Solimano
L'immagine di apertura del post raggruppa tutti i personaggi del film Baci e Abbracci (1999) di Paolo Virzì. Guardando a sinistra, appena più in là della testa del cane, si vede un animale strano, che nessuno aveva mai visto nei dintorni di Cecina, dove si svolge il film. E' uno struzzo, proprio uno struzzo, ed è il caso di raccontare come mai gli struzzi siano arrivati in provincia di Livorno. Ne avrà parlato di sicuro anche il Vernacoliere.
Una TV locale intervista lo staff di una nuova azienda, aperta alle sfide del futuro. Si tratta di tre ex operai che hanno deciso di fare il salto imprenditoriale. Quello impettito col berretto in testa è Renato Bacci (Massimo Gambacciani) , decisionista (almeno... ci prova ad esserlo, se gli altri glielo permettono). Vicino a lui c'è Tatiana Falorni (Paola Tiziana Cruciani) che si preoccupa più delle cose pratiche che delle decisioni, poi c'è Luciano Cecconi (Piero Gremigni), grande grosso e bonaccione. E' un ingenuo che nell'azienda ha messo i pochi soldi che aveva e che non sa se i suoi soldi torneranno indietro. Difatti, mentre Renato e Tatiana dicono al microfono quattro parole che si sono preparate prima, Luciano fa scena muta a bocca aperta, completamente inebetito. Come non volergli bene, ad uno così? L'idea imprenditoriale c'è tutta, senza discussioni: ad allevare struzzi vicino a Cecina non ci aveva ancora pensato nessuno.
Tatiana è davanti al gabbione degli struzzi. Sono bestie grosse e bisogna pure dargli da mangiare, roba pratica e quotidiana. Gli struzzi non hanno l'aria allegra ma quasi afflitta; vanno compresi: abituati al clima del Sahara si trovano nei pressi di Cecina sotto Natale e stanotte potrebbe nevicare.
Nell'azienda ha una posizione di rilievo anche Annalisa (Isabella Cecchi) una ragazza di vent'anni che di per sé mette in tentazione. Annalisa, gran buona ragazza, tende a credere alle promesse di quelli che con lei ci provano. Nell'azienda si occupa del marketing, del promotion, sa persino qualche parola di inglese e francese. Se qualcuno le fa un complimento, dice che è un avanzo. Insomma, Annalisa è la segretaria tuttofare e adesso ci sta provando Renato. Annalisa pensa che lui lascerà la moglie, ma forse si illude...
In stretto contatto con l'azienda è Patrizia, la sorella di Ivana (Daniela Morozzi), la moglie di Renato. In questo momento sta svolgendo il lavoro di hostess su un aereo lontano da Cecina, ma ha un ruolo fondamentale: è l'amante di un assessore regionale che potrebbe fare ottenere all'azienda un corposo finanziamento. Per questo, hanno organizzato un cenone nel casale sperduto in cui si trovano: anche se l'hostess è assente, andranno a prendere alla stazione l'assessore che arriverà in treno. L'assessore di nome si chiama Mario, questo nel film ha la sua importanza.
Nel fim c'è infatti un altro Mario (Francesco Paolantoni). L'immagine lo coglie in un momento di grave sconforto: è un bravo cuoco salernitano il cui ristorante non ha clienti, il direttore della banca quando lo vede arrivare si chiude in bagno, la moglie lo ha appena lasciato e per il complennno del figlio ha regalato al bambino la maglia di Ronaldo (il figlio tiene per la Juve...). Quindi è comprensibile lo sconforto, ma il treno si fermerà in tempo.
Trovo in Wikipedia:
Lo struzzo (Struthio camelus, Linnaeus 1758) è una specie di uccello dell'ordine degli Struthioniformes che, anche per via della sua incapacità di volare, risulta essere il più grande tra i pennuti viventi.
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Di grandissima mole, lo struzzo ha una altezza non inferiore ai due metri e mezzo, ed una lunghezza, dalla punta del becco alla fine della coda, di almeno un metro e ottanta: il suo peso raggiunge il quintale e mezzo.
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Curiosissima è, poi, la loro tendenza, sviluppata soprattutto in condizione di schiavitù, a beccare ed inghiottire tutto ciò che trovano, anche le cose più dure ed indigeste: un pezzo di mattone, un coccio, un sasso, un pezzo di ferro, tutto attira la loro attenzione e viene ingurgitato all'istante come se fosse un boccone prelibato.
Soffermiamoci sull'ultima frase, perché nel film gli struzzi hanno un ruolo fondamentale: uno struzzo inghiotte il telefonino, così vengono interrotte le comunicazioni fra l'hostess e la direzione dell'azienda, che si chiama Asa, Azienda Struzzi Associati. Il risultato è che alla stazione, invece di prelevare l'assessore regionale prelevano Mario (scherzi dell'omonimia!), ancora sotto choc per il tentativo di suicidio. Lo trattano benissimo perché credono che sia l'assessore, mentre Mario rinasce a nuova vita, nel vedere queste anime buone che gli vogliono bene senza averlo mai conosciuto. E' un gioco di equivoci che si ispira a Gogol e su cui si regge il film.
Ecco la festa che fanno a Mario quando arriva e tutti credono che sia l'assessore, lo si vede dall'espressione attenta con cui Renato, Tatiana e Luciano pendono dalle sue labbra mentre parla.
Con gli struzzi non ho finito, perché nella notte di Natale, quando sembra che l'Azienda Struzzi Associati stia andando a ramengo, capita una sorpresa: nelle incubatrici si schiudono le uova degli struzzi, proprio quando non ci si credeva più. Gli struzzi appena nati somigliano ai polli grandi.
Wikipedia parla bene dei piccoli struzzi e della loro brevissima infanzia:
Simpatici ed amabili, corrono con abilità fin dalla nascita, e sono in grado di cercare con successo il cibo seguendo gli insegnamenti dei genitori; dopo circa quattordici giorni hanno preso una tale confidenza con l'ambiente e sanno destreggiarsi tanto bene da potersi considerare del tutto indipendenti.
Nella notte di Natale cade la neve. Questo è il paesaggio toscano in cui si trovano a vivere gli struzzi. L'Azienda Struzzi Associati si trasformerà in una nuova azienda, ma il regista, prima della fine del film, ci tranquillizza sulla sorte di tutti gli struzzi, grandi e piccoli. L'immagine con cui chiudo il post l'ho trovata in Google.
Deliziosa commedia degli equivoci con struzzi, davvero non conoscevo questo film. Il curioso struzzo in chiusura è una chicca! Mi astengo dai soliti complimenti e prendo nota. Salutissimi, Annarita.
RispondiEliminaAnnarita, il regista ha giustamente definito il film una tragedia allegra.
RispondiEliminaMolto coerente l'ambientazione, come luoghi, personaggi e attori, tutti fra Livorno, Cecina e Piombino. Una Toscana fuori dagli steriotipi e dalle bellurie, a volte brutta e cattiva, ma con sapore di autenticità, come c'era nel primo Benigni. Ma ci tornerò per un'altra vista logica, non dico quale.
grazie e saludos
Solimano