giovedì 14 giugno 2007

Umberto Eco al cinema (2)

Provaci ancora Proust, c'è Molly a Casablanca
Su l’Espresso del 5 gennaio 1992
Laura Grimaldi ha appena scritto un "Monsieur Bovary" in cui si racconta cosa accadde a Charles dopo la morte di Emma, e sta trionfando "Rossella", continuazione di "Via col vento". Giampaolo Proni, che con "Il caso del computer Asia" ha dimostrato di saper inventare macchine affabulatrici, mi consiglia di proporre altre continuazioni possibili.
Marcello chi? Il Narratore di Proust, conclusa la sua opera con il sigillo del Tempo, fiaccato dall'asma, decide di visitare un esperto di allergie sulla Costa azzurra, dove si reca in automobile. Inesperto della guida rimane coinvolto in un pauroso incidente: commozione cerebrale, perdita quasi totale della memoria. Viene preso in cura da Aleksandr Lurija che gli consiglia di sviluppare la tecnica del monologo interiore. Dato che il Narratore non ha più un patrimonio mnemonico su cui monologare e distingue a fatica le percezioni attuali, Lurija gli consiglia di applicarsi ai monologhi interiori dell' "Ulisse" di Joyce. Il Narratore legge l'insopportabile romanzo, e si ricostruisce un io fittizio, iniziando a ricordare quando la nonna lo veniva a visitare al collegio di Conglowes Wood. Riacquisisce una sottile capacità sinestesica e il solo profumo del grasso di montone di una "shepherd pie" gli rievoca gli alberi di Phoenix Park e il campanile della chiesa di Chapelizod. Muore bevendo Guinness in Eccles Street.
Molly. Risvegliatasi dal suo sonno agitato la mattina del 17 giugno 1904, Molly Bloom trova in cucina Stephen Dedalus che si sta facendo un caffè. Leopold Bloom è uscito per i suoi imprecisi affari e forse ha voluto lasciare i due faccia a faccia. Molly ha il volto gonfio di sonno, ma Stephen ne è immediatamente affascinato e la vede come una meravigliosa donna-balena. Le recita alcune poesie da un soldo e Molly cade tra le sue braccia. Decidono di fuggire insieme a Pola, e di là a Trieste, dove Italo Svevo consiglia a Stephen di mettere per iscritto sua storia e Molly, ambiziosissima, lo incoraggia. Nel corso degli anni Stephen scrive un monumentale romanzo, "Telemaco". Stesa l'ultima pagina, abbandona il manoscritto sul tavolo e fugge con Sylvia Beach. Molly trova il manoscritto, vi si immerge completamente, e si ritrova esattamente al punto da dov'era partita, inquieta, nel proprio letto a Dublino, la notte tra il 16 e il 17 giugno 1904. Folle di rabbia, insegue Stephen a Parigi, e in rue du Dragon lo stende con tre colpi di pistola sulla soglia della Shakespeare & Co., gridando «yes, yes, yes!». Si dà quindi alla fuga, entra per sbaglio in un fumetto di Daniele Panebarco e scopre nel suo letto Bloom che fa all'amore - contemporaneamente - con Anna Livia Plurabelle, Lenin, Sam Spade e Vanna Marchi. Sconvolta, si uccide.
Ancora Sam. Vienna, 1950. Vent'anni sono passati, ma Sam Spade non ha rinunciato a impadronirsi del falcone maltese. La sua connessione è ora Harry Lime, ed entrambi stanno confabulando al sommo della ruota del Prater. «Ho trovato una traccia», dice Lime. Scendono e si recano al Caffè Mozart, dove un negro sta suonando in un angolo, sulla cetra, "Smoke gets in your eyes". Al tavolino in fondo, la sigaretta all'angolo del labbro piegato in una smorfia amara, sta Rick. Aveva trovato un accenno tra i documenti mostratigli da Ugarte, e mostra una foto di Ugarte a Sam Spade: «Cairo!», mormora l'investigatore. «Io l'ho conosciuto come Peter Lorre», sogghigna Lime.
Rick continua: a Parigi, quando vi era entrato trionfalmente al seguito di De Gaulle, aveva saputo di una spia americana, che i servizi segreti avevano liberato da Saint Quentin per metterla sulle tracce del falcone. Si diceva allora che avesse ucciso Victor Laszlo a Lisbona. Dovrebbe arrivare a minuti. Si apre la porta a appare una figura muliebre. « Ilse!», grida Rick. «Brigid!», grida Sam Spade. «Anna Schmidt!», grida Lime. «Miss Rossella», grida il negro, «siete tornata! Non fate ancora del male al mio padrone». La donna ha un sorriso indefinibile: «Io sono colei che mi si crede... E quanto al falcone...». «Ebbene?», gridano tutti a una voce. «Quanto al falcone», riprende l'affascinante avventuriera, «non era un falcone. Era un falco».
«Giocato, per la seconda volta», mormora Spade - stringendo la mascella. «Ridammi quei cento dollari», dice Harry Lime, «proprio non ne indovini mai una, tu». «Un cognac», chiede Rick, terreo. Dalla penombra del bar emerge la figura di un uomo con un sorriso sarcastico sulle labbra. E' il capitano Renault. «Andiamo Molly», dice alla donna. «Quelli del Deuxième Bureau ci attendono a Combray».
P.S. Nell'immagine c'è Vincent Perez, Morel ne "Le temps retrouvé" di Raoul Ruiz (1999). (s)

7 commenti:

  1. Ecco, la parola che mi è piaciuta di più di questo (tutto spassosissimo) testo di Eco per me è quell' "insopportabile" riferito al tomo joyciano.
    Povero Marcello, più che una cura sempra piuttosto una bieca vendetta attuata con contrappasso ;-)

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  2. Cara Gabriella, oggi è il 15 giugno: domani è Bloomsday. Festeggiamo?
    Giuliano

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  3. Rileggo con colpevole ritardo quello che scriveva Eco nel 1992, e ritrovo alcuni libri che ho letto: che fortuna, posso fare un commento!
    Aleksander Lurija era uno psichiatra russo (1902-1977) che negli anni trenta ebbe in cura un paziente che ricordava ogni avvenimento, anche il più insignificante: lo descrive in “Viaggio nella mente di un uomo che non dimenticava nulla”, editore Armando. A lui si è ispirato Oliver Sacks per i suoi libri più famosi: “Risvegli”, “L’uomo che scambiò sua moglie per un cappello”, eccetera.
    Le “poesie da un soldo” sono di Joyce: “Pomes penyeach” (1927: comprende alcune immagini di Trieste, dove conobbe Italo Svevo e lo incoraggiò a scrivere). Tutto il brano è pieno di riferimenti a “Ulysses” di James Joyce, e anche a “Finnegans wake” (“Anna Livia” era la moglie di Svevo, ma anche un riferimento al fiume che scorre a Dublino).
    Daniele Panebarco negli anni 80-90 pubblicava su Linus buffe storie a fumetti in stile Topolino, con protagonisti Marx, Engels, Sam Spade, De Gasperi e le donnine del noir americano, e i grandi miti del ciclismo d’anteguerra.
    Sam Spade è il detective protagonista di “Il mistero del falco” di John Huston (che viene dal giallista Dashiell Hammett, se non sbaglio: ma di thriller ne ho sempre letti pochi, potrei sbagliarmi). “Cairo” è il nome del personaggio interpretato da Peter Lorre in quel film.
    Harry Lime è il personaggio di Orson Welles in “Il terzo uomo”, che ha una scena famosa al Prater di Vienna.
    (eccetera...)

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