martedì 17 febbraio 2009

Wall-e di Andrew Stanton

Regia: Andrew Stanton; Sceneggiatura: Andrew Stanton; Musiche:Thomas newman Kohout; Scenografia: Ralph Eggleston; Rating Imdb: 8.6/10 Uscita Originale: 27/6/2008 Durata: 1h 37m Produzione: Pixar Animation Studios, Walt Disney Pictures; Distribuzione: Walt Disney Studios Motion Pictures; Genere: Animazione

Giulia


È solo Wall-e sulla faccia della terra, trafitto soltanto da un raggio di sole che gli ricarica le batterie, è un robot dimenticato sulla Terra, gli uomini l’hanno abbandonata perché ormai invasa dai rifiuti e sono in vacanza interstellare da settecento anni.

Wall-E (il suo nome è l´acronimo di Waste Allocation Load Lifter Earth-Class: come dire spazzino) da 700 anni assolve con diligenza il compito per cui è stato costruito: ripulire il pianeta. Imballa immondizia a cubetti e li impila a formare grattacieli di scorie. Ha due lenti per occhi e un cuore artificiale traboccante d'amore.



E’ diligente, ma possiede una dote che i robot si dice non abbiano: contempla le stelle e sogna un domani migliore.


Gli fa compagnia un piccolo scarafaggio che lo segue come un cagnolino fedele.




Gira solo e assemba rifiuti, ma raccoglie tutto ciò che gli sembra ancora d’interesse e che soprattutto gli piace, come il cubo di Rubik, un vecchio musical, un accendino dentro il rimorchio di un autotreno e tanti altri piccoli oggetti.





Wall-e sembra consapevole che gli oggetti, i "giocattoli" hanno una storia, una vita, un'anima segreta, la traccia di un sentimento che nasce e si definisce nel momento in cui entrano a far parte di un luogo di vita dove i sentimenti non siano ancora banditi in nome di un consumismo che tutto sostituisce e nulla ha più valore. Una percezione che in Wall-e non viene per nulla minata dalla consapevolezza di essere un prodotto seriale della BNL, un'azienda che voleva ripulire il mondo e che invece ha abbandonato la terra a un destino "immondo" e spedito l'umanità nell'iperspazio.



Rinvenuto il vhs di Hello, Dolly!, Wall-e vede e rivede un uomo e una donna stringersi le mani "al di là dell'arcobaleno". Il sentimento di Cornelius per Irene, confessato nella canzone "It only takes a moment", rivela a Wall-e l'amore e la coscienza di essere solo al mondo e dimenticato nel mondo. Almeno fino al giorno in cui lo spazio smisurato dona a Fred la sua Ginger, una robottina sonda chiamata Eve, robot giunto dallo spazio, elegante e accessoriato come un iPod, tanto quanto lui è spigoloso e arrugginito come un vecchio PC assemblato.


Eve è programmata per cercare vita sulla Terra.




I primi momenti sono di diffidenza e paura reciproca, poi pian piano capiranno di non essere nemici, ma solo diversi e inizierà la loro conoscenza che pian piano si trasformerà in amore. Eve entra nel mondo di Wall-e e ne rimane affascinata. Un mondo di robe vecchie e arruginite, ma in cui traspare ancora vita e soprattutto quel desiderio di non "gettare" ma di "conservare". Un luogo dove se si rompe qualcosa puoi ancora trovare il pezzo di ricambio.


Con questi rifiuti Wall-e costruirà una statua per Eve che in qualche modo vuole assomiglairle...





E tra di loro comincerà la ricerca di un linguaggio affettivo che si svilupperà sempre di più. Ed è soprendente come questi due robot diventino espressivi e tremendamente teneri...
Finché la piantina in germoglio che Wall-e offre in dono ad Eve non scatena eventi inattesi e direttamente legati al destino dell'umanità. Un´astronave con grande fragore viene a recuperare Eve.



La vicenda allora ci porta negli spazi siderali, l'azione assume ritmi più dinamici . Wall-e, ormai innamorato cotto, la segue nello spazio. Sulla navetta spaziale con la sua manina d'acciao le chiede di sedersi vicino a lui.






Inizierà l'odissea alla ricerca di Eve, che di continuo incontra e di continuo sfugge, mentre intorno tutto si fa fluttuante. Nella navigazione attraverso lo spazio senza gravità e senza tempo, i sentimenti di Wall-e trovano una trepida e dolcissima evidenza. Vincendo la propria assenza di peso gli amanti artificiali si muoveranno nello spazio a passi di danza dentro un'immensità di polvere di stelle più vera del vero..









L´astronave è una specie di Eden popolato di esseri umani obesi che vegetano sotto il controllo di un Grande Fratello e di tanti robot al suo comando.
La postumanità, quasi invertebrata tanto è obesa, viaggia incosciente nell’infinito, ipnotizzata sulla propria poltrona, senza memoria della Terra e cieca persino all’ambiente che abita, hanno smarrito la capacità di giudizio in un’ipernutrizione d’immagini, omogeneizzate come i cibi semiliquidi che fagocitano.





Saranno proprio i robot con l’arrivo di Wall-e a iniziare la rivolta. Non a caso è un antiquato robot, che ha imparato l’umanità da un vecchio musical, a portare la salvezza a questo inquietante futuro.



Proprio attraverso le vicende di Wall-e e Eve e il loro visibile amore gli uomini, infatti, ritroveranno alcuni dei valori persi come l’amore e il rispetto dell'uomo verso se stesso e dunque verso l'ambiente circostante.


Perfino i titoli di coda, che riassumono la storia della civiltà umana attraverso le rappresentazioni artistiche, sono una piccola chicca.

Realizzata grazie a una nuova tecnologia (sigla PRMan), l´animazione tridimensionale conferisce alle immagini una bellezza da sbalordire. Quanto alla morale della favola, qualcuno potrà trovarla scontata: l´umanità sta andando alla rovina, tra consumi dissennati che devastano l´ambiente e deformano i corpi, il sentimento dominante è la solitudine, per restituire un senso alle nostre vite non ci sono che il coraggio, l´altruismo, lo spirito di sacrificio e, soprattutto, la riscoperta della capacità d´amare. Sarà anche risaputa, ma non è che per questo si senta molto il bisogno di fare davvero qualcosa e che si siano ancora attivando in molti.
E allora ben venga che a rifarcele risentire queste cose siano proprio un piccolo robot dagli occhi dolci e teneri come quelli di E. T.



Non è stato sicuramente facile animare due oggetti prodotti della tecnica, riuscire a esprimere i cambiamenti d’umore, le reazioni e i malumori attraverso robot, che, non si può dire abbiano una mimica facciale. Lo studio dei personaggi è stato, dicono gli autori, maniacale. Dopo lo script, per creare personalità sfaccettate e a tutto tondo, gli animatori vagavano per strada a osservare, analizzare, studiare le persone, i modi di fare e poi tornavano negli studi e discutevano, consapevoli che non tutto sarebbe stato utile. Si sono scervellati su cosa dovesse trovare Wall-e nella discarica, hanno discusso per lunghi periodi sulla sua reazione alla sparatoria di Eve. Addirittura era un problema l’angolazione dei bulloni del protagonista, vista la sua veneranda età”.

I disegnatori hanno realizzato ben diciotto mila storyboard per ricreare un mondo possibile, credibile
Un altro elemento importantissimo per caratterizzare i personaggi è stato il sound design affidato a un maestro della materia, Ben Burtt, Premio Oscar per il montaggio del suono di Star Wars, E.T. e Indiana Jones. E chi acquistasse il DVD non si perda l'extra che tratta proprio di questo argomento: è eccezionale, davvero da vedere e da "sentire". Insomma un’equipe d’eccezione! Senza tralasciare la colonna sonora affidata a Thomas Newton in collaborazione con Peter Gabriel.


7 commenti:

  1. La morale sarà pure scontata ma, come dici giustamente, l'umanità è ben lontana dall'aver preso coscienza pienamente del disastro a cui sta andando incontro. Le ragioni sono sempre le stesse, incoscienza, superficialità, sete di danaro e di potere.
    Non si ha rispetto per l'ambiente in cui si vive, per la natura, per i propri simili. E quando non c'è rispetto scompare anche l'amore.
    Grazie, Giulia, per aver portato qui questo film che fa pensare, commuovere, divertire.
    H.

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  2. Sono molte le opere con una morale scontata che si offre in tutta la propria banlaità. Poche invece, come questo film, riescono a rendere poetico e commovente anche un concetto ovvio. Grazie al tuo bellissimo post ho rivissuto l'emozione della tenera avventura di Wall-e e Eve!
    Salutissimi, Annarita

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  3. Qualche film nuovo ci voleva! Grazie a Giulia e a chi ne porterò qui altri. (anch'io ne ho messi, non molti ma ci sono...)
    Una morale potrebbe essere che chi segnala i pericoli e chi agisce sono persone diverse, nel senso che non sono le stesse persone: quelli che segnalano i pericoli sono spesso persone facili da mettere da parte, come Cassandra nell'Iliade. Il risultato è che con le guide forti degli uomini forti andiamo spesso a sbattere e a farci molto male...

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  4. Io di questo fil mi sono davvero innamorata... Soprattutto ho pensato che chi sa animare così bene dei robot, esprimere emozioni e sentimenti, vuol dire che sa ancora cosa sono e questo mi ha consolato e rincuorato... Grazie a tutti, Giulia

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  5. E' vero... nel mondo dei cartoons qualcosa finalmente si muove.
    Finita l'epoca degli effetti speciali fini a se stessi, e dei cartoni fatti con la fotocopiatrice, forse i nuovi cartoonists sono tornati a ragionare come i vecchi... Speriamo!

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  6. Giulia, hai raccontato benissimo il film, introducendo col tuo testo e con le immagini una giusta personalizzazione.
    Su questo tipo di film io sono un po' ironico, perché più o meno la storia è sempre quella, non da anni ma da secoli, basta pensare alle circa 600 (seicento) versioni diverse della favola di Cenerentola, che c'è in tutte le culture.
    Il meccanismo è sempre quello: l'indietro tutta verso un paradiso terrestre che non c'è mai stato. Separare il (cosiddetto) male dal (cosiddetto) bene è una illusione, perché simul stabunt simul cadent, cosa che facciamo di tutto per non accettare.
    Difatti, prova a pensare a questo film quando l'hanno ideato, finanziato, girato, distribuito: le lotte di potere, di soldi, di know how, lotte che ci saranno sicuramente state, la gente lasciata per strada, le furberie nel montaggio, il rapporto con i critici cinematografici, di tutto.
    E uno potrebbe dire: quante brutte cose! Ma che sarebbe successo se tutte queste brutte cose non ci fossero state?
    Che il film quasi certamente sarebbe stato meno bello!

    grazie Giulia e saludos
    Solimano

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  7. Un mio amico ha lavorato in Italia nella produzione di non ricordo più che cartone animato... E' uno molto bravo. L'hanno sfruttato, fatto lavorare a tutta birra... per pochissimi soldi... Ma questa è l'alltra parte della medaglia di cui bisognerebbe parlare forse...
    Sì, è una fiaba e il canovaccio è lo stesso come in tutte le fiabe (vedi Propp), ma è realizzato bene e questo fa la differenza (secondo il mio parere). Poi il messaggio della fiaba sarebbe da riguardare, non è tutto da buttare.
    Salut anche a te e grazie,
    Giulia

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