martedì 24 aprile 2007

Sesso, bugie e videotape

Sex, Lies and Videotape di Steven Soderbergh (1989) Con Andy MacDowell, Peter Gallagher, Laura San Giacomo, James Spader Musica: Cliff Martinez Fotografia: Walt Lloyd (100 minuti) Rating IMDb: 7.0
Solimano
Vincere la Palma d'Oro a Cannes a ventisei anni col proprio primo film, questo successe a Steven Soderberbergh nel 1989, e in gara c'erano anche Il tempo dei gitani di Kusturica e Nuovo Cinema Paradiso di Tornatore, ma l'appoggio di Wim Wenders, presidente della giuria, fu determinante. Era un periodo in cui seguivo poco il cinema, preso fra un concerto e l'altro, e quando lessi il titolo pensai: "A questo siamo!" Il titolo è invece appropriatissimo: nel film si parla appunto di sesso, bugie e videotape. Le bugie se le raccontano tutti i quattro personaggi: John (Peter Gallagher) , sua moglie Ann (Andy MacDowell), la sorella di Ann, Cynthia (Laura San Giacomo) e l'amico del marito Graham (James Spader), ma dei quattro all'inizio del film il più felice è il più bugiardo, l'avvocato John, che è anche l'amante di Cynthia. Ann è frigida, ma cerca di non farlo sapere, Graham dice tranquillamente ad Ann di essere impotente, si scoprirà che per ovviare in qualche modo ha una collezione di videotape in cui intervista donne sulle loro esperienze sessuali. Quindi il titolo è giusto, ma il tema vero è un altro: che fare per stabilire un rapporto uomo-donna non basato sulla menzogna. Perché l'odore di menzogna si sente, anche quando si fa finta di credere che le menzogne siano la verità. Serviva un repulisti, quindi un gran bel tema. Finalmente alcuni film cominciarono ad affrontarlo proprio in quegli anni, superata da tempo l'onda della liberazione sessuale, che aveva spostato, non risolto il problema, tanto diffuso quanto negato: la menzogna è comoda, a volte indispensabile, se non si riescono ad esplorare alternative. Soderbergh si muove con geometrie giovanilmente esatte: all'inizio del film è Ann che va dallo psicologo, alla fine del film toccherà a John, nel frattempo le due sorelle si saranno sottoposte ai videotape di Graham, si scopre anche che la ragazza amata a suo tempo da Graham - e causa del suo blocco - era stata l'amante di John, quindi è giusto che infine siano la frigida Ann e l'impotente Graham a risolversi reciprocamente il problema. Come lo risolvono? Non mentendo a sé stessi, quindi diventando capaci di dirsi la verità l'un l'altro, e la frigidità e l'impotenza scompariranno, come corollario da teorema ben dimostrato. A raccontarlo così, sembra una specie di ronde, in realtà è un film di testa, anche troppa. L'unico sconfitto è l'avvocato, che troverà problemi anche sul lavoro, proprio lui che sembrava l'unico a posto. Niente di moralistico, solo la constatazione tranquilla che il diavolo fa le pentole ma non i coperchi. Fra i quattro interpreti che sono divenuti tutti molto noti in questi anni, ho tifato per Laura San Giacomo, maliziosa, libera, anche traditrice, solo di sesso però, in fondo peccato veniale. Soderbergh una bugia clamorosa ce l'ha raccontata pure lui, nessuno potrà mai credere che Laura San Giacomo ed Andy MacDowell siano sorelle. Al regista è andata bene, in questi anni diverse sue opere hanno avuto successo, nessuna però con l'asciuttezza di questo film intrigante ma non compiaciuto, un vero thriller dei sentimenti: ci vuole una vita per individuare il vero colpevole, e comunque tocca provarci.

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