La boum, di Claude Pinoteau (1980) Sceneggiatura di Danièle Thompson e Claude Pinoteau Con Claude Brasseur, Brigitte Fossey, Sophie Marceau, Denise Grey, Jean-Michel Dupuis, Dominique Lavanant, Bernard Giraudeau, Jacques Ardouin, Evelyne Bellego, Richard Bohringer, Alexandre Sterling Musica: Vladimir Kosma e Richard Sanderson in "Reality" Fotografia: Edmond Séchan (110 minuti) Rating IMDb: 6.5
Solimano su Stanze all'aria
In Abbracci e pop corn ho già inserito due post sul film Il tempo delle mele (1980), un post proprio sul film e l'altro inserito nella Vista logica La moda nel cinema. Quest'ultimo è in assoluto uno dei post più visitati del blog: nelle classifiche di quasi tutti i mesi è fra i primi dodici.
Adesso c'è la Vista logica Ritratti di signore e sono riuscito ad ottenere altre immagini dell'episodio che mi è servito come spunto per il post sulla moda.
Vic Beretton (Sophie Marceau) è una ragazza di quattordici anni che è stata invitata ad una festa (La Boom). Davanti a sua madre Françoise (Brigitte Fossey), Vic prova diversi abbigliamenti. L'episodio dura pochi minuti assai vivaci. Tutte le immagini le traggo di lì e le dispongo nell'ordine in cui appaiono nel film. Salvo due immagini, quella di apertura e di chiusura del post, in cui si vede Vic in altri momenti e che permettono di farsi una idea più completa dei motivi del successo cronico di questo film. In Francia è diventato un cult, soprattutto per come Sophie Marceau ha incarnato (forse è la parola giusta) il personaggio di Vic: chi parla di fascino ingenuo-sbarazzino è completamente fuori strada.
Il personaggio di Vic è invece di una pubertà facinorosa (direbbe Gadda), come era con ogni probabilità Sophie Marceau a quattordici anni. Claude Pinoteau la scelse felicemente per un film che di per sé sarebbe stato di una carineria noiosetta con qualche granello di pepe, un film di fondo moralista e furbo. Basta guardare nel film le altre ragazzine, amiche o rivali di Vic, quelle sì che sono ingenue e sbarazzine, mentre, per dirla chiaramente, Sophie Marceau, pur con una sceneggiatura che cerca di trasformarla in una brava bambina desiderosa di crescere, attira a sé gli sguardi di tutti, piccoli e grandi, col fascino della sua bellezza mora: prepotente per naturalezza, non per artificio.
Burattineggia un po', cerca persino di bamboleggiare, ma in testa aveva ben chiare le parti che avrebbe desiderato fare nel cinema, parti che negli anni successivi le hanno dato un successo sospetto. Lo si vede in IMDb, in cui, a parte il caso anomalo e sopravvalutato di Braveheart, un film del 1995 (ad oggi 195.306 votanti col Rating di 8.3), tutti gli altri suoi film sono al disotto del Rating 7 e mancano titoli veramente memorabili. Ci sono stati anche degli insuccessi, come in fondo sono stati Il mondo non basta (1999) del filone 007, e Anna Karenina (1997), un ruolo come minimo imprudente.
Ma quando le affidano dei ruoli corrispondenti al suo carattere e al suo aspetto focoso, vivace e sensuale, vengono fuori dei film che si rivedono volentieri, come L'amour braque (1985), La Fille de D'Artagnan (1994), Marquise (1997). In un film che è stato molto più criticato che lodato, Mes nuits sont plus belles que vos jours (1989), a me Sophie Marceau è piaciuta molto. Le faceva bene, lavorare con quell' esagerato di Andrzej Zulawski, così propenso ad essere debordante e privo di sfumature.
Ritorno all'episodio del film Il tempo delle mele. Dopo averci mostrato che sa anche bamboleggiare, come tutte le ingenue-sbarazzine di questo mondo, alla fine la Vic di Sophie Marceau ci comunica che ci ha preso per il naso, che la sua natura è quella di una donna molto giovane ma già alquanto assatanata. Le cinque immagini che inserisco qui sopra e che chiudono l'episodio lo dimostrano: Sophie Marceau non correva il rischio di interpretare per un po' di anni le solite parti da attrici bambine che non si decidono a crescere. Non ci credette nessuno fin dal tempo de Il tempo delle mele, figuriamoci dopo. Sophie è stata in gara con Laetitia Casta come Marianne de la République: ha vinto Laetitia, io avrei votato per Sophie, perché è più... più... più repubblicana, ecco!
Ricordiamo però che Sophie Marceau non si è fermata qui: è diventata un'ottima attrice e ha fatto dei film importanti. Oggi è sui quarant'anni ed è ancora ben presente, non si è persa per strada come tanti dive-bambine.
RispondiElimina