Giuliano
A Stanley Kubrick devo tutto. Tutto quello che so sulla musica, anzi: sulla Musica.
Quando uscì “Arancia Meccanica” io non avevo l’età per vedere il film (e non l’avrei capito, perché è davvero un film per adulti – e non solo come età), però circolava dappertutto la “marcia turca” dall’ultimo movimento della Sinfonia n.9 di Ludwig van Beethoven.
Circolava soprattutto nella versione “addomesticata” di Walter Carlos, uno dei pionieri della musica computerizzata; una versione distorta, ma non molto distante dal vero Beethoven.
A casa mia nessuno si interessava di musica, circolavano solo le canzoni che trasmetteva la radio; ma c’era una grande fortuna, il Terzo Canale della Rai. La radio, ovviamente: alla tv c’erano ancora solo due canali. Ancora oggi devo moltissimo al terzo canale (oggi Radiotre), e spero che continui a trasmettere così come è (e che anzi magari torni un po’ di più a com’era allora); ma senza Kubrick ad indicarmi la strada penso proprio che mi sarei fermato al rock e al jazz, e della musica mi sarei perso la parte migliore.
Qualche anno dopo tornò sugli schermi l’altro capolavoro di Kubrick, “2001 odissea nello spazio”: e qui fu festa grande, perché questo film è pieno di musica. Avevo già ascoltato altre volte il Danubio blu, e mi era sembrato poco interessante: fu Kubrick a farmi capire cosa c’era dietro. Fu Kubrick ad aprirmi gli occhi sulla musica del Novecento: il viaggio verso Giove dell’astronauta Bowman è sorretto dalle musiche dell’ungherese Ligeti.
Seguirà Barry Lyndon (quando uscì io andavo per i diciotto), con la musica di Henry Purcell e le meraviglie del Trio op. 100 per violino, violoncello e pianoforte di Franz Schubert.
C’era abbastanza materiale per cominciare ad andare avanti da solo: Kubrick mi aveva fatto da guida, e ora potevo affrontare i grandi passi alpini e perfino l’Himalaya. La lista sarebbe lunghissima: le ouvertures di Rossini in “Arancia meccanica”; Khachaturian, Richard Strauss e Johann Strauss in “Odissea nello spazio”; la Sarabanda di Haendel, tratta dalla Suite XI per clavicembalo, in “Barry Lyndon”; e, nell’ultimo film di Kubrick, una musica che finalmente avevo scovato da solo: il valzer dalla “Suites per orchestra jazz” di Dimitri Shostakovic: ma avevo già quarant’anni, potevo ormai inchinarmi quasi alla pari davanti alla sapienza del maestro. L’attenzione di Kubrick era rivolta anche alle canzoni: Singing in the rain, sempre in “Arancia meccanica”, la bella musica da jazz band anni 30 di “Shining”, o “Paint it black” dei Rolling Stones, che chiude – subito dopo la marcia di Topolino – “Full metal jacket”.
Ci si potrebbe scrivere un saggio, o una tesi di laurea; preferisco chiudere soffermandomi su un particolare che non viene quasi mai sottolineato: in “Arancia meccanica”, nelle sequenze in cui il giovane Alex esercita la violenza, non è mai Beethoven quello che si sente nella colonna sonora: è l’arrangiamento computerizzato di Walter Carlos.
Questo tuo post --- cosi completo e centrato --- mi è piacuto veramente tanto. Anche perchè il tema "la musica e il cinema" (variazione sul tema: "la musica al cinema") è uno dei miei pallini. M'hai fatto venir voglia di scrivere qualcosa pure io, un giorno o l'altro.
RispondiEliminaCara Gabriella, attendo con molta curiosità quel giorno, o l'altro (spero presto).
RispondiEliminaGiuliano
Gabriella, mi associo convinto all'auspicio di Giuliano.
RispondiEliminaAdesso, all'interno del multiblog, stanno sorgendo tre blog specialistici:
"I luoghi del cinema"
"Il lavoro nel cinema"
"La musica al cinema"
Si noti il sottile uso delle preposizioni articolate, non facciamoci mancare niente.
Altri blog specialistici sorgeranno in futuro (chissà... i fumetti... la poesia... il cibo...), ma non pianifichiamo troppo, dovranno nascere sua sponte, come è stato per questi tre.
Si tratterà di fare in modo che nella colonna a destra (Spettatori, Registi, Scrittori) in testa compaiano gli Spettatori, poi i blog specialistici, poi i Registi e gli Scrittori: l'ordinamento prima per frequenza e poi, a parità di frequenza, per alfabeto, lo consentirà, ci vorrà solo un po' di tempo, non tanto visto il ritmo, fra un mese ci saremo.
La consultazione del multiblog ne sarà molto facilitata, perché noi abbiamo un problema (che è poi una opportunità) che altri blog non hanno: il post inserito tre mesi fa ha la stessa strutturale freschezza del post inserito stamattina.
Questo, a pensarci, è antitetico allo spirito originale con cui sorsero i blog, quello del diario personale, ma non me ne preoccupo, in quanto per me la differenza fra blog e sito è solo nel fatto che nei blog preesiste un software che si tratta di personalizzare (in questo ci sono dei pro e dei contro)mentre in un sito ci si crea, con fatica e costo, un software ad hoc.
La mia esperienza di lavoro mi porta a credere che l'area di software preesistente si amplierà, ne faranno parte diverse funzioni che oggi non ci sono, e quindi è la strada da perseguire.
Perché questa lunga concione? Solo per dire che è ora di finirla di pensare che un blog sia un sito della mutua: non è, e sempre più non sarà, così. A un patto: che non si dicano cose da mutua, un rischio che c'è pariteticamente per i siti e per i blog.
Quindi, se un rischio c'è, non è quello che gli Spettatori abbiano opinioni diverse fra di loro, il rischio è quello di svaccare, di non mettere in quello che scriviamo la lieta serietà che è necessaria. Ma, da come vanno le cose, mi sembra un rischio piccolo.
saludos
Solimano