Lo Sceicco bianco, di Federico Fellini (1952) Soggetto di Michelangelo Antonioni, Sceneggiatura di Federico Fellini, Ennio Flaiano, Tulli Pinelli Con Alberto Sordi, Brunella Bovo, Leopoldo Trieste, Giulietta Masina, Lilia Landi, Ernesto Almirante, Fanny Marchiò, Gina Mascetti, Enzo Maggio, Jole Silvani, Ettore Maria Margadonna Musica: Nino Rota , e il "Là ci darem la mano" dal Don Giovanni di Mozart Fotografia: Arturo Gallea, Leonida Barboni (86 minuti) Rating IMDb: 7.3
Solimano
Se potessimo guardare l'immagine di apertura ignorando che proviene da Lo sceicco bianco (1952), penseremmo a un film classico (fra muto e sonoro) di alto livello figurativo, un Otello erotico, avventuroso e appassionato, con una Desdemona che paga il fio di una colpa veramente commessa, magari col perfido Jago. Chissà se ci hanno mai pensato... non sarebbe male, un Otello furioso perché veramente tradito.
Ma appena cambia l'inquadratura, ci accorgiamo che si tratta delle immagini di un fotoromanzo realizzato sulla spiaggia di Fregene in una giornata ventosa.
Ci sono film in cui si raccontano film (come Effetto notte di Truffaut), nel film Lo sceicco bianco c'è un fotoromanzo e ci si accorge che è il film ad aver preso il nome dal fotoromanzo. In due puntate esplorerò il modo di vedere di Federico Fellini nel breve fotoromanzo contenuto nel film.
Felga (Lilia Landi) sembra del tutto presa dalla sua parte un po' zingaresca, ma un momento dopo sbuca la testa dell'amatore della Decima Musa, che segue da vicino la realizzazione del fotoromanzo perché ci prova con tutte le interpreti. Felga lo sa, e le scappa un risolino sardonico, da ragazza procace e facile, più che da eroina del male. Fellini per un momento ci fa credere al mito amoroso ed avventuroso, e subito dopo ci troviamo di fronte a piccole realtà banali. Il tono non è farsesco né grottesco, è un sogno ingenuo continuamente interrotto.
La giovane sul cammello si esprime come in un quadro barocco, basta osservare i gesti delle due mani: guarda nelle lontananze desertiche esprimendo desolazione, ma subito dopo compare un goffo armigero, panciuto e del tutto improbabile; il cammello è solo un domestico mezzo di trasporto.
Fellini amava l'avanspettacolo ed i fumetti e nel primo film che gira da solo infierisce sui coniugi Wanda e Ivan Cavalli (Brunella Bovo e Leopoldo Trieste), ma quando trova l'occasione del fotoromanzo nel film vuole soprattutto divertirsi e divertire, in un modo che gli amanti dei fumetti conoscono benissimo: coinvolti e distaccati, fantasticanti dentro il fumetto e fuori. Per l'avanspettacolo, l'esperienza era analoga: Fellini conosceva le differenze fra scena e fuori scena.
Queste piccole dissonanze volute ci sono anche a livello della singola inquadratura: l'antagonista dello sceicco bianco ha lo sguardo di chi si sta guadagnando la giornata, e sul fondo, il rapitore trascina l'odalisca come se sistemasse un campo da tennis in terra rossa con l'apposita scopa. Poi si appoggia affranto (con una amica stanca pure lei), al barcone con la regolamentare testa di morto sulla prua. Probabilmente aspettano i cestini con cibarie.
Le due giovani in primo piano si atteggiano lodevolmente come modelle per un Massacro di Scio di un allievo di Dalacroix, ma dietro di loro è un continuo aggeggiare fra sedie a sdraio e ombrelloni.
L'odalisca si dibatte per sottrarsi al suo destino di schiavitù e di pulitrice di campi da tennis, la sua disperazione sembra verissima mentre gli stivaletti borchiati dell'armigero trascinatore sono stati prestati dallo scarparo all'angolo quella mattina stessa.
L'unico che sembra determinato a ben condurre il fotoromanzo è il regista Fortuna (Ernesto Almirante) col pizzetto da moschettiere. E' probabilmente un anziano regista di film che si sta riciclando come second careeer, così si direbbe oggi. Ma faticano a dargli retta e, nella foto di set, oltre a Felga, che se non mette in bella vista l'ombelico non è contenta, si intrufola l'amatore della Decima Musa nel suo tipico abbigliamento di Fregene.
Nella seconda puntata compariranno l'eroe e l'eroina: Lo sceicco bianco (Alberto Sordi), e Bambola Appassionata (Brunella Bovo). In realtà i due si chiamano Fernando Rivoli e Wanda Giardino in Cavalli.
L'ho appena rivisto, ed è sempre divertente. Su Fellini ho in programma tante cose, andrà a finire che uno legge la colonnina qui a destra e pensa che Federico Fellini è uno che collabora al blog.
RispondiEliminaPS: che bella faccia che aveva Ernesto Almirante. Molto più bella di quella di suo nipote, il traditore-fucilatore.
Belle anche le odalische "de Freggene", of course. (o magari erano della Ciociaria?)
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