Solimano
Il film Notre Dame de Paris di Jean Delannoy fu girato completamente negli studi di Boulogne in cui furono costruiti in ampi spazi i luoghi del film, soprattutto il luogo per eccellenza: la Cattedrale di Notre Dame. Una impresa non da poco, considerato che attorno alla Notre Dame fittizia si dovevano svolgere scene di massa che richiesero la partecipazione di più di mille comparse dal 16 aprile al 11 agosto del 1956.
Il film di William Dieterle del 1939, quello in cui Quasimodo è Charles Laughton ed Esmeralda è Maureen O'Hara fu girato completamente in America, attorno a Los Angeles, e sarei veramente curioso di vedere come hanno reso il personaggio principale, che è proprio la Cattedrale, fin dal 1831 in cui Victor Hugo pubblicò il libro.
Attorno a Notre Dame gravitano i personaggi principali.
Il canonico Claude Frollo (Alain Cuny) vi ha il suo studio, un po' da alchimista un po' da religioso; in definitiva è uno stregone colto, ossessionato ed ossessionante.
Quasimodo (Anthony Quinn) suona le campane di Notre Dame, che erano e sono enormi, basti dire che la campana più grande, l'Emmanuel (le campane hanno un nome) pesa 13 tonnellate. E' vero che la fusione di quella attuale fu fatta nel 1631, ma anche prima, pur non arrivando a tanto, occorrevano campanari con la forza di Quasimodo. Le quattro campane fuse nel 1856, perché le precedenti erano andate distrutte durante la rivoluzione, hanno quattro nomi bellissimi: Angélique Françoise, Antoinette Charlotte, Hyacinthe Jeanne e Denise David.
C'è Esmeralda (Gina Lollobrigida), che all'inizio del film balla e fa i giochi di prestigio con la capra che sa leggere sul sagrato di Notre Dame, concupita da Frollo ed ammirata ed amata da Quasimodo, che la salva dopo il processo e la nasconde nella chiesa che gode del diritto di asilo. Nel film ci sono delle scene a due in Notre Dane fra Esmeralda e Quasimodo, una si svolge sul tetto della chiesa, le altre un po' più in basso, nelle logge, fra colonne e statue fantastiche di mostri.
Verso la fine del film c'è l'assalto a Notre Dame che ha il portone sbarrato. Sono gli appartenenti alla Corte dei Miracoli che vogliono liberare Esmeralda, ma arrivano gli arcieri del re ed Esmeralda muore trafitta da una freccia proprio sul portone della chiesa, che inoltre nel film si vede anche a distanza, quando c'è afflusso di popolo per prediche o mercati. Il lavoro delle maestranze per il film di Delannoy appare al tempo stesso completamente fatto ad hoc e più vero del vero, rifecero persino la policromia ai bassorilievi dei tre portali della facciata.
Commisero due notevoli svarioni, ma forse lo sapevano, e lo fecero perché ne avevano convenienza.
Il primo è quello del sagrato. Il film si svolge alla data di Hugo, il 1483, ma il sagrato molto vasto che noi conosciamo fu relizzato solo nel Settecento: prima la chiesa era circondata da case, botteghe, mercati, come era frequente a quei tempi. Doveva essere bello entrare nella vastità silenziosa della chiesa dalla confusione e dalle strettoie dei vicoli. Un po' quello che succedeva a Roma, quando dai Borghi ci si trovava d'improvviso nel grande spazio aperto del colonnato del Bernini.
L'altro errore è più sofistico, e riguarda i mostri fantastici del medioevo che nel film compaiono dovunque: Esmeralda e Quasimodo ne sono quasi sempre attorniati.
Certo che i mostri esistono a Notre Dame, ma sono frutto in gran parte del lavoro di Viollet-le-Duc, il grande rifacitore non so se più appassionato o disinvolto: les gargouilles, così si chiamano, della Galleria delle Chimere sono opera della sua squadra di lavoro. Alle gargouilles di Viollet-le-Duc si ispirano i mostri fantastici del film, metà terrorizzanti metà ridicoli, ma è stato comunque un grande tema nelle chiese del medioevo. Consiglio a chi non lo conosce un libro affascinante: " Il medioevo fantastico" del lituano Jurgis Baltrusaitis.
Malgrado tutto, forse il pregio più grande del film di Delannoy è nella ricostruzione dei luoghi, ed in particolare di Notre Dame: sa più di falso la Corte dei Miracoli, così apparentemente più facile, sa di falso perché le comparse sembrano tutte vestite di stracci di tipo lussuoso, una specie di carnevale finto-povero.
Desidero mettere qualche immagine della nostra Notre Dame, quella che conosciamo ed amiamo, ma rinuncio a mettere visioni di insieme. Ero partito con l'idea dei rosoni, bellissimi sempre, ma in particolare quando ci batte sopra il sole, ma non c'è niente da fare, le immagini non riescono a trasmetterci una briciola dell'emozione che ben conosce chi li ha visti, anche solo per una volta. Quindi metto una vetrata piccola che sta dietro all'altare, mentre per i fregi dei portali ho scelto una immagine tratta dal portale di Sant'Anna. Infine, sul sagrato di Notre Dame c'è le point zéro, da cui si misurano le distanze in tutte le direzioni della Francia, ma questo lo sappiamo tutti, non serve l'immagine: chi cammina sopra le point zéro, prima o poi a Parigi ci torna.
Il film di Dieterle è molto bello, addirittura eccezionale nella lunga sequenza iniziale che mostra la piazza, con il teatro, eccetera. Una ricostruzione storica di quelle che fanno dire che sembra di essere lì: e in un film americano del 1939 è una cosa un po' insolita.
RispondiEliminaPerò non ricordo bene come sia stata ricostruita Notre Dame, e del resto è normale: io a Parigi non ci sono mai stato, ahimè.
GIULIANO!!! Mai vista Parigi? (potrebbe quasi essere il titolo di un film, tipo "L'ultima volta che vidi Parigi", o "Parigi brucia?")
RispondiEliminaFra pochino posto anch'io una cosuccia sullo stesso argomento/città/luogo....
...Solimano, un post da gourmand (come sempre)!
Roby'
Credo di avere trovato un motivo impeccabile per tutte le fatiche che esercitiamo sulla vista logica Parigi nel cinema: fare in modo che Giuliano, il dì che finalmente approderà alla Ville Lumière, sia dotato di una documentazione che gli permetta di fissare le giuste priorità di visita. Già mi vedo la scena, all'aeroporto ( o alla stazione, Giuliano è uno snob) lo riceverà Sarkozy con la Signora Bruni, ma Giuliano dirà: "Grazie, ma non ho tempo per voi, mi attendono les gargouilles di Notre Dame che mi sono studiato sul blog". Per non dire le tante altre bellezze di Parigi ancora non manifeste, perché ho capito che Roby ha qualcosa in mente, ma le risponderò con ben due post, à la guerre comme à la guerre!
RispondiEliminaPerò sarebbe bello: "qui Jean Seberg cominciò a sgamare Jean Paul Belmondo" o "qui furono trovati gli zolfanelli che dovevano essere utilizzati in Parigi brucia, ma erano bagnati".
Con lapidi, bigiotteria e paccottiglia, mi prenoto per l'orecchino sinistro di Vanessa, l'amica del papà di Vic e per il libricino "L'inglese in poche ore" regalato alla mamma di Vic dal suo amico professore di inglese e di tedesco. E la fedina che Mathieu voleva regalare a Vic ma lei lo mollò prima? Da qualche parte certo sarà, forse al Musée di Cluny dove lo spacciano per l'anellino per la cresima di Fredegonda dei Merovingi, mai fidarsi dei francesi, tutti amici di Gabrilu!
saludos
Solimano
Bellissimo post, bellissima raccomandazione quella di leggere Il Medioevo Fantastico.
RispondiEliminaL'edificio storico della Washington University in St. Louis fu costruito a inizio novecento, in occasione dell'Expo Universale del 1904. Lo stile è, col senno di poi, disneyano: neo-gotico americano (a date corrette, fu Disney a popolarizzare questo neogotico d'oltreoceano in tutto il mondo). L'ingresso del mio dipartimento era preceduto da un arco a sesto acuto nei cui capitelli c'erano diverse figurine grottesche in stile, quattro tra le diverse decine disseminate nell'università.
I gargoyls furono commissionati, infatti, a un gruppo di artigiani sanluigini, scalpellatori della lavorabilissima pietra locale. Chissà, magari venivano pure loro da Carrara, come i protagonisti del Good morning Babilonia (1987) dei Taviani Brothers.
Ecco il link per i Mc-gargoyls: http://library.wustl.edu/units/spec/archives/gargoyle/
RispondiEliminaCaro Solimano, Giuliano ha alzato da tempo il ponte levatoio e vive in una piccola ala del suo castello...
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