King Solomon's mines, di Compton Bennett e Andrew Marton (1950) Da un romanzo di H. Rider Haggard Con Stewart Granger, Deborah Kerr, Richard Carlson, Hugo Haas, Lowell Gilmore Musica di Mischa Spoliansky Fotografia di Robert Surtees (102 minuti) Rating IMDb 6,8
Roby
Che tenerezza, i vecchi posters cinematografici anni '50! Non esistevano ancora Photoshop, computer graphic, elaborazioni digitali, blink, effetti tridimensionali: tutto era giocato sui colori forti, sul richiamo esercitato dai nomi dei protagonisti, sulla dichiarazione perentoria di contenuti eclatanti. "Il tuono di migliaia di animali selvaggi in fuga nella più spettacolare sequenza mai filmata" dice -pressappoco- la frase di lancio: e la didascalia iniziale tiene a precisare che la pellicola è stata girata interamente in Africa "dal vivo". Come dire che allora non si badava a spese, nè si lesinava sulle lunghe trasferte transcontinentali di intere troupes: visto che, all'epoca, la ricostruzione virtuale di interi scenari esisteva soltanto nelle fantasie febbricitanti di qualche scenografo o direttore della fotografia. E meno male! Perchè altrimenti saremmo stati privati dello spettacolo dei grandi spazi e della splendida natura africana che qui regna incontrastata, cedendo il passo soltanto alla magnifica allure e all'eleganza innata di Deborah Kerr, sophisticated lady in affannosa ricerca del marito scomparso nel continente nero.
Ad accompagnarla nella spedizione è Allan Quatermain, un avventuriero rotto ad ogni esperienza, cui presta il volto ed il fisico aitante uno degli interpreti del più classico cinema d'avventura hollywoodiano, quello Stewart Granger che - pur senza raggiungere mai toni elevatissimi- seppe comunque sempre far onore all'impegno tacitamente preso con il pubblico: farlo divertire, appassionarlo, "tirarlo dentro" alla storia, ventilando in questo l'assunto della successiva Rosa purpurea del Cairo.
Lei, tra elefanti imbizzarriti, coccodrilli affamati, tribù antropofaghe ed altre insidiose peculiarità della savana, non perde mai il suo aplomb scozzese. "Era impagabile (e qui cito doverosamente il collega cinefilo Solimano) vederla passare in mezzo ai coccodrilli ed a tutte le insidie della savana e delle foreste mantenendo intatto lo stile Old England". Ma, lungi dall'apparire per questo fredda e scostante, riscuote invece le simpatie sia del pubblico maschile, conquistato dal suo charme indiscusso, sia di quello femminile, persuaso dalla sua tenace naturalezza che in fondo -volendolo fermamente- anche una debole, fragile donna poteva affrontare e superare con successo gli stessi rischi di un maschio forte e un po' rude.
Durante la lavorazione del film, dicono i pettegolezzi (non ancora denominati gossip) del tempo, fra i due protagonisti ci fu del tenero, malgrado i rispettivi legami matrimoniali. La notizia, con tutto il rispetto per la sensibilità dei coniugi traditi, mi ha provocato un attacco acuto di romantichite bilaterale, nel senso che ne sono stata molto felice per entrambi. Del resto, vorrei vedere voi - e me stessa per prima- lontana da casa per mesi, immersa nei tramonti infuocati e nei profumi intensi dell'Africa misteriosa, tra animali selvaggi che si accoppiano senza pudore, mentre laggiù risuonano i tamburi.... Assolutamente impossibile resistere!!!!
Ed infatti il buon Granger, accecato dalla passione, si presta a soddisfare qualsiasi esigenza della sua incantevole partner anche fuori dal set: come ben testimonia l'immagine che chiude degnamente questo nostalgico, affettuoso, anomalo post.
C'era un blog americano con delle belle immagini del film, ed in particolare di Deborah Kerr, ma nel frattempo ha chiuso... sigh... e non è la prima volta che succede, c'è stato il caso della DoctorMacro che aveva immagini grandi e bellissime di film americani degli anni Quaranta e Cinquanta. Ma ce ne faremo una ragione. E comunque, a vederli, Deborah Kerr e Stewart Granger assieme, come coppia temono pochi confronti, in particolare fra bestie feroci, avventurieri infidi e tribù in rivolta. Tutti motivi perché le Miniere di Re Salomone (questo, non gli altri)sarà sempre fresco.
RispondiEliminasaludos
Solimano
Per carità, Solimano, quando penso alle "Miniere di Re Salomone" io penso solo a QUESTO film, non certo all'orrendo remake con Richard Chamberlain (ma come potevo esserne innamorata quando faceva Kildare??? Certo, avevo 8 anni...). Mi pare invece ce ne sia una versione del 1935 o 1937, ma non ne so granchè. Peccato per i siti americani che citi (sospiro): sì, dovremo arrangiarci altrimenti... ma abbiamo combattuto battaglie ben peggiori.
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Roby
Che bella la foto della Kerr che fa la maglia... quasi quasi la ritaglio e mi ci faccio un poster.
RispondiElimina(però cancello Stewart Granger)
Sì, Giuliano, in effetti lì Stewart Granger ci fa proprio la figura del babbeo... Ma evidentemente avrà avuto altre qualità, per attarre la "nostra" Deborah....
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Roby