E non manca, benchè si sia ancora agli albori, il genere documentario, con la ripresa degli operai delle officine Lumiére all'uscita dal lavoro. Chissà che tipo di contratto avranno avuto, quegli onesti lavoratori in paglietta e baffetti, a cavallo del loro velocipede (comprato forse col primo stipendio)? E le gentili signore, fra loro, a quali compiti saranno state adibite? Tre settimane dopo quel 28 dicembre di 102 anni fa, l'incasso giornaliero del Salon Indien era salito a circa 2000 franchi: segno che 2000 persone entravano ogni giorno in quella sala sotterranea, si sedevano, si toglievano la paglietta, si accomodavano le sottogonne imbottite e poi, a bocca semiaperta, seguivano il susseguirsi, sul lenzuolone bianco, di quel grande quadro in movimento. Un quadro ancora silenzioso, ma solo in apparenza. Quasi certamente, quei 2000 spettatori sentivano nelle orecchie il fischio del treno, e forse riuscivano a percepire anche il rumore delle risate del ragazzino terribile che per gioco "innaffia" il giardiniere. Poi, di nuovo tutti a casa, in carrozza, a piedi, in omnibus o in bicicletta. Parlando, lungo la strada, di quel fenomeno da baraccone, di quella lanterna magica perfezionata: di quell' invenzione che -secondo i suoi stessi creatori- era destinata a non avere futuro.
Questo è un blog sul cinema, ma non è un blog di critica cinematografica. E' il cinema visto da spettatori che nei film che amano sono entrati a piè pari perché quei film, in quei giorni particolari in cui li hanno visti per la prima volta, hanno detto loro qualcosa che volevano sentirsi dire, magari senza saperlo. Non sono più film, sono amici, per questo non si stancano di rivederli, proprio come si fa con gli amici veri - e con le amiche, ça va sans dire.
martedì 31 luglio 2007
I fratelli Lumiére - Il destino nel cognome
L'arrivo del treno alla stazione di Ciotat
Roby
Parigi, boulevard des Capucines, 28 dicembre 1895: nel seminterrato del Caffè del Salon Indien, al modico prezzo di un franco, i primi 35 spettatori della storia del cinema assistono alla proiezione -sconvolgente per l'epoca- di un treno in arrivo alla stazione di Ciotat. Panico, urla di terrore e fuggi fuggi in sala, nella convinzione che la locomotiva avrebbe travolto tutti i presenti. Praticamente, il primo thriller-horror mai girato. Autori dello strano marchingegno, i fratelli Auguste e Louis Lumiére (luce, in francese), che con la luminosità delle immagini proiettate sul grande schermo/lenzuolo riescono a spaventare, stupire, impressionare... e anche a far ridere, grazie all'antesignana di tutte le scenette comiche di là da venire, Il giardiniere innaffiato (L'arroseur arrosé), chiaro ispiratore di tutti gli Charlot, gli Stanlio e Ollio, i Franco e Ciccio che il futuro riserverà.
L'uscita degli operai dalle officine Lumiére
PS: Se curiosate sul web, scoprirete -come me- che i filmati (della durata di 1 minuto!) dell' Arrivo del treno e del Giardiniere hanno un indice IMDb di ben 7,5! E chi l'avrebbe detto?...
Roby, il babbo - che rischiò fra l'altro di fare l'attore nei film dei telefoni bianchi, prima che la mamma se lo prendesse - il babbo mi raccontò la sua prima volta al cinema a Sasso Marconi, che era il suo paese.
RispondiEliminaLui continuava a guardare affascinato il fascio di luce che usciva dal buco in fondo per finire sullo schermo, che praticamente non guardava. La gente fischiava, si sentiva turlupinata, ed alla fine vollero indietro i soldi del biglietto. Non ci si credeva, al cinema, né sotto né sopra. Pian piano, cominciarono a crederci quelli sotto, e divenne una valanga, ma sopra, continuarono per decenni a non crederci - ancora adesso è a volte così - e molti: attori, registi, sceneggiatori, ci lavoravano solo perché li pagavano bene. Il cinema ha patito molto di questo, perché tanti scrittori ed attori (due esempi, Totò e Moravia), non ci hanno mai creduto.
Quanto di meglio si sarebbe fatto se certi registi come Comencini, Risi, Lattuada, Zampa, Soldati, lo stesso Monicelli, lo stesso De Sica, fossero stati più seri, più convinti, meno cinici.
Ma era - un po' è - il sistema: il teatro se la tirava, qualsiasi scrittorello di romanzetto si sentiva superiore - perché scriveva - a Rossellini e persino a Zavattini, perché aveva le mani sporche di sceneggiature.
Una cosa che attraverso i secoli si è verificata anche in pittura e in musica, tale e quale.
saludos
Solimano
I film dei Lumiere sono fondamentali, il punto di partenza. Non possono essere dimenticati, anche se oggi un bambino di tre anni può girare filmati migliori...
RispondiEliminaIo trovo meravigliose le foto e le immagini filmate di quel periodo. Sono immagini grandi, enormi, belle e piene di dettagli tutti perfettamente a fuoco. Chissà se c'è qualcuno che ci spiega bene a cosa era dovuta questa meraviglia tecnica...