martedì 26 giugno 2007

Il lavoro nel cinema: Ma nuit chez Maud

Solimano
Jean-Louis (Jean-Louis Trintignant) è ingegnere, ed ha passato diversi anni per lavoro nel Sudamerica. Ora è tornato nella sua città, Clermont-Ferrand, perché ha trovato un lavoro che lo soddisfa alla Michelin. Jean-Louis è convintamente cattolico, va a messa nella cattedrale, ed ha notato una giovane bionda - imparerà poi che si chiama Françoise (Marie-Christine Barrault) - che gli piace per l'aspetto ed il modo. Non l'ha ancora conosciuta ma sa che prima o poi accadrà (Jean-Louis sa pianificarsi), anche se la cosa è resa difficile dal fatto che Marie-Christine gira per la città in ciclomotore e quindi è difficile accostarla per camminare insieme. Durante la messa, Jean-Louis alza ogni tanto gli occhi dal messale per guardarla e sa che anche lei l'ha notato. Una sera incontra Vidal (Antoine Vitez), un vecchio amico che lavora all'università e viene invitato ad andare a cena con lui da Maud (Françoise Fabian), una amica di Vidal che ha da poco divorziato da un medico. Maud è molto bella e molto libera, e durante la cena segue con interesse un po' ironico la discussione fra Jean-Louis e Vidal, che è un intellettuale marxista molto à la page. Jean-Louis sta sulla palla delle sue convinzioni e del suo lavoro, parlando molto meno di Vidal, che cerca di sfotterlo riguardo alla fedeltà nel rapporto amoroso: Jean-Louis risponde imperturbabile con scarna sodezza ingegneresca, interessando Maud, non abituata ad una serietà del genere. Vidal se ne andrà, e Jean-Louis e Maud passeranno la notte insieme -complice una improvvisa nevicata - nel senso che Maud dormirà nel suo letto e Jean-Louis (a cui Maud piace molto) dormirà su un divano nella stessa camera. Poi il film andrà avanti, e lo racconterò un'altra volta, qui dico solo che Jean-Louis conoscerà finalmente Françoise e tutto si svolgerà nel modo che lui aveva pensato, anzi progettato durante le messe a cui assistevano senza ancora conoscersi. La serietà non bigotta ma realizzatrice dell'ingegnere Jean-Louis è ammirevole per tutto il film, ma viene messa a dura prova alcuni anni dopo, quando, risalendo da una spiaggia con Françoise e il figlio piccolo, incontreranno Maud, e Jean-Louis si accorgerà che le due donne si conoscevano. Capirà una cosa che per tutto il film non ha potuto - o voluto - capire, una cosa importante. Ma anche in questo momento è soccorso dalla sua progettualità e sceglie immediatamente fra varie alternative la reazione più opportuna. Non deve essere stato facile per lui, ma è l'unico modo per ottenere che le cose continuino ad andare bene fra lui e Françoise.

2 commenti:

  1. però con questa interpretazione ingengeristica si perde tutto il lato religioso e cristiano dell'opera...il protagonista compie un atto di fede seguendo la propria intuizione che la ragazza sarà quella giusta, rifiutando le avances di Maud e il film non è altro che la registrazione di questa scommessa.

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  2. Alessio Cappuccio, non confondiamo gli ambiti: i personaggi di Jen-Louis e di Françoise sono convintamente religiosi, Rohmer (che non è né Bresson né Pialat) li vede dall'esterno. I cristiani convinti esistono, perché non rappresentarli? In modo disattaccato, rispettoso, anche ironico, come è sempre Rohmer nei suoi film. Lo dico perché prendo il grande regista Rohmer molto sul serio. Questa fusione fra religione ed ingegneria l'ho trovata felicissima, forse perché sono ingegnere anch'io. Un grande e limpido film, in assoluto quello che preferisco di Rohmer, con La femme de l'aviateur.

    grazie e saluti
    Solimano

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