lunedì 30 marzo 2009

La scuola (2)

La professoressa Majello (Anna Galiena)

La scuola di Daniele Luchetti (1995) Dai libri "Ex catedra", "Fuori registro" e "Sotto banco" di Domenico Starnone, Sceneggiatura di Daniele Luchetti, Sandro Petraglia, Stefano Rolli, Domenico Starnone Con Silvio Orlando, Anna Galiena, Fabrizio Bentivoglio, Antonio Petrocelli, Anita Zagaria, Mario Prosperi, Anita Laurenzi Musica: Bill Frisell, Fotografia: Alessio Gelsini Torresi (104 minuti) Rating IMDb: 6.7

Solimano

Il 18 luglio 2007 nel blog ho pubblicato un post sul film La scuola (1995) di Daniele Luchetti. Ho deciso di scrivere altri quattro post sullo stesso film. Non solo. Ho introdotto una nuova vista logica: La scuola nel cinema, perché mi sono reso conto che film sulla scuola ne abbiamo già inseriti diversi e ne inseriremo altri. E' un argomento importante, che va affrontato non per partito preso (esaltazioni o denigrazioni) ma -se possibile- senza riserve mentali, perché nella scuola succede di tutto, e tutto è interconnesso.

Il film è stato veramente girato in una scuola romana. Si tratta dell'Istituto Tecnico per il Turismo "Livia Bottardi", la scuola dove ha insegnato per quasi trent'anni Domenico Starnone. La sceneggiatura del film deriva da tre libri di Starnone. In un'ala della scuola continuavano le lezioni, in un'altra si girava il film. Fra di loro, chiamavano la scuola "Lucio Mastronardi" e questo la dice lunga sull'impostazione, perché dello scrittore Lucio Mastronardi si può dir molto di positivo, ma sicuramente non si può dire che amasse realmente la scuola. Ci pativa, ad esserci.

Siamo all'ultimo giorno di scuola in un istituto superiore. La professoressa di matematica Majello (Anna Galiena) dialoga sull'orario scolastico col professore di italiano e storia Vivaldi (Silvio Orlando). Ogni anno, è sempre la Majello ad occuparsi della stesura dell'orario scolastico, compito delicato perché occorre conciliare fra loro esigenze assai diverse. Il tema dell'orario scolastico avrà importanza proprio alla fine del film, ci tornerò in seguito.

Nella notte, è successo il fattaccio che tutti prevedevano: è crollato il soffitto della biblioteca scolastica, quindi gli scrutini di fine anno si svolgeranno nella palestra. Durante quel giorno si terranno le ultime interrogazioni e Vivaldi sta cercando di fare in modo che tutti i suoi allievi siano promossi. Coffaro (Giulio Guglielmann) e Cardini sono a rischio: Coffaro perché ha minacciato con un coltello il vicepreside Sperone (Fabrizio Bentivoglio) e Cardini, perché è sempre assente. Le poche volte che c'è, Cardini fa la mosca -mirabilmente.


Sperone è per la scuola rigida e meritocratica. Fin qua ci può stare, perché non è detto che quelli che sono per la scuola permessiva ed anarchica abbiano ragione. Si tratta di due polarità. Ma Sperone, più che autoritario, è psicologicamente violento, si sente che odia i ragazzi. E più che meritocratico, è un ambizioso che aspira ad una collocazione al Ministero. Ha giù mosso i suoi passi. Intanto, fa il galante con la Majello, e Vivaldi, innamorato della Majello, ne è geloso.


Nella classe di Vivaldi c'è agitazione. Il più agitato è lui, che avrebbe bisogno di interrogare Cardini, Coffaro e Martinelli (Valerie Nicolas) per difenderli negli scrutini ed ottenere la loro promozione. Ma Cardini non c'è, Coffaro ha minacciato Sperone e Martinelli (di nome Stefy) non entra in classe, in quanto trattenuta da esigenze proritarie: sbaciucchiarsi in cortile col suo fustaccio dotato di borchie e di macchina grande. Martinelli Stefy vorrebbe entrare, ma il fustaccio la trattiene, e in classe sono tutti curiosi, specie le ragazze, sul come andrà a finire. Entra in campo coraggiosamente Vivaldi, sebbene alto quasi venti centimetri meno del fustaccio, e riesce ad ottenere che Martinelli Stefy entri in classe. Tutti sono alle finestre delle aule per vedere come finisce la storia: quando vince Vivaldi tutti applaudono. Forse sarebbe stato meglio che gli avessero dato una mano prima, a quel donchisciotte di Vivaldi.

L'allievo Astariti (Paolo Merloni) dovrebbe essere il prediletto di Vivaldi, visto che è sempre preparato, non disturba, non si assenta, fa i compiti, ha pure gli occhiali. Che si vuole di più? Ma ecco cosa ne pensa Vivaldi:

Astariti non è bravo, è un “primo della classe”. Astariti non ha i capelli tagliati alla mohicana, non si veste come il figlio di uno spacciatore, non si mette le scarpe del fratello che puzzano. Astariti è pulito, perfetto. Interrogato, si dispone a lato della cattedra senza libri, senza appunti, senza imbrogli. Ripete la lezione senza pause: tutto quello che mi è uscito di bocca, tutto il fedele rispecchiamento di un anno di lavoro! Alla fine gli metto 8, ma vorrei tagliarmi la gola! Astariti è la dimostrazione vivente che la scuola italiana funziona con chi non ne ha bisogno!



Con Martinelli Stefy i problemi non sono finiti: dopo un po' sviene in classe, soccorsa dalle compagne che hanno capito al volo. Vivaldi non capisce, e sarà la Majello a spiegarlo, al suo collega talmente preso da non accorgersi delle cose importanti: Martinelli Stefy è incinta. Penso da parte del fustaccio sbaciucchione con borchie e macchina, ma non sono sicuro, occorrerebbe indagare sul passato di Martinelli Stefy, bella ragazza, niente da dire, ma che stesse più attenta, Martinelli Stefy!


In questo ultimo giorno dell'anno scolastico, la Majello deve avere qualche problema. Normalmente, oltre ad essere bella, è efficiente ed empatica. Oggi è ingrugnata e sembra persa in pensieri non lieti. Anche con Vivaldi, con cui è normalmente in sintonia, oggi è contegnosa, ed alla bicchierata di fine anno scolastico ha un'aria distante. Sembra che l'anno prossimo insegnerà in un'altra scuola, ma non è un buon motivo per comportarsi così. E Vivaldi patisce che la Majello sia spesso vicina a quell'antipatico di Sperone.

L'immagine di chiusura di questo post la riserbo al corpo insegnante al gran completo. Manca solo la professoresa Serino (Anita Laurenzi), chissà perché. E' il suo ultimo giorno di scuola, va in pensione, le hanno comprato il regalo, perché non è venuta? Ecco l'opinione della Serino sul mondo degli insegnanti:

Strano il destino di noi insegnanti: i ragazzi arrivano qui giovani e se ne vanno giovani, e noi invecchiamo al posto loro. Ma cos'è, un film dell'orrore?

Per le bicchierate ed i regali è sempre Vivaldi che si fa incastrare per la raccolta delle quote personali. Lo fa volentieri, perché ormai li conosce tutti, i suoi colleghi (e le colleghe) e quelli che fingono di dimenticarsi sono proprio quelli che Vivaldi non stima come insegnanti, così può sfogarsi. Vivaldi ha un difetto: pensa troppo agli altri e poco a se stesso.
(continua)

9 commenti:

  1. Non rammentavo questo riferimento al mio concittadino Mastronardi. Certo che la scuola non gli ha dato niente, a cominciare dai problemi legati alle vicissitudini del padre. Mettiamoci in più un carattere spigoloso e ribelle e le sue vicende personali nell'ambito della vita scolastica sono tutte in salita. Arrivò perfino a conoscere l'umiliazione dell'utilizzazione in segreteria. Allora l'allontanamento dalla classe era visto come uno sminuire la figura dell'insegnante e lui fece rivivere la medesima pena sulla carta al suo povero maestro Mambelli. Mio padre mi parlava spesso di Mastronardi, lo incontrava in piazza Ducale e aveva molto rispetto per lui; lo riteneva un artista e non capiva chi lo criticava, spesso per invidia o per piccineria.
    Salutissimi, Annarita.

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  2. Annarita, di Lucio Mastronardi ho letto due volte (o tre?) Il maestro di Vigevano, ma oggi non lo rileggerei più.
    E' un libro amaro e grottesco, scritto con efficacia, affonda i colpi, inventa bene, ma si sente che l'autore è personalmente disturbato. Però la capacità artistica c'è, fuori di ogni dubbio, il mio è un discorso relativo all'imbarazzo che si prova di fronte ad una situazione di dis-amore così totale (anche e soprattutto verso se stesso). Mi ricordo la polemica quando non insegnava ma stava in segreteria. I giornali fecero una gaffe: dissero che lui protestava perché gli avevano tolto la cattedra, mentre lui era in rotta perché volevano metterlo di fronte ai ragazzi, e lui non voleva, chissà perché. Una persona geniale e fragile.
    Bello il film che ne trasse Elio Petri, con Alberto Sordi e Leslie Caron al meglio. In rete questo film è quasi un desaparecido.
    Di Mastronardi non parlano nel film, era un discorso che girava in mezzo alla troupe di Luchetti e degli sceneggiatori.

    grazie Annarita e saludos
    Solimano
    P.S. Inkheart continua a salire, è attorno a 650... ne parleremo nel post dei Visitatori di Marzo.

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  3. Questo film tocca alcuni nodi caldi della scuola anche se non in tutto mi aveva connvinto. Hai accennato allo spinoso tema dell'orario scolastico: potrei raccontare molti aneddoti a proposito...
    Poi contrapponi la scuola rigida e meritocratica a quella permessiva ed anarchica: una contrapposizione che c'è stata, ma ora molto meno. Ma esiste una terza scuola che, senza togliere nulla alla serietà tiene conto dei ragazzi che ha davanti e non fa finta di non vederli...(ma sarebbe un discoros lungo)
    Insegnanti come Sperone purtroppo ce ne sono tanti che più che autoritari sono " psicologicamente violenti" e cioè, come dici giustamente, odiano i ragazzi e questo è un nodo di cui nessuno mai parla e che oggi ha generato nella scuola un linguaggio quasi "guerresco": alunni contro insegnanti e viceversa...

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  4. Giulia, ti consiglio di andare a vedere la vista logica La scuola nel cinema che ho appena iniziato, ci troverai anche dei post tuoi, perché sulla scuola abbiamo scritto diverse volte. E' un argomento più trattato nel cinema di quel che si pensi.
    Di questo film, che trovo interessante per diversi motivi, infatti ci scriverò su sicuramente almeno altri tre post, ognuno di noi è giusto che abbia una opinione più esperienziale che estetica, visto il coinvolgimento nella scuola delle nostre vite personali (anche della mia, per ragioni familiari). Personalmente ho dei dubbi sulla validità pedagogica di un insegnate come Vivaldi (a parte che Silvio Orlando lo fa benissimo) ma ne parleremo, perché nel film, oltre a Vivaldi, Majello e Sperone, c'è un piccolo zoo di altri insegnanti molto stuzzicante. Lo zoccolo duro dei libri di Starnone si sente, e fa bene a sentirsi.

    grazie Giulia e saludos
    Solimano

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  5. Questo tipo di film di "media tacca" si reggono quasi solo sulla bravura degli attori, Orlando e Bentivoglio in primis. Per il resto sono piuttosto piatti e prevedibili; altra cosa, davvero altra cosa è un film sulla scuola come Bianca, ma lì c'è Moretti; che dire, un altro universo. A proposito, a quando Bianca 2?

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  6. Elena, di post su Bianca ne ho scritti quattro...
    Non mi pongo il problema del valore o disvalore del film di Luchetti, sto invece sul fatto che, anche per merito dei libri di Starnone, nel film ci sono molti degli argomenti che si presentano ancora oggi nelle scuole. In un certo senso è un trampolino per rendersi conto che il gioco scolastico ha tante variabili tutte interconnesse. Gli altri due post li dedicherò, uno alla location ed uno alla storia d'amore che cv'è dentro il film, che è una storia tutt'altro che banale: mi inreressa soprattutto il tema dell'incomprensione amorosa, che è un bel tema (bello nel senso che molti guai ne conseguono...)

    grazie Elena e saludos
    Solimano

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  7. Uff, il fatto è che sono distratta ed incostante, e lo sai. Hocliccato sul tag scuola, mi è venuta fuori Bianca1 e basta. Insomma, non potresti (potremmo) rendere più facile la lettura della sfilza di link a destra? Lo so, se ne è già parlato, ma per me è una questione tutt'ora aperta.

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  8. Elena il colonnone ormai lunghissimo sulla destra dei post ha degli svantaggi, ma, una volta capito, permette di muoversi secondo la logica di interconnesione fra i vari post. Sembrano parolone, ma, ad esempio, dei quattro post di "Bianca" solo uno è nella vista logica la scuola nel cinema: appunto il post che tratta la parte del film che si svolge nella scuola.
    Ma è solo uno dei quattro modi di visitare il blog.
    Il modo che io stesso uso più frequentemente è quello del Google interno al blog: in alto a sinistra nella Home page.
    Ci si aggiunge un'altra cosa di cui sono convinto: che è bene che i visitatori si trovino di fronte un blog in cui non c'è la pappa pronta del link sempre e comunque, ma in cui ci devono mettere del loro per capire e per aggirarsi all'interno del blog. In gergo tecnico si chiama coinvolgimento del cliente nel servizio. Funziona e fidelizza: gli appassionati di fumetti lo hanno capito benissimo, ad esempio, fanno ogni giorno o quasi di quelle spazzolate incredibili nelle due viste logiche dei fumetti.
    Ma ogni modalità ha i suoi vantaggi ed i suoi svantaggi, ci saranno altri cambiamenti. Il mio vero obiettivo è che il post pubblicato due anni fa abbia la stessa probabilità di visita del post pubblicato oggi. Cosa completamente diversa dalla logica seguita nei blog, in cui il punto di gran lunga più importante è la home page.

    grazie Elena e saludos
    Solimano

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  9. Che vergogna! Hai ragione, sono andata a rivedere i tuoi post su Bianca ed ho notato che li ho anche commentati tutti, a suo tempo. Che dire, la mia memoria è fallace. Ora che li hi rispolverati, mi sono ri-ricordata di Villa Borghese (scene perfettissime) e del dottor Cordelier, che Giuliano citava in un suo commento. Lo hai poi visto?

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