sabato 24 gennaio 2009

I libri nel cinema: Il mercante di Venezia (2)

The Merchant of Venice di Michael Radford (2004) Dalla commedia di William Shakespeare, Sceneggiatura di Michael Radford Interpreti e personaggi: Al Pacino (Shylock), Jeremy Irons (Antonio), Joseph Fiennes (Bassanio), Lynn Collins (Porzia), Zuleikha Robinson (Gessica), Kris Marshall (Graziano), Charlie Cox (Lorenzo), Heather Goldenhersh (Nerissa), Mackenzie Crook (Lancillotto Gobbo), John Sessions (Salerio), Gregor Fisher (Salanio), Ron Cook (Il Vecchio Gobbo), Allan Corduner (Tubal), Anton Rodgers (Il Doge), David Harewood (Il Principe del Marocco), Antonio Gil (Il Principe d'Aragona) Musica: Jocelyn Pook (su parole di John Milton, William Shakespeare, Edgar Allan Poe) Fotografia: Benoît Delhomme Art Direction:Jon Bunker, Tamara Marini Set Decoration: Gillie Delap Costume Design: Sammy Sheldon (138 minuti) Rating IMDb: 7.2
Solimano
Nel post precedente, il Principe del Marocco (David Harewood) è stato sconfitto nella prova degli scrigni. Peccato, era così simpatico... Adesso tocca al Principe d'Aragona (Antonio Gil). Il suo seguito è tutto femminile (mentre il Principe del Marocco aveva un seguito tutto maschile). Mi è sembrato di riconoscere la sua augusta genitrice e l'Infanta, la nerovestita sorella. C'è anche una nana, come costumava a quei tempi. In alto, in un palco, due musici suonano durante la prova degli scrigni, come attesta l'immagine in apertura di post.
Gli scrigni sono facilmente distinguibili nelle immagini: il più scuro, in primo piano, è quello di piombo; il più piccolo, in mezzo, è quello d'oro; il più grande, in fondo, è quello d'argento. Porzia (Lynn Collins) è la bionda e Nerissa (Heather Goldenhersh) è la mora.
La traduzione dal testo di William Shakespeare è quella di Paola Ojetti (BUR, 1950). Inserisco il testo inglese nei commenti.

ATTO SECONDO
Scena nona

A Belmonte, in casa di Porzia. (Entra NERISSA con un servo).

NERISSA Presto, presto, ti prego. Tira le cortine: il Principe d'Aragona ha prestato giuramento e adesso viene a fare la sua scelta. (Squilli di tromba. Entrano IL PRINCIPE D'ARAGONA, PORZIA e i loro seguiti).

PORZIA Ecco gli scrigni, nobilissimo Principe. Se sceglierete lo scrigno che racchiude il mio ritratto, celebreremo senz'altro le nostre nozze. Ma se sbaglierete, signore mio, dovrete andarvene di qui, subito e senza una parola.
ARAGONA Tre cose ho giurate: la prima è di non rivelare mai a nessuno quale sia lo scrigno scelto da me; la seconda è che, se sbaglierò, non dovrò più mai sposarmi: l'ultima è che, se la mia scelta non sarà fortunata, dovrò subito andarmene e sparire.
PORZIA Questi tre sono gli obblighi di tutti coloro che vengono a questo cimento per la mia povera persona.



ARAGONA Sono pronto. Adesso, o Fortuna, sii propizia alle speranze del mio cuore! Oro, argento e vile piombo. "Chi sceglie me deve dare e rischiare tutto quello che ha". Dovresti avere un aspetto più bello perché io dia o rischi. Che cosa dice lo scrigno d'oro. Vediamo: "Chi sceglie me vincerà quello che molti uomini desiderano". Quello che molti uomini desiderano! Questa parola "molti" certo si riferisce alla stupidità dei più che scelgono ciò che ha un bell'aspetto, seguendo solo i consigli dei loro occhi di stolti e che non costruiscono nell'interno ma, come le rondini, costruiscono sui muri esterni alla mercé delle intemperie e dei giochi del caso. Io non sceglierò quello che tanti desiderano perché non voglio avere i gusti del volgo e non voglio mescolarmi alla barbara folla.



Eccomi a te, argentea custodia del mio tesoro; ripetimi ancora il tuo motto: "Chi sceglie me avrà quanto si merita". Savie parole, perché chi oserà mai senza meriti frodare la fortuna e truffare l'onore? Nessuno creda di far sua la dignità che non merita. O, se rango, grado e ufficio non fossero ottenuti con la corruzione e il limpido onore fosse conquistato dal merito di chi lo porta, quanti che stanno col cappello in mano dovrebbero rimetterselo in capo! Quanti di quelli che comandano dovrebbero essere comandati! Quanta bassa gente sarebbe stacciata dal vero seme dell'onore e quanto onore sarebbe raccolto, per essere rilustrato, tra la pula di rifiuti del tempo! Dunque, scegliamo! "Chi sceglie me, avrà quanto si merita" Prenderò ciò che mi merito Datemi la chiave di questo scrigno e che n'esca la mia fortuna. (Apre lo scrigno d'argento)



PORZIA Per quello che vi troverete non valeva la pena di perdere tanto tempo.
ARAGONA Che cosa c'è? Il ritratto d'un gonzo che ammiccando mi porge un biglietto! Lo leggerò. Quanto diverso sei da Porzia, e quanto diverso da quello che speravo e da quello che mi merito. "Chi sceglie me avrà quanto si merita". Non meritavo io qualcosa di meglio di questo capo di scemo? E' proprio questo il mio premio? Non ho meriti migliori?

PORZIA Errore e senno sono due diverse faccende, e d'opposta natura.
ARAGONA Che cosa c'è scritto?
(Legge).

Sette prove ebbi dal fuoco
Sette volte appresi al gioco:
Sceglie il senno e mai s'inganna.
Baci un'ombra e che ti resta?
L'ombra labile di un bene.
Questi è scemo anche se tiene
Tutta argento la sua testa.
Tale io fui qual tu sarai,
Qual sia donna prenderai.
Va: segnata è la condanna.

Indugiandomi qui sembrerò anche più sciocco. Venni ad adorarvi con una testa di gonzo, me ne vado con due. Addio dolcezza mia. Sarò fedele al mio giuramento e sopporterò con pazienza il mio rovello. (Esce con il suo seguito).
PORZIA E così la candela ha abbrustolito la tignola. Oh, questi gran calcolatori, quando vengono alla prova si sentono tanto sapienti che hanno anche la sapienza di perdere.
NERISSA Il vechio proverbio non è una eresia: moglie e forca te li dà il destino.

5 commenti:

  1. Del "Mercante" si parla quasi sempre per Shylock (che è giusto), però contiene anche questa scena degli scrigni, che viene diritta dal mondo delle fiabe, che è un peccato dimenticare.
    E quindi ben venga, ottima scelta: anche perché le immagini sono molto belle.
    (però Portia non mi è mai stata molto simpatica)

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  2. Scelta insolita e stuzzicante. Avevo visto Il mercante di Venezia, ma dimenticato l'arguzia di queste scene. Grazie per il bel ricordo!
    Annarita

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  3. Questo è un film che consiglio a tutti, per tanti motivi, quasi tutti non strettamente filmici, infatti i cinefili non hanno molto gradito. Ma non anticipo, ci sarà tempo fra un po', intanto preparatevi al terzo pretendente di Porzia. Fra qualche giorno toccherà a lui, sempre con le parole di Mastro Shakespeare.

    grazie e saludos
    Solimano

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  4. Ecco il testo di Shakespeare di questo episodio:


    Enter Nerrissa and a Seruiture.

    Ner. Quick, quick I pray thee, draw the curtain strait,
    The Prince of Arragon hath tane his oath,
    And comes to his election presently.
    Enter Arragon, his traine, and Portia. Flor. Cornets.

    Por. Behold, there stand the caskets noble Prince,
    If you choose that wherein I am contain'd,
    Straight shall our nuptiall rights be solemniz'd:
    But if thou faile, without more speech my Lord,
    You must be gone from hence immediately

    Ar. I am enioynd by oath to obserue three things;
    First, neuer to vnfold to any one
    Which casket 'twas I chose; next, if I faile
    Of the right casket, neuer in my life
    To wooe a maide in way of marriage:
    Lastly, if I doe faile in fortune of my choyse,
    Immediately to leaue you, and be gone

    Por. To these iniunctions euery one doth sweare
    That comes to hazard for my worthlesse selfe

    Ar. And so haue I addrest me, fortune now
    To my hearts hope: gold, siluer, and base lead.
    Who chooseth me must giue and hazard all he hath.
    You shall looke fairer ere I giue or hazard.
    What saies the golden chest, ha, let me see.
    Who chooseth me, shall gaine what many men desire:
    What many men desire, that many may be meant
    By the foole multitude that choose by show,
    Not learning more then the fond eye doth teach,
    Which pries not to th' interior, but like the Martlet
    Builds in the weather on the outward wall,
    Euen in the force and rode of casualtie.
    I will not choose what many men desire,
    Because I will not iumpe with common spirits,
    And ranke me with the barbarous multitudes.
    Why then to thee thou Siluer treasure house,
    Tell me once more, what title thou doost beare;
    Who chooseth me shall get as much as he deserues:
    And well said too; for who shall goe about
    To cosen Fortune, and be honourable
    Without the stampe of merrit, let none presume
    To weare an vndeserued dignitie:
    O that estates, degrees, and offices,
    Were not deriu'd corruptly, and that cleare honour
    Were purchast by the merrit of the wearer;
    How many then should couer that stand bare?
    How many be commanded that command?
    How much low pleasantry would then be gleaned
    From the true seede of honor? And how much honor
    Pickt from the chaffe and ruine of the times,
    To be new varnisht: Well, but to my choise.
    Who chooseth me shall get as much as he deserues.
    I will assume desert; giue me a key for this,
    And instantly vnlocke my fortunes here

    Por. Too long a pause for that which you finde there

    Ar. What's here, the portrait of a blinking idiot
    Presenting me a scedule, I will reade it:
    How much vnlike art thou to Portia?
    How much vnlike my hopes and my deseruings?
    Who chooseth me, shall haue as much as he deserues.
    Did I deserue no more then a fooles head,
    Is that my prize, are my deserts no better?
    Por. To offend and iudge are distinct offices,
    And of opposed natures

    Ar. What is here?
    The fier seauen times tried this,
    Seauen times tried that iudgement is,
    That did neuer choose amis,
    Some there be that shadowes kisse,
    Such haue but a shadowes blisse:
    There be fooles aliue Iwis
    Siluer'd o're, and so was this:
    Take what wife you will to bed,
    I will euer be your head:
    So be gone, you are sped

    Ar. Still more foole I shall appeare
    By the time I linger here,
    With one fooles head I came to woo,
    But I goe away with two.
    Sweet adue, Ile keepe my oath,
    Patiently to beare my wroath

    Por. Thus hath the candle sing'd the moath:
    O these deliberate fooles when they doe choose,
    They haue the wisdome by their wit to loose

    Ner. The ancient saying is no heresie,
    Hanging and wiuing goes by destinie


    saludos
    Solimano

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