lunedì 19 maggio 2008

I soggetti nel cinema: bellezze al bagno

Roby
Quando una è bella è bella, non c'è niente da dire. Può esserlo dovunque e comunque: mentre cammina distratta per strada, o va al lavoro su un autobus strapieno, o si rannicchia in poltrona a guardare la tv, o prova il vestito da sposa davanti allo specchio...
Ma c'è un luogo ed un modo in cui la bellezza femminile -lo dico da donna, con cognizione di causa- viene messa particolarmente alla prova. Sto parlando dell'ambiente acquatico, sia esso una vasca, una doccia, una piscina o una fontana (il mare merita senz'altro un discorso a sè): lì non c'è trucco e non c'è inganno (bolle di schiuma a parte), le culottes de cheval si vedono tutte e cuscinetti e smagliature non hanno scuse.

Claudette Colbert in Il segno della croce (The sign of the cross) (1936)

Di bellezze al bagno -perchè è di questo che intendo oggi trattare- il cinema ne ha presentate parecchie, di tutti i generi e per tutti i gusti. Claudette Colbert, già ammaliante Cleopatra, si immerge con maliziosa naturalezza nel latte d'asina interpretando Poppea nel Segno della croce, altro colossal dell'epoca. E a giudicare dalla levigatezza della sua pelle e dall'aspetto tonico del suo profilo, l'imperatrice romana non doveva avere tutti i torti se ricorreva a cosmetici così rigorosamente naturali!

Jane Russell in La linea francese (French line) (1954 )

Non le è da meno Jane Russell, cui necessitano tonnellate di detergente schiumogeno per celare l'abbondanza delle curve, onde non incorrere negli strali della censura. D'altronde era lei quella de Il mio corpo ti scalderà, film che già fin dal titolo doveva risultare, per la sensibilità di quei tempi, quasi pornografico. Qui, ad ogni modo, è deliziosa, con la fascia di spugna nei capelli e il sorriso fresco della bambina che si diverte: signori del pubblico, non vorreste giocare un po' con lei?

Sophia Loren in Due notti con Cleopatra (1954 )

La prorompente e giovanissima Sophia-Cleopatra, invece, ha lo sguardo inquietante di una ninfa omerica, di quelle divinità dei boschi e dei laghi pronte ad irretire gli incauti attirati dalle loro grazie, riservando loro spesso dolorose metamorfosi in animali o piante, una volta che si fossero con essi sollazzate. Io, se fossi Cesare o Marco Antonio, mi terrei alla larga da una faraona del genere, capace di divorarti come una mantide dopo la prima notte di nozze...
Janet Leigh in Psycho ( 1960 )

Fonte di ben altre ansie è la cabina della doccia dove Janet Leigh fa le sue ultime abluzioni, poco prima che la tendina sia squarciata dall'assassino che già intravediamo in controluce. Lei, personaggio non certo innocente, tenta qui di lavare le sue colpe sotto il getto d'acqua purificatrice: ma tra poco sarà il sangue a cancellarle, in un'orgia parossistica di violenza che risulta ancor oggi impressionante. Si narra che Alfred Hitchcock, alle lamentele di uno spettatore che lo riteneva responsabile di avergli turbato la figlia tanto da non farla più avvicinare al bagno, abbia risposto serafico: "Mandatela dal lavasecco!"

Esther Williams in Sposarci è facile, ma... (Easy to wed) (1946)

Io avrei piuttosto suggerito al padre in ambasce di mostrare alla ragazzina -per curarne la fobìa- tutta la serie di pellicole girate dalla sirena hollywoodiana per eccellenza, quella Esther Williams che passava dallo stato solido a quello liquido senza soluzione di continuità (ma cos'aveva sotto il decolleté, polmoni o branchie???).


La bella Esther, con lo sguardo brillante e il sorriso inossidabile anche a 20.000 leghe sotto i mari, era in grado di baciare in apnea non solo pesci e molluschi ma persino partner umani -quella sì che era respirazione bocca-a-bocca!- trasmettendo un'indubbia sensazione di vitalità e buona salute a tutto il pubblico presente in sala.




E, in mancanza di coprotagonisti in carne ed ossa, si adattava benissimo anche a quelli in cartone animato: l'importante era stare a mollo, in piscina, al lago o al mare, con l'aria di chi è perfettamente a suo agio, trucco e capelli in ordine come appena uscita dall'estetista, allure disinvolta sul fondo marino come sulla terraferma, indossando pagliaccetti e cuffiette decisamente glamour.


Se le evoluzioni natatorie della Williams, tutto sommato, mettono allegria, ci coglie invece un improvviso senso di malinconia struggente ammirando le ultime inquadrature girate da Marilyn per un film che non sarebbe mai uscito nelle sale. Accoccolata ai bordi di una piscina, di notte, la Monroe -mezza brilla- gioca a provocare Dean Martin, vestita solo (suppongo) del suo famoso Chanel n°5: ma la sua sfolgorante bellezza, vista sapendo della fine che di lì a poco l'attendeva, ha qualcosa di straziante, qualcosa che prende alla gola.

Marilyn Monroe in Something's Got to Give ( 1962 )

Perchè allora non dimenticare tutti i più tristi pensieri imitando la felliniana Anitona, ed entrare vestiti -senza togliersi neppure le scarpe- nella prima fontana sufficientemente capiente che ci capiti a tiro, meglio se in notturna tra il 15 luglio e il 15 agosto, onde evitare una multa dai vigili urbani ed un bel raffreddore dal buon Dio. Sempre che non si sia stati preceduti da qualche ecoterrorista armato di liquido colorato da versare nell'acqua, o da una banda di piccoli delinquenti decisi ad arraffare le monetine gettate sul fondo da speranzosi turisti... tempi duri, per i nostalgici della Dolce vita!

Anita Ekberg in La Dolce vita (1960)

5 commenti:

  1. Roby, le immagini sono molto belle, e si vede che le ha scelte una donna (tipo Roby). Un uomo (tipo Solimano)avrebbe scelto altre immagini, non so se più belle o più brutte, ma sicuramente diverse.
    In che cosa sarebbero state diverse, ci sarebbe da pensarci a lungo e poi scriverci su una Magna Opera, ma il tampo non c'è. Una cosa però la dico: non è assolutamente detto che la differenza sarebbe stata in centimetri quadrati di pelle scoperta.
    Che vuoi farci, i sessi sono due, e in alcune cose la c'è la differenza. Ma sai che ti dico? Vive la difference!
    Vuol dire che il rischio della noia è minore, quindi si può dialogare, e i modi di dialogo sono molti, uno meglio dell'altro...

    saludos y besos
    Solimano
    P.S. Ad esempio, che hanno mai tutte 'ste ragazze per sorridere? Stanno prendendo in giro noi maschietti? Ma come si permettono!
    (Tranne Marilyn, poverella)

    RispondiElimina
  2. Giusto per ricordare che Roby ha scritto anche un post sulle sirene nel cinema (per trovarlo e leggerlo c'è il motorino di ricerca in alto a sinistra).
    Questo è un sirene parte seconda...

    RispondiElimina
  3. Giuliano!!!!!!!! Mi meraviglio!!!!!!!! Da uno ATTENTO come te non me lo sarei mai aspettato!!!! IL POST SULLE SIRENE E' DI LAURA, NON MIO!!!!!!

    [;-P]

    RispondiElimina
  4. Ops! Però colgo l'occasione per salutare Laura e invitarla a farsi sentire.

    RispondiElimina
  5. Roby, se trovo il tempo faccio un post "I soggetti nel cinema: bellezze al bagno (2)", con le stesse attrici ma con immagini dal mio punto di vista. Ma sarebbe dura con Esther Williams: secondo me quel sorriso lì ce l'aveva stampato anche quando dormiva.
    L'errore di Giuliano è scusabile: quando sente parlare di sirene perde la testa, occorrerà mettergli la cera nelle orecchie come Ulisse, ma anche la benda sugli occhi...
    Ma anch'io vorrei che Laura si facesse sentire.

    saludos y besos
    Solimano

    RispondiElimina