mercoledì 9 maggio 2007

Giardini in autunno

Jardins en automne di Otar Iosseliani (2006) Con Séverine Blanchet, Jachinthe Jacquet, Otar Iosseliani, Lily Lavina, Denise Lambert, Michel Piccoli Musica: Nicholas Zourabichvili Fotografia: William Lubtchansky (115 minuti) Rating IMDb: 6.0
Habanera
Ecco un film recentissimo, uscito solo da pochi mesi in Italia, di un regista stupefacente.
Confesso la mia ignoranza: pur avendone sentito parlare spesso - assai bene - di Otar Iosseliani non avevo ancora visto niente. Poi, in questi giorni, l' incontro felice con Giardini in autunno.
Fin dalle prime battute ne sono rimasta incantata e non per la trama che è quasi inesistente, nè per gli attori del tutto sconosciuti, all' infuori di un fenomenale Michel Piccoli in vesti da donna. E' un film lieve ed ironico che ti fa sentire a tuo agio fin dal primo momento, sebbene sia dolcemente surreale.
Si svolge a Parigi eppure Parigi non si vede; c'è, sì, un personaggio centrale, ma gli altri personaggi non hanno la solita funzione di contorno: ciascuno di loro è un piccolo mondo a sè e tutti insieme concorrono a dare un senso non solo al film ma soprattutto alla vita di quei tanti, politici e non, che il senso vero e pieno della vita lo hanno smarrito da tempo.
Vorrei aggiungere a queste mie scarne parole la critica autorevole di Maurizio Porro che con l' abilità degli addetti ai lavori è riuscito persino a raccontare una trama, sottile come una ragnatela, che io non sarei mai riuscita a raccontare.
"Un bel giorno il regista georgiano-parigino Otar Iosseliani, che ci ha regalato incantevoli storie come I favoriti della Luna e Caccia alle farfalle, uno che sa leggere anche le virgole e le parentesi nel cuore degli uomini, si trovò al ministero della Cultura francese nel momento in cui Jack Lang veniva sostituito da un altro ministro, François Lèotard. Stanze vuote, trasloco, confusione, pacchi e gente che si metteva in tasca biro e posacenere, come si vede nel film. E poiché non si butta niente, gli venne così la bella idea di girare Giardini in autunno, un divertente, dolcissimo e amarissimo film sulla conquista della malinconia. Un ministro dai tratti francesi (il successore invece sembra un soviet vecchio stile) perde il potere, completo di amante, arroganza, avidità, sperpero di denaro pubblico; ma ritrova la vita vera, la solidarietà e il pollice verde, i bambini, insomma un altro mondo che sembra uno di quei boschi scespiriani per esuli e innamorati. E incontra la sua straordinaria maman, un Michel Piccoli en travesti, in occhiali, liseuse e pettinato chignon sale e pepe: legge Fourier («sempre attuale»), socialista utopico di moda tra i demoni di Dostoevskij, fa piccoli gesti di saggezza, offre il tè oltre che scavalcare steccati e scivolare nel fango. La filosofia del regista? «Quando sei cacciato devi trovare un altro lavoro, ma non credo che Berlusconi farà il giardiniere. Io invece lo farei», glossa birichino l' autore di C' era una volta un merlo canterino. Il film sembra farsi e disfarsi sotto i nostri occhi tanto è pieno di emozioni e pulsioni, di bevute e incontri, di pope ed extracomunitari, di natura e cultura. Ci mandi pure un messaggio, signor regista: «Le persone che pensano solo a far carriera sono prive della gioia di vivere: i politici di oggi sono scatenati nella corsa al potere ma finisce sempre con un fiasco». Iosseliani non vuole attori noti nei film, perché si portano i loro cliché, al massimo accetta se stesso e gli amici: «Sfoglio l' agenda. Avete visto Piccoli?». Divertito, mr. Piccoli? «Avevo due desideri - dice l' attore 80enne - di travestirmi una volta da donna e di interpretare l' assassino di Berlusconi. Vorrei anche diventare invisibile, togliermi ogni cliché, recitare bendato come una mummia». In questa storia si raggiunge un ottimistico compromesso con la vita, basta accettarla anche in autunno, secondo la vecchia poetica del clochard francese. Circola l' aria del tempo e una contagiosa follia che comprende anche abitanti del regno animale, asini e mucche a zonzo, un tucano in gabbia e un ghepardo in cattività. «Le bestie sono meno snob di noi, si capiscono senza parole ma siamo in un recinto gigantesco, siamo tutti schiavi. Putin è uno schiavo, malgrado le sue ambizioni, forse anche un criminale. Chirac che vergognosamente gli dà la legion d' onore è uno schiavo, gli agenti segreti, i mafiosi, i militari e i giudici corrotti sono degli schiavi». Certo a Iosseliani, formalista anarchico del cinema, piacciono i vagabondi «ma amo anche i potenti che passeggiano tra la gente come nei romanzi di Mark Twain. La malattia del potere spinge a dirigere il mondo ogni volta verso la catastrofe mentre io amo essere uno dei tanti, la vita è ricca di sentimenti quindi accettiamo pure quelli che ci cadono addosso dall' alto. Siamo tutti impegnati a cercarci un piccolo spazio di libertà, anche con un film». Da Il Corriere della Sera, 15 ottobre 2006.

3 commenti:

  1. Habanera, io con la storia di Otar Iosseliani ho rischiato anni fa di perdere una coppia di amici. Proiettavano "I favoriti della luna", ero in fase di cinefilìa acuta, ed insistetti perché andassimo a vederlo insieme.
    All'uscita mi guardavano male, specie lei. In effetti, non avevamo praticamente capito quasi nulla, e ci toccò offrirgli la pizza. Da allora, sono stato lontano da Iosseliani, però ne ho imparata una buona: "I favoriti della luna" sono i ladri, la frase è di Shakespeare.
    Questo film invece mi incuriosisce e farò in modo di vederlo: il tema del potere - e della perdita del potere - dei politici è vero e forte. In questi giorni lo vedo qui a Monza nella campagna elettorale. Amici di una vita che, con la faccenda della preferenza unica, si tirano gomitate come se fossero i peggiori nemici. Questo spiega tante cose.

    saludos
    Solimano

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  2. "Perché chiamarci ladri? Noi che siamo i guardiani del corpo di Diana nelle foreste, i cavalieri delle tenebre, i favoriti della luna,.. "

    Solimano,non conosco il film che ti è costato, oltre al prezzo del biglietto, anche la pizza offerta come risarcimento alla coppia di amici delusi. Incuriosita, ho cercato qualcosa in rete e mi sembra di capire che il fim di cui parli sia risultato incomprensibile anche alla maggior parte dei critici. Giardini in Autunno è invece molto piacevole e in qualche modo anche molto francese. Penso che potrebbe piacerti.

    P.S.
    Strana coincidenza la scelta dell' immagine... stavo per proporti proprio quella che hai messo tu ma non ho fatto in tempo, mi hai preceduto di un soffio.
    Diabolico Solimano, e pure indovino...

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  3. Habanera, avevo quattro immagini buone a disposizione, una mi intrigava, con i gessetti colorati con cui uno disegna per terra. Ma mi sono deciso per quella che ho messo perché c'è una lei che stira mentre lui ronfa, situazione non rarissima nella vita reale, ma che non ho mai visto in un film. Ma mi sono deciso soprattutto quando ho visto l'immagine della mucca in cornice appesa sopra il letto matrimoniale.
    Per i Favoriti della luna, l'unica cosa che ricordo è che continuavano a rubare lo stesso quadro non smontandolo dalla cornice ma tagliando la tela con la lametta. Alla fine il quadro diveniva sempre più piccolo. Fu una idea che mi piacque, ma questo film credo che mi piacerà di più.

    saludos
    Solimano

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