Aprile, di Nanni Moretti (1998) Con Nanni Moretti, Silvio Orlando, Silvia Nono, Pietro Moretti, Agata Apicella Moretti, Nuria Schoenberg, Silvia Bonucci, Quentin de Fouchécour, Renato De Maria, Claudio Francia, Jacopo Francia, Matilde Francia, Daniele Luchetti, Giovanna Nicolai, Nicola Piepoli, Corrado Stajano Fotografia: Giuseppe Lanci Musica: Ludovico Einaudi, Yma Sumac, Jovanotti, Perez Prado, Noro Morales (78 minuti) Rating IMDb: 6.8
Solimano
Sono passati esattamente undici anni dal film Aprile di Nanni Moretti. Com'è, nell'Italia di oggi, la situazione umana, civile, politica, economica, culturale, confrontandola con quella che appare nel film di Moretti? Peggiore, fuor di ogni dubbio, nessuno si sognerebbe di farsi una canna dopo avere visto in TV un Emilio Fede stralunato, adorante, felice per il successo di Berlusconi. Queste furono le parole del vincitore delle elezioni:
... mio figlio all'asilo, quando gli avevano chiesto che mestiere faceva suo padre, aveva detto: "mio papà aggiusta le televisioni". Adesso dovrò spiegare a mio figlio che il papà ... dovrà aggiustare l'Italia!
Ci si abitua a tutto, persino a un giornalista come Emilio Fede e a un Presidente del Consiglio come Silvio Berlusconi. Perché ci si abitua? Perché quei due personaggi esprimono caratteristiche profonde del nostro paese: l'empatia di facciata, l'arroganza nei fatti, il servilismo, la ricerca di una cordata, le regole fatte a proprio uso e consumo, il buttare tutto in vacca, però mi raccomando, che sia una vacca morale, se non non va bene. Sentimentalismo e cinismo che camminano insieme, di giorno e di notte, a differenza dei ladri di Pisa che almeno di giorno facevano finta di litigare.
Questo è il dialogo fra il giornalista francese e Nanni Moretti:
- Sì, in Francia abbiamo seguito le vostre elezioni. Il capo del governo ha tre reti televisive... Perché in Francia non si potrebbe, c'è una legge, voi non l'avete la legge antitrust?.
- Sì... sì e no...
- C'est tres pitoresque, una democrazia col partito fascista al governo...
- Beh insomma in quel partito è in atto una trasformazione... (risata)
- Moretti, vous devez faire un documentaire sur l'Italie, sulla politica, pieno di humor ma anche fatto con senso civico. Voi non avete più la memoria, il vostro paese deve ricominciare a riflettere su se stesso...
Si è vista, la riflessione che c'è stata: Violante, in Parlamento, ha dichiarato come se niente fosse che prima delle elezioni si erano accordati con Berlusconi riguardo le TV. Mediaset non doveva temere nulla. Era, ed è un patrimonio nazionale. La sinistra è responsabile, non danneggia i patrimoni nazionali.
Nanni Moretti medita su quello che gli ha detto il giornalista francese e va a Milano per il 25 aprile:
- Eh sì, il nostro paese deve riflettere su se stesso, mi rimprovera il giornalista francese. Sì, in questo periodo dopo la vittoria della destra alle elezioni c'è un gran parlare a proposito di Resistenza, delle ragioni dei partigiani ma anche delle ragioni dei fascisti, sì, i morti da una parte e i morti da un'altra... Come per reazione il 25 aprile, l'anniversario della Liberazione dall'occupazione nazista, a Milano c'è una grande manifestazione e decido di andare a filmarla. Ma piove sempre e riesco a inquadrare solamente ombrelli...
Sì, quel giorno pioveva, ma Moretti coglie con esattezza la risposta ombrellifera ai problemi nuovi, il procedere per slogan sempre meno ascoltati, giaculatorie iterate al solo scopo di autoassolversi per non cambiare.
Nanni Moretti, vedendo D'Alema silenzioso durante un dibattito TV, alla fine sbotta:
- D'Alema reagisci, rispondi, dì qualcosa! Reagisci!... E dài!... Reagisci, rispondi! D'Alema dì qualcosa, reagisci!...dài!... Non ti far mettere in mezzo sulla giustizia proprio da Berlusconi! D'Alema, dì una cosa di sinistra, dì una cosa anche non di sinistra, di civiltà, D'Alema dì una cosa, dì qualcosa, reagisci!...
L'abbiamo vista, la reazione di D'Alema. Ha fatto di tutto per togliere di mezzo Prodi e l'Ulivo, inciampi che impedivano ad un vero politico come lui di assumere in prima persona la leadership. Però, attento al futuro ed al cambiamento, ha fondato con Giuliano Amato la Fondazione Italianieuropei, che attualmente fa compagnia all'Ufficio Oggetti Smarriti all'associazione Libertà e Giustizia promossa da Carlo De Benedetti.
E questa frase è applicabile ai problemi di comunicazione che la sinistra dice di avere perché non ha le TV:
– Insomma, preparati, no? Preparati... Allora, se vinci ti prepari un discorso, un vestito, una faccia, scendi giù e parli. Se perdi ... Tanto abbiamo sempre perso noi, eh... Scendi, fai una dichiarazione ferma e dignitosa.
Anche la nave albanese affondata nel canale d'Otranto e l'assenza della sinistra di fronte a quella tragedia:
– Il fatto che in questi giorni, qui in Puglia, non sia venuto nemmeno un dirigente della sinistra è un sintomo della loro assenza politica, ma soprattutto della loro assenza umana: a loro non gliene importa niente, hai capito? Io me li ricordo negli anni '70 a Roma, la FGCI: i giovani comunisti romani stavano tutti i pomeriggi davanti al televisore a vedere Happy days, Fonzie... È questa loro formazione politica, culturale e morale.
Interessante la chiara distinzione fra destra e sinistra nella risposta dell'albanese intervistato:
- Secondo te è la stessa cosa oppure pensi che possa cambiare qualcosa per voi se in Italia c'è un governo di destra oppure un governo di sinistra?
- E' una domanda, è una domanda...
La stampa, i giornali, il continuo gioco delle parti fra giornalisti e giornalisti, politici e giornalisti, politici e politici. Zuffe del tutto apparenti per coprire la sostanziale intesa, in modo che la situazione rimanga la solita e nessuno abbia danni irrimediabili. Una modalità di tipo assicurativo, mascherata con guerre con i fucili a tappo, guerre dei bottoni. Scazzi clamorosi ogni tanto, che durano al massimo mezza giornata. Odifreddi e Travaglio danno fastidio trasversalmente a tutti, perché non si attengono a queste regole semplici e comode:
- Un capitolo del mio documentario sull'Italia è dedicato al giornalismo. Comincio subito a tagliare e ritagliare, incollare e cucire e mi accorgo che i giornali sono uguali. E soprattutto usano e si scambiano sempre gli stessi giornalisti. C'è quello che scrive di politica su un quotidiano, di cinema su un settimanale di sinistra e di letteratura su un mensile di destra... c'è quell'altro che scrive contemporaneamente sul "Corriere della Sera", su un settimanale femminile e su un mensile delle Ferrovie dello Stato. E naturalmente vignette e satira politica ovunque. Perché la satira non ha padroni, quindi sta bene sotto ogni padrone. Insomma, un unico grande giornale.
- Devo filmare quello che mi piace, non le cose brutte. Gli stilisti espongono le loro collezioni in un museo di Firenze... E perché devo andare a filmare? C'è una pazza che si mette in mostra con le sue operazioni di chirurgia plastica dentro un museo... E chi se ne importa! I ritagli che ho accumulato in più di vent'anni solo perché mi facevano arrabbiare: via! Tutto via!
Il film alterna il privato e il politico, d'altra parte il figlio Pietro nasce il 18 aprile 1996, tre giorni prima della vittoria di Prodi con l'Ulivo. Quindi è ben comprensibile come il privato prevalga. Ciò non riguarda solo la nascita del figlio, ma anche il fare i conti con la propria età. Moretti dice imprudentemente ad un amico che vorrebbe vivere fino ad ottant'anni, e l'amico gli mostra con un metro che la maggior parte della sua vita è già trascorsa. Questo a Moretti non sta bene e cerca di rimediare allungando la misura fino a 90, 95 anni..
Il film viene girato un anno e mezzo dopo le elezioni, quando c'era già stato modo di ingoiare diversi rospi politici. Il governo Prodi cadrà infatti il 21 ottobre 1998, pochi mesi dopo l'uscita del film.
Il 2002 sarà l'anno dei Girotondi, con i due famosi interventi di Nanni Moretti.
Il due febbraio a Piazza Navona:
"...Però, dico, che, negli ultimi due interventi di Fassino e Rutelli... che scarso rispetto per le opinioni delle elettrici e degli elettori! Nei precedenti interventi si chiedeva un minimo di autocritica rispetto alle scelte di questi ultimi anni... rispetto alla timidezza... rispetto alla moderazione... rispetto a non saper più parlare alla testa, all'anima e al cuore delle persone!!! Mentre invece la burokratija che sta alle mie spalle non ha capito nulla di questa serata! Noi, mi dispiace dirlo, ma con questo tipo di dirigenti non vinceremo mai!"
E il 14 settembre a Piazza San Giovanni:
"...Berlusconi non è contro la democrazia. è qualcosa di diverso. Lui è estraneo alla democrazia. Intimamente estraneo, perché è qualcosa che non conosce e non capisce e che comunque gli fa perdere un sacco di tempo. Un'ultima cosa. Mi chiedono - e io stesso mi chiedo - perché in questi mesi ho fatto tutto questo. Perché la situazione s'è fatta troppo seria per far finta di niente. E poi perché se un domani dovesse, Dio non voglia, diventare presidente della Repubblica, cioè di tutti gli italiani, l'uomo più di parte che c'è in circolazione oggi perché quotidianamente offende metà dei cittadini italiani, ecco domani io ripensando a questo periodo, se non avessi fatto nulla, proverei vergogna."
Come è andata dopo, lo sappiamo tutti. I partiti ci misero del tempo, ma inevitabilmente riuscirono a riprendere il controllo. Continuarono come prima, come se niente fosse successo. La mobilitazione pian piano si esaurì, non trovando sbocchi:la contentezza degli addetti ai lavori fu grande. Che adesso si vinca o si perda per loro non ha molta importanza, basta non fare mai quel passo indietro che in tutti i paesi civili è la norma non scritta, quando si è perso. I nomi sono ancora quelli del film di Nanni Moretti, di undici anni fa. Salvo la nascita del Partito Democratico... ma è veramente nato o è solo una finta?
Torno al film di Moretti. E' un film lieto, ironico e autoironico, come attestano alcune battute:
Cosa ha detto precisamente la pediatra?
Di lasciarlo piangere fino a che non la smette da solo.
Beh, casomai cambiamo la pediatra.
– Uh, mamma, ciao... Sì... No, abbiamo finito di mangiare, abbiamo finito anche le eliminatorie e siamo ai quarti di finale... Allora, gli otto nomi rimasti? Luigi e Andrea, Franco e Pietro... Luca e Gabriele, Marco e Simone.
– Sì, sta benissimo il bambino, Silvia sta bene, io sto bene soprattutto. Sono fiero di me, non sono svenuto.
– Ah, che sonno che abbiamo, eh? Tu devi imparare la serenità tibetana. Ti ricordi Bernardo Bertolucci cos'ha detto? "Al Festival di Cannes, anche se non vinco un premio non importa, io sono lo stesso tranquillo: è la serenità che ho imparato da monaci tibetani". Tranquillo, micio: stai dormendo, eh?
Ma c'è una battuta su cui dovrebbero meditare qualche volta i maggiorenti del Partito Democratico e gli eterni addetti ai lavori, i controllori di tessere, quelli che ti prendono per stanchezza:
- Muscoli!!!... Così non ti vengono quelle spallucce vittimiste dei tennisti italiani, che perdono sempre per colpa dell'arbitro, del vento, della sfortuna, del net,... sempre per colpa di qualcuno, mai per colpa loro.
Proprio così: mai per colpa loro. Come chiusura, inserisco due immagini in controtendenza: Silvio Orlando, il pasticcere trotzkista dello sperato film musical e Nanni Moretti nella sua immagine più allegra che conosco.
Non seguo molto Nanni Moretti, l'ho sempre trovato un po' ostico, ma i tuoi post sono molto chiari e non lasciano dubbi. Concordo in pieno su ciò che scrivi e riporti, soprattutto in questo momento. Annarita.
RispondiEliminaIo invece ADORO Nanni Moretti, lo trovo intelligente, colto, ironico, profondo. E bravissimo.
RispondiEliminaE' anche un personaggio ammirevole, se ne poteva stare tra i suoi ciak, e invece si è messo in gioco.
Aprile è un film lieve e ironico, hai ragione; e rivederlo ora fa un certo effetto, niente è cambiato.
Non è detto che tutti i film di Moretti siano dei capolavori, ma è grande la mia ammirazione per lui come persona. E' rarissimo che in Italia ci sia una persona di cultura che si comporta come lui: senza scodinzolamenti, annusamenti, senza qui lo dico qui lo nego, facendo un film solo quando è convinto di farlo, e rifiutando ogni asservimento politico, malgrado le lusinghe di ogni tipo. Inoltre, ebbene sì, mi diverte come intelligenza: bastiancontrario però in positivo, elitario però contro gli elitari, ironico ma sempre potentemente e gradevolmente autoironico, e incazzoso!!! Non come tanti che fanno gli incazzati calmandosi subito se arriva il cadreghino. Quindi temuto e odiato dagli ipocriti che dicono di essere fuori del coro. Rutelli, il mancato architetto, dopo Piazza Navona disse che quello di Moretti era stato "Il grido dell'artista". Ma va! E D'Alema, mentre Moretti parlava, lo guardava con il sorrisetto di chi sa le cose. Si è visto, le cose che sanno. E ancora lì stanno e staranno, dicendo, come no, che "gli italiani non hanno capito", che "la sinistra non ha la TV".
RispondiEliminagrazie e saludos
Solimano