Tranquillìzzati, Giuliano: avevo, è vero, programmato un nuovo finale anche per questo film, ma il tuo splendido post di pochi giorni fa mi ha indotto a tornare sui miei passi, proprio come Gary Cooper quando decide di tornare indietro ad affrontare i cattivi, solo contro tutti.
Non nego che io, tutto sommato, avrei visto meglio lo sceriffo con Katy Jurado che con Grace Kelly (che qui trovo brava ma in-sop-por-ta-bi-le): tuttavia le inoppugnabili argomentazioni giulianesche mi hanno tratto a tal punto in soggezione che non oso formulare altre ipotesi alternative.
E allora -direte voi- perchè un post del genere? Ebbene, la mia unica giustificazione è il non voler perdere la rassegna di manifesti e locandine, così faticosamente racimolata in internet, che offre un bell'esempio di interpretazione del film a livello pubblicitario, in vari paesi del mondo.
In realtà, ho già fatto un giochetto del genere per Vacanze romane e Pretty woman, per cui sarei quasi tentata di aprire l'ennesima vista logica (qualcosa come Locandine mon amour o roba del genere), se non temessi in tal modo di sovraccaricare i lettori, disorientandoli.
Ad ogni buon conto, torniamo a noi: che ne dite? Quale dei Gary Cooper disegnati vi piace di più? Io trovo affascinante -e somigliantissimo all'originale- quello made in France. Oltre tutto, il titolo Le train sifflera trois fois mi suona intrigante, benchè anche il nostro Mezzogiorno di fuoco non sia niente male.
L'autore di quello argentino (A la hora señalada), invece , deve essersi confuso con Tex Willer, e probabilmente Galep avrebbe dovuto chiedergli i diritti d'autore: basta cambiare il colore del cappello, eliminare il gilet e... l'imitazione è quasi perfetta! Nulla di speciale neppure il manifesto spagnolo (Solo ante el peligro), piuttosto impietoso nel sottolineare il volto segnato di uno sceriffo (e del suo interprete) non più giovanissimo.
Il tedesco 12 Uhr mittags ha un'impostazione vagamente onirica, con i binari che si perdono nello spazio infinito, intersecando l'orologio trasparente. Evidentemente il disegnatore doveva sonnecchiare, mentre usava pennello e colori, perchè non ha azzeccato nemmeno una delle fisionomie dei principali interpreti. E -nel caso della Jurado- neanche la grafia esatta del cognome!
Insomma, il mio piccolo divertissement finisce qui. Che volete farci, avevo giusto dieci minuti liberi: dovevo pur impiegarli proficuamente in qualche modo, no? La rete, in ogni caso, è una vera miniera di piccole e grandi curiosità, in questo come in altri campi. Per cui, ritenetevi avvisati: non finisce certo qui...
Cara Robertina, il finale di "Mezzogiorno di fuoco" è la stella da sceriffo buttata per terra. Un finale così non lo si può davvero cambiare.
RispondiEliminaSai cosa si vede dai poster? Che hanno sempre venduto questo film come se fosse un western qualsiasi. Però al pubblico è piaciuto lo stesso.
(sembrano posters per Sergio Leone!)
Lo so, lo so, la stella in terra è intoccabile... E' vero, alcuni posters sono davvero sergioleoniani: quelli di espressione spagnola, soprattutto, non trovi? Ma anche il nostrano "Mezzogiorno di fuoco" a colori vivaci non scherza. Tutto sommato, forse sceglierei la moderna copertina iniziale del dvd, con il suggestivo controluce della figura dello sceriffo.
RispondiEliminaHasta luego, gringo!!!
Roby
Belle queste locandine, ma Mezzogiorno di fuoco è, a parer mio, uno di quei film intoccabili, su cui non si può fare ironia. E poi come si può parlare di "volto segnato di uno sceriffo (e del suo interprete) non più giovanissimo"? Gary Cooper è uno di quegli attori che ha retto meglio al tempo che passava, il suo fascino rimane immutato. I segni del tempo sono un valore aggiunto, per lui.
RispondiEliminaSul resto, ochei, il finale è talmente unico che non si può pensare a un altro: la stella buttata per terra...impareggiabile.
Caro Giuliano, dimenticavo di ringraziarti per quel "Robertina" iniziale, che mi riporta ai tempi dell'infanzia...
RispondiEliminaArfasatto carissima, permettimi un garbato dissenso: secondo me si può fare ironia praticamente su quasi tutto, compreso Gary Cooper (non esclusa neppure la mia adorata Audrey Hepburn)! A patto, naturalmente, di farlo con la necessaria levità. Ed ora che ci penso: non ricordo più bene, ma -una volta buttata la stella nella polvere- come pensa di guadagnarsi il pane l'ex-sceriffo?
[:->>>]
Baciotti
Roby
All'inizio del film, Gary Cooper ha già lasciato il suo mestiere di sceriffo: si sposa e se ne va. Aprirà un negozio con la giovane moglie. Rimane in città solo perché il nuovo sceriffo non è ancora arrivato, e poi anche perchè - come spiega alla moglie - non si può fuggire sempre, alla prima occasione Frank Miller si presenterà a casa sua, anche se dovessero andare lontano.
RispondiElimina(non scherzavo mica, quando dicevo che qui siamo vicini alla perfezione!).
Su Gary Cooper, era nato nel 1901: qui aveva già passato i cinquant'anni, il contrasto con la Kelly ventenne all'inizio si nota. Se il matrimonio e l'amore sono credibilissimi, è perché Gary Cooper era Gary Cooper: con Robert De Niro non ci avrebbe creduto nessuno. Questa parte la potevano fare solo in due, o Gary Cooper o James Stewart (che sapeva fare benissimo anche il duro e il pistolero).
Oddiosantissimo, ma allora io quale "Mezzogiorno di fuoco" ho visto??? Accidèrbole, ho capito: era la versione fiorentina, "Un'ora a 'i tocco"... Chiedo scusa: la prossima volta starò più attenta!
RispondiElimina[;->>>]
Sventagliate di baciotti
Roby
Epperò sulla differenza di età fra attori e attrici nei film di quel periodo storico ho qualche riserva. Non ce l'avevo, ma ho avuto la fortuna di vedere i film degli anni Trenta e dei primi anni Quaranta. E' tutta un'altra cosa vedere i coetanei Gary Cooper e Barbara Stanwick, Cary Grant e Katherine Hepburn che vedere Gary Cooper e Audrey Hepburn, Cary Grant e Grace Kelly. Stridono un po', non ci si crede molto: una storia d'amore è una storia d'amore. Sono furbissimi, cercano di impastocchiare storie: Gary Cooper miliardario e seduttore, Cary Grant ladro a riposo e così via, ma mostra la corda lo Star System per cui gli attori andavano bene a fare gli amorosi a cinquant'anni e le le attrici no, e quindi mandavano avanti le attrici ventenni.
RispondiEliminaRiguardo i poster di Mezzogiorno di fuoco, beh, uno che non ha visto il film non si aspetterebbe di trovare un film così, con quel rigoroso bianco e nero. E' evidente che facevano bene a fare i manifesti in quel modo perché il livello medio degli spettatori era da lettori di fotoromanzi, e si procedeva solo per generi: un western è un western, un noir è un noir...
saludos
Solimano
Cara Roby, ma a noi il tuo post ci è piaciuto lo stesso! E poi hai visto quante belle cose che sono uscite?
RispondiEliminaIl finale di Mezzogiorno di fuoco è così intenso e significativo che a nessuno verrebbe mai in mente di cambiarlo.
RispondiEliminaE infatti Roby mica lo ha cambiato. Ha solo ironizzato, con levità ed arguzia, sulle locandine del film. Credo si possa farlo senza essere tacciati per questo di iconoclastia.
H.
Càpperi, volevo ben vedere che NON (!!!) vi fosse piaciuto il mio post, dopo che ho faticato TANTO (???) a idearlo, impaginarlo, limarlo e infine pubblicarlo! Mbah. Tzè. Pfui.
RispondiElimina[;-P]
Linguacce affettuose a tuttiiiii!!!!
Roby