mercoledì 26 settembre 2007

Un'anima divisa in due

Un’anima divisa in due, di Silvio Soldini (1993) Sceneggiatura di Silvio Soldini, Roberto Tiraboschi Con Fabrizio Bentivoglio, Maria Bakò, Philippine Leroy-Beaulieu, Jessica Forde, Felice Andreasi, Silvia Mocci, Edoardo Moussanet, Patrizia Punzo, Renato Scarpa, Luigi Sponzilli, Moni Ovadia Musica: Giovanni Venosta Fotografia: Luca Bigazzi (124 minuti) Rating IMDb: 7.1
Giuliano
Mi si è rotto il disco fisso del pc: capita, mi direte. Sono d’accordo, e poi non ho perso quasi niente perché sono stato bravo e ho fatto tanti backup; però il mio hard disk non si è rotto in un giorno qualsiasi, ma esattamente tre anni dopo l’acquisto, cioè alla scadenza esatta della garanzia. Tre anni e una settimana, per la precisione. Una coincidenza? Può darsi, ne succedono tante: ma chissà perché mi è tornato subito in mente un film di Silvio Soldini, “Un’anima divisa in due”. E’ un bel film, su un soggetto molto scabroso (perciò non aspettatevi di rivederlo sulle reti Rai e Mediaset): un uomo, interpretato da Fabrizio Bentivoglio, si innamora di una giovane zingara che ha sorpreso a rubare in un supermercato. Se ne innamora, e lei lo lascia fare: va a vivere con lei, prova la vita del nomade. L'incontro fra le due culture è spiazzante: l’uomo è scandalizzato quando la ragazza gli spiega, come se fosse la cosa più ovvia del mondo, che rubare è un’azione lecita. Anzi, non è nemmeno rubare: è che “gagio scemo ha lasciato qui la sua roba e io l’ho raccolta”. Gagio, per uno zingaro, siamo noi: noi “persone normali”, insomma. Per uno zingaro, chi non è zingaro è gagio. Il gagio scemo, che non prende le necessarie precauzioni, se abbandona qualcosa o si dimentica di proteggerla significa che non ne aveva più bisogno, e dunque la si può prendere. Bentivoglio, nel film, interpreta una guardia giurata: quindi è più che sconvolto da questo ragionamento, ma la ragazza non capisce perché se la prenda tanto. Per lei è assolutamente normale, che cosa vuole da lei quest’uomo?

La reazione di Bentivoglio è la nostra reazione naturale, di noi che siamo cresciuti in una società civile dove l’onestà è un valore; e può far sorridere vedere questa situazione in un film. Almeno, così ragionavo nel 1993 quando uscì il film: oggi non sono più tanto sicuro di quel che succede, e mi sembra che questo ragionamento “da zingaro” abbia preso piede. Mi perdonino per la metafora gli zingari onesti, ma trovo che oggi “gagio scemo” siamo noi tutti, e che gli zingari abbiano preso il potere. Noi siamo tutti “gagi scemi”, cioè vacche da mungere, per le compagnie telefoniche, elettriche, assicurative, bancarie, eccetera, in questo mondo sempre più liberista, consumista e privatizzato dove c’è sempre una polizza da pagare, un abbonamento che scade, una gabella, una multa, un’offerta miracolosa con uno sconto allegato che saremmo stupidi a lasciar perdere, e dove non si può star tranquilli perché c’è sempre qualcuno che vuole mirare al tuo portafogli, e dove se non spendi non servi a nulla.
In più, ci tocca anche vedere lo spettacolo dei politici locali che sponsorizzano le violenze contro i campi nomadi, e che presenziano feroci e contenti al loro smantellamento, anche se si tratta di campi controllati dalla Caritas (cioè dalla chiesa cattolica, dal Vescovo e dal Papa). Nessuno spiega che, quand’anche si sia d’accordo, smantellare un campo nomadi significa solo spostare il problema di qualche chilometro. Ne traggono sollievo i vicini, ma i nomadi andranno altrove e altri contrasti nasceranno. Ma, se io sono assessore a Milano e gli zingari vanno in un altro Comune, eccomi sollevato dal problema: io prenderò tanti voti alle prossime elezioni, ci ho fatto un figurone, adesso se la sbrighi qualcun altro, magari l’assessore del Comune che confina col mio... Un saluto a Silvio Soldini: questo film è davvero bello, si meriterebbe di essere più famoso di quello che è, famoso almeno come “Pane e tulipani”.

2 commenti:

  1. Giuliano, questo film mi ha fatto ammattire per trovare delle immagini decorose. E meno male che ho trovato un buon sito "Soldiniana" che forse ti interessa, con Google ci arrivi.
    Anch'io amo questo film, che metto insieme alla Acrobate ed a Pane e tulipani. Pian piano (è la locuzione giusta) mi vedrò gli altri suoi film, però voglio tirar su anche Virzì e Piccioni, altre lotte per trovare le immagini. I produttori ed i distributori sono come dei pugili suonati, cosa gli costa cacciare venti belle immagini in rete? E poi si lagnano perché qui e perché là... mentre in Francia, con Allociné si trova quasi tutto.

    saludos
    Solimano

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