martedì 8 maggio 2007

Mr. Smith va a Washington

Mr. Smith Goes to Washington di Frank Capra (1939) Storia di Lewis R. Foster, Sceneggiatura di Sydney Buchman Con Jean Arthur, James Stewart, Claude Rains, Edward Arnold, Guy Kibbee Musica: Dimitri Tiomkin Fotografia: Joseph Walker (129 minuti) Rating IMDb: 8.3
Giuliano
Ci sono film che dovrebbe essere obbligatorio proiettare nelle scuole. Questo, e “Arriva John Doe”, spiegano tante di quelle cose su come funziona il mondo che non basterebbe un intero anno di lezioni. Alla profondità e all’attualità del contenuto va poi aggiunto il grande talento narrativo di Frank Capra: due ore abbondanti di film che passano in un baleno.
“John Doe” spiega così bene il mondo della stampa (e della tv, e di internet) che non ha bisogno né di aggiornamenti né di altre spiegazioni: una volta che lo si è visto, profondamente amaro anche nella sua amabilità, si è un po’ più preparati al mondo e al suo vero volto. La stessa cosa capita con “Mr. Smith”, che però parla della politica, e quindi è ancora più attuale e scottante. Perché non basta dire “sono di sinistra” per essere onesti e al di sopra di ogni sospetto; così come non basta il battesimo o l’andare a Messa per dire di essere davvero cristiani. Questa vicenda del giovane ingenuo e idealista di provincia che, una volta giunto in Parlamento, scopre che l’uomo che era il suo punto di riferimento è in realtà un corrotto e un corruttore, non è affatto una storia leggera o d’altri tempi. Frank Capra passa per essere il poeta dei buoni sentimenti, ormai è ricordato quasi solo per “La vita è meravigliosa”: ma sapeva scavare come pochi nella realtà, e mostrarla così come è. Anche “La vita è meravigliosa”, del resto, è tutto meno che un film sdolcinato: anche lì la corruzione e l’usura sono mostrate col loro vero volto, e se c’è il lieto fine, in Capra, è solo per esigenze di spettacolo, per non lasciarci troppo angosciati – tanto, ce ne accorgiamo subito di come va il mondo, è inutile star lì a renderci tristi anche al cinema. E poi, suvvia, non è che le cose vadano sempre male: almeno in Europa qualche progresso lo abbiamo pur fatto, ed anche questo non si può negare.
Come in tutti i grandi film di Capra, gli interpreti sono meravigliosi. Qui c’è James Stewart in gran forma, e nel ruolo del deputato corrotto c’è il grande Claude Rains (quello che sposa Ingrid Bergman in “Notorious”, e l’ufficiale francese amico di Bogart in “Casablanca”). L’unico appunto che mi sento di fare al film, rivedendolo, è sulla pratica del “filibustering”, cioè il tirare in lungo in Parlamento per non fare approvare una legge, che è la sua scena più famosa. Non perché la scena sia sbagliata, ma per l’uso che si è fatto di questa pratica anche da noi, in anni recenti, e che è servita anche per cause tutt’altro che nobili.
P.S. Chi è interessato a saperne di più di James Stewart vada qui: http://www.doctormacro.com/Movie%20Star%20Pages/Stewart,%20James-Annex.htm
credo che sarà soddisfatto sia come immagini che come filmati. O no?

3 commenti:

  1. Il film l'hanno passato in TV qualche anno fa e me lo sono goduto assai. Anticipatore come pochi altri. Per il filibustering: per me se non è il sale, è perlomeno il pepe della democrazia rappresentativa.

    Uno dei pochi strumenti in mano alla minoranza per contrastare maggioranze sia "buone" che "cattive", e in questo senso il filibustering è per me neutro, non ha accezioni benevole o malevole.

    E' una tattica difensiva un po' estrema ma concessa dalle "regole" di gioco, come il tackle nel calcio, e va sfruttata.

    Semmai, andrebbe utilizzata per temi importanti, non per contrastare decisioni di basso spessore, proprio perchè chi la utilizza, giocando borderline, deve in qualche modo giustificare anche alla propria fazione elettorale i motivi per cui rompe le palle in modo così massiccio.

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  2. John Doe e Mr. Smith sono due dei miei eroi preferiti (accidenti... a ripensarci... MA QUANTI "eroi preferiti" ho IN TOTALE???). Sono talmente deliziata scoprendo di non essere la sola ad apprezzarli che resto completamente priva di parole!
    [:-*]

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  3. Brian, il filibustering può dare anche fastidio ed essere usato in modo eccessivo, perché il pepe non si consuma a quintali, ma c'è qualcosa di peggio, cioè il contrario del filibustering.
    Gian Antonio Stella fa sul Corriere della Sera degli interventi molto documentati per evidenziare le tante volte in cui, al di là delle litigate apparenti, ci si intende poi rapidamente su argomenti concreti di interesse comune: stipendi, posti e privilegi.
    Lo so, ci può essere l'accusa di qualunquismo, ma quando confronto le cifre fra Italia e gli altri paesi europei, la situazione è drammatica a nostro sfavore, e ci gioca appunto il contrario del filibustering: in mezz'ora si mettono d'accordo, altro che storie.
    Però, a parte Gian Antonio Stella e pochi altri, mi sembra che ci sia molta... ehm... distrazione da parte della grande stampa.
    Qui uscirà prima o poi qualche film sui giornalisti, ne sono stati fatti diversi, anche di straordinari.

    saludos
    Solimano

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