martedì 24 luglio 2007

Ball of fire

Ball of Fire di Howard Hawks (1941) Racconto di Thomas Monroe, Sceneggiatura di Charles Brackett e Billy Wilder Con Gary Cooper, Barbara Stanwick, Oskar Homolka, Henry Travers, S.Z. Sakall, Tully Marshall, Leonid Kinskey, Richard Haydin, Aubrey Mather, Allen Jenkins, Dana Andrews, Dan Duryea, Mary Field, Kathleen Howard Musica: Alfred Newman, "Sweet Genevieve"(Henry Tucker), "Drum Boogie" (Gene Krupa) Fotografia: Gregg Toland (111 minuti) Rating IMDb:7.8
Solimano
Il primo quarto d'ora già sorridevo, ma ero un po' perplesso. La storia era di otto professori, di cui solo uno giovane, Bertram Potts (Gary Cooper), che da nove anni lavoravano insieme ad una enciclopedia voluta da Miss Totten (Mary Field) per rispettare il desiderio del padre, l'inventore del tostapane. Nelle altre enciclopedie compariva solo per poche righe e così aveva stabilito di farsene una lui in modo da avere almeno una pagina e mezzo. Da cui era sorta una Fondazione il cui lavoro si sarebbe dovuto chiudere in dodici anni. La passeggiata iniziale degli otto nel parco mi fece pensare che la rappresentazione era la solita che gli americani, uomini d'azione, davano delle persone colte: dei simpatici perdigiorno di cui ridere e sorridere. A parte che l'America, ricca di contraddizioni, non è tutta così e che in Italia è stato ed è molto peggio, fu il prosieguo del film a farmi cambiare idea, proprio dal momento in cui il professor Potts decide di uscire dalla torre d'avorio e visitare il mondo reale per imparare la lingua d'uso, quella degli strilloni e quella degli spazzini, perché no, anche quella dei locali notturni.
Così viene in contatto con Katherine 'Sugarpuss' O' Shea (Barbara Stanwick), che canta e balla in uno di questi locali, ed è la donna del gangster Joe Lilac (Dana Andrews). E' inutile che vada avanti con la trama, si colgono tutte le trovate che una situazione del genere contempla e l'auspicabile lieto fine, solo che Ball of Fire non è carino, è invece di una finezza inenarrabile. Potts dice a Sugarpuss che quando le ha visto il sole fra i capelli ha dovuto andare a bagnarsi la nuca con l'acqua fredda e che fa Sugarpuss? Si sposta nella stanza in modo di avere di nuovo il sole nei capelli. Perché Sugarpuss sarà ignorante, ma non è attratta solo dal fisico di Potts, ma anche da un mondo che non è il suo e in cui vorrebbe entrare, restando però anche quella che è. E quando i professori attorniano Sugarpuss, che ha il vestito succinto di scena, non è la storia di Biancaneve e i sette nani, come dicono riduttivamente alcuni, ma è la vecchia e sempre viva storia biblica di Susanna e dei vecchioni, che tanti capolavori ha ispirato a grandi artisti per almeno quattro secoli. Solo che la storia è un po' rovesciata, perché sono i vecchioni ad essere intimiditi da Susanna, cosa a cui era già arrivato il Tintoretto nel 1560: la sua Susanna splende di una nudità quasi più atletica che sensuale, ed i due vecchioni se ne stanno nascosti dietro l'alta siepe sulla sinistra del quadro.

Facevo dei confronti, guardando il film, e mi pareva che Hawks si ispirasse a Lubitsch e non costituisse l'antecedente di Wilder, molto meno fine, poi ho scoperto che la sceneggiatura è di Wilder con Brackett! Difatti, Wilder ha un film di finezza comparabile con Ball of Fire, è L'appartamento, un film minore che fece per suo gusto, in tanti altri dovette pagare pegno all'enorme successo da confermare film per film. La voglio dire tutta: questo film è l'incontro fra Natura e Cultura, e del bello che ne può uscire quando l'incontro è au pair. Barbara Stanwick non è certo fra le più belle attrici, e metto volutamente una immagine un po' drammatica per mostrarla senza l'ausilio sommo del suo sorriso, ancor più delle sue risate. Ma qui, in Ball of Fire, sorpassa di gran lunga tutte le bellone che sono venute dopo in parti analoghe: come vitalità, duttilità, spirito, tenerezza. Sa essere la cinica donna del ganster Joe Lilac, sa essere la furba che usa i tomi della enciclopedia come scalino per baciare Gary Cooper, sa essere tenera e decisa, e trasformare il suo uomo in un uomo di natura, restando uomo di cultura.
Alla fine sono i professori a prevalere sui gangster, perché sanno la spada di Damocle e gli specchi ustori di Archimede, e nel trionfale attacco al covo dei gangster si associa anche Miss Tanner, poverina, benché innamorata anche lei di Gary Cooper. Va visto in inglese con sottotitoli italiani, così si colgono tutte le finezze delle uccisioni dei congiuntivi da parte della governante Miss Bragg, e del fratello spazzino, quello che vuole andare ai quiz (in America c'erano già allora, per questo venne un uomo in Italia, Mike Bongiorno, e fu facile profeta).
Unica cosa che infastidisce in tanta bellezza è la musica in sottofondo, come usava allora, però anche qui, nel night c'è Gene Krupa, proprio lui, col suo "Drum Boogie" e i professori canteranno assieme "Sweet Genevieve". E' gente da starci attenti, la banda degli otto professori: vogliono far parlare uno spietato gangster per fargli dire dove tengono nascosta Sugarpuss, quello dice che sa resistere a tutte le torture, ma un professore conosce la tortura, l'unica, a cui non si può resistere: il solletico, e il ganster confessa che Sugarpuss è nascosta a Fulham, e via tutti a Fulham! Tutti i gangster, Joe Lilac compreso, finiranno rinchiusi in un posto adatto a loro, un camion del pattume, e ben gli sta.

Jacopo Tintoretto: Susanna e i vecchioni, 1560

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