martedì 22 aprile 2008

La moda nel cinema: Giulietta degli spiriti (2)

Giulietta degli spiriti, di Federico Fellini (1965) Sceneggiatura di Federico Fellini, Tullio Pinelli, Ennio Flaiano, Brunello Rondi Con Giulietta Masina, Sandra Milo, Mario Pisu, Valentina Cortese, José Luis de Villalonga, Caterina Boratto, Lou Gilbert, Luisa Della Noce, Silvana Iachino, Milena Vukotic, Sylva Koscina, Alberto Plebani Musica: Nino Rota Fotografia: Gianni Di Venanzo Costumi: Piero Gherardi (137 minuti) Rating IMDb: 7,5
Solimano
Chissà se Federico Fellini conosceva la bellissima canzone "Les jardins du casino" di Jacques Brel, che è del 1961. Io credo proprio di sì, eccone una strofa:

Les musiciens sortent leurs moustaches
Et leurs violons et leurs saxos
Et la polka se met en marche

Dans les jardins du casino
Où glandouillent en papotant
De vieilles vieilles qui ont la gratouille
Et de moins vieilles qui ont la chatouille
Et des messieurs qui ont le temps
Passent aussi, indifférents
Quelques jeunes gens faméliques
Qui sont encore confondant
L'érotisme et la gymnastique
Tout ça dresse une muraille de Chine
Entre le pauvre ami Pierrot
Et sa fugace Colombine
Dans les jardins du casino

Due versi che mi hanno fatto sempre ridere sono. "Qui sont encore confondant / L'érotisme et la gymnastique", una differenza che Fellini aveva ben presente, proprio per questo nei suoi film non mostra quasi mai amplessi, salvo nel Casanova, in cui c'è la gara a chi riesce a farne di più, e tutto diventa meccanica, tecnica, nel migliore di casi ginnastica, appunto.
Dopo Valentina Cortese, che fa la précieuse ridicule (ma sempre fascinosa), è la volta di Sandra Milo, che fa tre parti con nomi diversi: Susy, Iris, Fanny, a seconda dei momenti del film in cui compare, come vita reale o come vita ricordata/sognata. Ma la parte è una sola, quella della cortigiana d'alto bordo, felice di esserlo, ammirata dagli uomini ed invidiata dalle donne, che vorrebbero essere al posto suo. La chiamerò Susy. Mi piaceva la Susy della Settimana Enigmistica, esiste ancora?
Tutto il modo di vestire di Susy è basato sulla sorpresa: nell'immagine che metto sopra il post appare come una bella donna molto vestita che sta preparando una medicina, ma giriamole attorno e cambieremo idea.


Però, anche qui, la schiena non è del tutto nuda: c'è una farfallona nera che cerca di coprire, si impegna al massimo, ma la schiena è troppa, non ce la può fare.
Qualcuno avrà certo investigato su chi ha avuto le tante idee, perché certamente Piero Gherardi avrà avuto voce in capitolo (e se la meritava), ma questo gusto per lo spiazzamento, che rende più fantasioso il desiderio, è tutto della cultura di Fellini, in cui erano contemporaneamente presenti l'educazione religiosa, col potente stimolo delle tentazioni, che già a dire la parola vengono, le tentazioni, con un gusto che c'è in quasi tutti i suoi film, che senza offesa chiamerei postribolare, anche se non triste. La generazione a cui apparteneva Fellini aveva generalmente questa fisima, nel caso di Fellini c'era poi il gusto per l'avanspettacolo, che a volte aveva annessi e connessi vicini alla prostituzione.
Ma non mi interessa (non ne sarei in grado) approfondire come questi due versanti convivevano nell'uomo Fellini, però è chiaro che, anche se apparentemente in conflitto, l'uno rafforza l'altro, la tentazione ha evidentemente due facce come una moneta.

Un altro esempio, sempre riguardo la nostra Susy, è quando Giulietta ha un sogno o visione in cui vede Susy che scende dallo scivolo in una piscina in cui nuota soddisfatta. Senbrerebbe nuda, ma indaghiamo sotto il pelo dell'acqua: indossa un bellissimo costume giallo che parte da poco sotto le spalle ed arriva fino alla punta delle dita dei piedi. Chissà se, quando si cominciò a tollerare il topless persino sulle spiagge normali, qualche donna avrà avuto questa ottima idea, che ha solo il difetto che non si possono portare le infradito.
D'altra parte, le donne avvedute sanno bene a chi vanno gli sguardi degli uomini: a quella che è appena arrivata ed ha la pelle bianchisssima, alla faccia di tutte le creme solari del pianeta.


Susy compare sempre con un nastro al collo, a volte rosso a volte nero, sembra una moda à la Robespierre con cui se la prendeva (mi pare) l'Abate Giuseppe Parini. Ma i nastri hanno la stessa funzione della farfalla nera sulla schiena: operare per il bene della copertura, ma c'è poco da fare, trionfa il male della scopertura perché le spalle -e le adiacenze- sono troppe, proprio come la schiena.



La sorpresa massima si ha nell'episodio della capanna sul pino, che Susy ha a sua disposizione, da baronessa rampante. Susy passeggia insieme a Giulietta nella pineta di Fregene, i pini sono di alto fusto. Le mostra che lassù, venti metri sopra, c'è una piccola costruzione in legno a cui si può arrivare mediante un moderno elevatore, pure in legno (Susy è organizzata, nei suoi vizi). Giulietta è contenta, che bello deve essere meditare lassù, e salgono, prima Susy poi Giulietta.
A vederla, Susy oggi sembra una Maddalena felice di essersi pentita (prima immagine). Ma nella seconda compare uno specchio, vabbè, sarà sicuramente il simbolo della Vanitas, come nei pittori della Controriforma.
Non è così. Venti metri sotto, sta passando una spider, con due giovani maschi a bordo. Susy userà lo specchio per fare specchietto negli occhi dei due, in modo che si accorgano che c'è qualcuno in alto che li pensa. Ma i due giovani sono un po' tardi, si sono fermati ma non riescono a capire che cosa stia succedendo. A mali estremi, estremi rimedi: Susy si leva la scarpetta bianca (terza immagine) e la fa cadere ai piedi dei giovani, da venti metri sopra. A quel punto i giovani si rendono conto e vogliono salire, quel che è giusto è giusto. Evviva, evviva, dice Susy a Giulietta, ne abbiamo catturati due! Ma Giulietta vuole scendere -chissà perché. E va così: l'elevatore scende con Giulietta ed immediatamente risale con i due giovani. In alto, senza più sandali né specchio né vestaglia né amica, Susy li attende a piè fermo, sola contro due. E' una così.
P.S. Giulietta Masina in questo film, la cui lavorazione durò mesi e mesi, dimostrò di essere non solo una donna intelligente, ma anche di essere dotata di molta pazienza, forse troppa, come la schiena di Susy.

3 commenti:

  1. Che bella che era la Milo. Saperla poi nelle grinfie del Craxi padre, fa un po' effetto pensarlo.

    PS commento poco, ma ci sono e vi leggo, cinefili. ;) W la qualità, pur già a livelli strepitosi, migliora sempre.

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  2. Craxi si sa, le donne gli piacevano, ma generalmente alle donne piaceva pure lui, non togliamogli anche questo!

    grazie, Brian e saludos
    Solimano
    P.S. Non ho commentato da te il Leopardi perché ci sarebbe stato da discutere e le abitudini blogghiere lo sconsigliano. Ma continuo a pensare che una discussione schietta sia più migliore assai. Naturalmente nel rispetto etc etc

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  3. Però è divertente il giochino degli animali. Non ho mai amato questi giochi, ma la prossima volta che mi capita alla prima risposta dico: il passero.
    Che gli altri mi vedano come un passero: mica male, caro Solimano...

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