mercoledì 9 settembre 2009

La musica nel cinema: Parole, parole, parole

Pierre Arditi, Agnès Jaoui, André Dussolier,
Sabine Azéma, Lambert Wilson, Jean-Pierre Bacri

On connaît la chanson di Alain Resnais (1997) Sceneggiatura di Jean-Pierre Bacri, Agnès Jaoui Con Pierre Arditi (Claude), Sabine Azéma (Odile Lalande), Jean-Pierre Bacri (Nicolas), André Dussollier (Simon), Agnès Jaoui (Camille Lalande), Lambert Wilson (Marc Duveyrier), Jane Birkin (Jane), Jean-Paul Roussillon, Nelly Borgeaud Fotografia: Renato Berta Musica: Bruno Fontaine e i nomi delle canzoni li inserisco nel post (120 minuti) Rating IMDb: 7.1

Solimano

Nella immagine di apertura compaiono tutti gli attori importanti, però mi piacerebbe che ci fosse anche Jane Birkin, che ha una parte piccola ma significativa.
All'inizio del film si capisce subito l'aria che tira, e vedremo come.
Così diceva Alain Resnais, il regista:

"Sono poi partito dall'idea che la canzone di varietà svolge un ruolo importante nel nostro immaginario. Le canzoni ci accompagnano durante tutta la vita, ci permettono di prendere coscienza del tempo che passa.
...
Nelle interpretazioni della Piaf o di Trenet, i sentimenti sono a volte descritti con maggior precisione che in un romanzo intelligente e di buon gusto. Questo riguarda anche quella che si potrebbe chimare una esperienza vissuta: nella vita quotidiana mi è capitato di utilizzare, senza rendermene conto, parole di qualche canzone, e questo fenomeno mi intrigava
".



Il generale Von Choltitz (Götz Burger), in piedi, sta telefonando a Berlino. Si sente una voce fosca e gracchiante. E' evidentemente Hitler che dice a Von Choltitz di bruciare Parigi. Il generale sbianca, mette giù il telefono, poi muove le labbra e... si sente la voce di Josephine Baker che canta J'ai deux amours, mon pays et Paris:

J'ai deux amours
Mon pays et Paris
Par eux toujours
Mon cœur est ravi
Ma savane est belle
Mais à quoi bon le nier
Ce qui m'ensorcelle
C'est Paris, Paris tout entier
Le voir un jour
C'est mon rêve joli
J'ai deux amours
Mon pays et Paris

E tutto il film va avanti in questo modo, con effetti stranianti/divertenti/commoventi.

Ecco i titoli delle canzoni (non tutte), inserisco solo il nome di chi le canta:

"Vertige de l'amour" Alain Bashung
"Nathalie" Gilbert Bécaud
"Résiste" France Gall
"Ce n'est rien" Julien Clerc
"J'aime les filles" Jacques Dutronc
"J'veux pas que tu t'en ailles" Michel Jonasz
"Je suis malade" Serge Lama
"Le blues du blanc" Eddy Mitchell
"J'ai deux amours" Josephine Baker
"Je ne suis pas bien portant" Gaston Ouvrard
"Sous les jupes des filles" Alain Souchon
"Je suis venu te dire que je m'en vais" Serge Gainsbourg
"Paroles, Paroles" Dalida, Alain Delon
"Et moi, dans mon coin" Charles Aznavour
"Quoi" Jane Birkin


Così, quando Nicolas (Jean-Pierre Bacri) va a cena a casa di Claude (Pierre Arditi) e di Odile (Sabine Azéma) e Nicolas e Odile parlano in salotto, mentre Claude li guarda dalla cucina, parte Et Moi Dans Mon Coin:

Lui il t'observe
Du coin de l'œil
Toi tu t'énerves
Dans ton fauteuil
Lui te caresse
Du fond des yeux
Toi tu te laisses
Prendre à son jeu

Et moi dans mon coin
Si je ne dis rien
Je remarque toutes choses
Et moi dans mon coin
Je ronge mon frein
En voyant venir la fin

Il bello è che Nicolas e Odile non stanno per niente amoreggiando, ma parlando del più e del meno. Nella seconda immagine lei gli è così vicina perché Nicolas si sta sentendo male.

Il film spiazza felicemente lo spettatore, il massimo dell'autoironia lo raggiunge il personaggio Marc Duveyrier (Lambert Wilson), che canta "J'aime les filles". Lambert Wilson è noto per la sua omosessualità dichiarata.

Anche la regola che gli attori cantano con la voce di un altro viene violata. Jane (Jane Birkin), sta parlando con l'inaffidabile marito Nicolas, che non si decide a fare in modo che lei ed i figli vengano ad abitare a Parigi, e parte la canzone Quoi. Cantata da chi? Da Jane Birkin:

Quoi
d'notre amour fou n'resterait que des cendres
moi
j'aim'rais qu'la terr's'arrête pour descendre
toi
tu m'dis qu tu n'vaux pas la cord'pour te pendre
c't à laisser ou à prendre- joie
et douleur c'est ce que l'amour engendre
sois
au-mois conscient que mon cœur peut se fendre
soit
dit en passant j'ai beaucoup à apprendre
si j'ai bien su te comprendre- amour cruel
comme un duel
dos à dos et sans merci
tu as le choix des armes
ou celui des larmes
penses-y
penses-y
et conçois que c'est à la mort à la vie

Altro bel caso. La canzone Je Suis Venu Te Dire Que M'en Vais compare due volte. In entrambi i casi il personaggio in gioco è Claude, che la canta (si fa per dire, chi canta è Serge Gainsbourg) in momenti diversi del film: prima all'amante scendendo dalla macchina, poi alla moglie Odile durante il ricevimento finale:

Je suis venu te dire que je m'en vais
Et tes larmes n'y pourront rien changer
Comme dit si bien Verlaine au vent mauvais
Je suis venu te dire que je m'en vais

Je suis venu te dire que je m'en vais
Tes sanglots longs n'y pourront rien changer
Comme dit si bien Verlaine au vent mauvais
Je suis venu te dire que je m'en vais

Tu t'souviens des jours anciens et tu pleures
Tu soffoques, tu blèmis à prèsent qu'à sonnè l'heure
Des adieux à jamais (ouais)
Je suis au regret de te dire que je m'en vais
Je t'aimais, oui, mais...


Simon, quando s'innamora in biblioteca di Camille canta Nathalie (Bécaud), quando vorrebbe essere un granatiere canta Vertige de l'amour (Bashung):

Mes circuits sont niqués
Puis y a un truc qui fait masse
L'courant peut plus passer
Non mais t'as vu c'qui passe
J'veux l'feuilleton à la place
Vertige de l'amour

Così Nicola Dusi su Segno Cinema maggio-giugno 1998.

"Ora la scelta di Resnais è più radicale: invece di usare le canzoni per mettere in rilievo l'immaginario dei personaggi (anche se talvolta accade), esse sono introdotte nel contesto quotidiano della conversazione come se non vi fosse nulla di strano, mentre si assiste all'irrompere di un nuovo (ed esilarante) livello di finzione. E attraverso le parole in musica, con la loro apertura all'affetto oltre che alla 'rimemorazione', passa una comunicazione molto più densa di qualsiasi dialogo della stessa durata. Per una scelta legata alla 'verosimiglianza' non vi sono mai canzoni intere, ma solo i refrain o i versi più noti. Questi si associano in modo da valorizzare il contenuto della scena come fossero barlumi di un pensiero o di un'emozione, oppure entrano in conflitto con le azioni manifeste sfidando la credibilità stessa del personaggio, fino a demolire, con la nuova evidenza, il senso immediato degli eventi. Le parole, i toni e i timbri delle canzoni, infatti, portano alla superficie l'implicito, per quanto camuffato sia dalle figure del mondo".

Il momento che trovo più esilarante del film, è tanto più esilarante perché in partenza è drammatico, con Camille che scende le scale tormentata dalla depressione e si trova di fronte "I cavalieri contadini dell'anno mille sul lago di Palabru", l'oggetto della sua tesi di laurea che per lei è diventato un tormentone perché a nessuno importa nulla di un tema del genere. Ma... ma... Camille se li trova proprio di fronte, i cavalieri contadini dell'anno mille sul lago di Palabru, sono lì, in fondo alla scala del ristorante. Toh, chi l'avrebbe mai detto?

Ringrazio Habanera che gentilmente mi ha fornito i testi delle canzoni. C'è una meravigliosa canzone di cui nel film si sentono solo i primi due versi e non ho l'immagine corrispondente. Ad Habanera piace ed è ragion sufficiente per metterla: Avec le temps di Leo Ferré.

Avec le temps...
Avec le temps, va, tout s'en va
On oublie le visage et l'on oublie la voix
Le cœur, quand ça bat plus, c'est pas la peine d'aller
Chercher plus loin, faut laisser faire et c'est très bien

Avec le temps...
Avec le temps, va, tout s'en va
L'autre qu'on adorait, qu'on cherchait sous la pluie
L'autre qu'on devinait au détour d'un regard
Entre les mots, entre les lignes et sous le fard
D'un serment maquillé qui s'en va faire sa nuit
Avec le temps tout s'évanouit

Avec le temps...
Avec le temps, va, tout s'en va
Même les plus chouettes souv'nirs ça t'as une de ces gueules
A la gal'rie j'farfouille dans les rayons d'la mort
Le samedi soir quand la tendresse s'en va toute seule

3 commenti:

  1. Habanera è stata ben lieta di collaborare (in minimissima parte) a questo post su di un film che mi intriga sempre di più.
    Lo vedrò appena riuscirò a procurarmelo e ti racconterò le mie impressioni.
    Ma non vedo tra le canzoni citate la mia preferita, la bellissima Avec le temps di Léo Ferré.
    Peccato, anche se capisco che non potevi metterle tutte.

    Grazie a te
    H.

    RispondiElimina
  2. Habanera, ho messo nel post Avec le temps di Leo Ferré. E' una canzone-poesia meravigliosa che piace tanto anche a me. Non avevo l'immagine di corrispondenza, ma mi fa piacere che questa canzone ci sia lo stesso.

    grazie Habanera e saludos
    Solimano

    RispondiElimina
  3. "Ad Habanera piace ed è ragion sufficiente per metterla".
    Ma che pensiero gentile, Solimano.
    Hai fatto bene a metterla Avec le temps, sono certa che non piace soltanto a noi due.

    Ari-grazie!
    H.

    RispondiElimina