi si sogna più di criminalizzare una intera categoria. Però, in Wikipedia, ho trovato alcune citazioni di Altan che battono lo stesso chiodo:
Insomma, per dirla in soldoni: chi più ne ha, più ne detrae.
Ognuno ha il suo prezzo. Io ho anche lo sconto.
Per ora non mi hanno arrestato neanche un conoscente: morirò onesto, ma sconosciuto.
Se tutti gli italiani pagassero le tasse saremmo fritti: non ci resterebbe più nulla in cui sperare.
Un uomo si siede sul water: "Eccomi interconnesso con l'internet fognario mondiale".
L'immagine di chiusura riguarda l'Europa. Come abbiamo creduto tutti alla battaglia per l'Europa che fece l'Ulivo con Romano Prodi! Con i tedeschi che non ci volevano, con i francesi che ci davano una mano come si fa con i parenti poveri, con gli spagnoli che ci passavano davanti. Tutte robe del passato: ci hanno conosciuti, fra di loro ridono e cercano di limitare i danni. Ma non sono molto preoccupati per noi. Oggi, in una crisi di cui non si intravede lo sbocco, ognuno ha le sue rogne a cui pensare. Ma in Italia succede una cosa strana: a certe rogne non si pensa, si preferisce vantarsene, come specificità italiana. Il marcirgli sulla porta di Altan è tecnicamente esattissimo.
Si ride con grande amarezza, a denti strettissimi, e l'attualità di queste vignette fa davvero male. Per tutte, è di stamani la notizia di un raid razzista in questa civilissima e antichissima capitale, ai danni di un pacifico raduno di bengalesi occupati a festeggiare il loro capodanno. Che tristezza, e papi Berlusconi continua ad imperversare sulle prime pagine.
RispondiEliminaSalutissimi, Annarita
leggere l'intero blog, pretty good
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