Touche pas à la femme blanche, di Marco Ferreri (1974) Sceneggiatura di Rafael Azcona, Marco Ferreri Con Catherine Deneuve, Marcello Mastroianni, Michel Piccoli, Philippe Noiret, Ugo Tognazzi, Alain Cuny, Serge Reggiani, Darry Cowl, Monique Chaumette, Daniele Dublino, Henri Piccoli, Franca Bettoja, Paolo Villaggio, Franco Fabrizi Musica: Philippe Sarde Fotografia: Étienne Becker (108 minuti) Rating IMDb: 5.8
Solimano
Se si guarda distrattamente l'immagine sopra il post, verrebbe da pensare ad un western di tipo romantico: un ufficiale con una bella signora high society, innamorati l'uno dell'altro. Due parti facili per Marcello Mastroianni e per Catherine Deneuve, visto che questo film è stato girato nel 1973 (e Chiara Mastroianni è nata nel 1972).
Ma guardando con attenzione lo sfondo, si vede un edificio moderno: siamo a Parigi proprio nel 1973, e il Colonnello George Armstrong Custer (Marcello Mastroianni) è giunto a Parigi col Settimo cavalleggeri per battersi contro gli indiani. La signora si chiama Marie-Hélène de Boismonfrais (Catherine Deneuve) ed è una convinta supporter del Colonnello, fra l'altro sposato con prole, ma l'amore (ah, l'amore!) ha le sue ragioni.
Marco Ferreri decise di girare il film Non toccare la donna bianca nell'enorme buco che allora c'era nel centro di Parigi: lo storico mercato de Les Halles era stato trasferito nel 1969 a Rungis e a La Villette ed era restata una voragine che si sarebbe riempita di edifici nuovi, fra cui il centro commerciale Forum Les Halles e il Beaubourg (o Centre Georges Pompidou).
Non è quindi strano che i bistrot attorno al buco de Les Halles si affollino di cavalleggeri, e che gli ufficiali percorrano a cavallo le strade vicine (i cavalli lasciano anche traccia del loro passaggio).
Lo sguardo del Colonnello Custer sarà un po' stolido, ma il suo coraggio è noto a tutti. Sta ascoltando in questo momento il meticcio (Ugo Tognazzi), che lo aiuterà certamente con i suoi consigli e le sue spiate a vincere almeno questa volta, in modo che non succeda più come a Little Big Horn.
Qui vediamo di spalle il Colonnello con un altro ufficiale. Custer è ben riconoscibile per la lunghissima chioma. L'altro ufficiale è il superiore diretto di Custer: il Generale Terry (Philippe Noiret), che desiderava comandare operativamente la guerra, ma a furor di popolo hanno chiamato Custer, popolarissimo dopo la leggendaria sconfitta e che addirittura aspira alla presidenza degli Stati Uniti. Quindi Terry ha formalmente il comando, ma sul campo decide tutto Custer. I due stanno contemplando come la tecnologia moderna consente di distruggere rapidamente i vecchi palazzi dove si annidano gli indiani di Toro Seduto (Alain Cuny). Gli indiani sono i chochard che vivono nel centro di Parigi, un problema da risolvere alla radice per tanti motivi: finanziari, morali, culturali, igienici, linguistici, religiosi e chi più ne ha più ne metta. Solo che quei testoni di indiani non se ne vogliono andare con la scusa che sono stati sempre lì.
Prima di combattere ci si fa una idea precisa del campo di battaglia, così vediamo gli ufficiali di Custer durante una perlustrazione a cavallo. Due zone diverse de Les Halles, nella seconda c'è la Chiesa di Saint'Eustache.
Il meticcio ha uno strano modo di vestire, di fuori sembra un soldato o un ufficiale, ma appena si sbottona l'uniforme appare la sua natura india. Custer lo utilizza, ma non gli concede di prendersi certe libertà. Così, quando il meticcio si accosta troppo ad una ragazza che fa parte della troupe di Buffalo Bill (Michel Piccoli), Custer spara un colpo di pistola mancando volutamente il meticcio, ma dandogli poi un avvertimento ultimativo: "Non toccare la donna bianca!". C'è un altra cosa che il meticcio non può fare: bere champagne. Sia le donne bianche che lo champagne riguardano esclusivamente i bianchi. Il meticcio ricorderà questi avvertimenti e prima o poi si vendicherà di Custer. Dimenticavo: Custer e Buffalo Bill non si possono vedere. Ragioni di donne e ragioni di popolarità, si contendono lo stesso target.
Gli indiani si sono accorti del movimento dei bianchi e il loro capo Toro Seduto sta cavalcando nel fondo della voragine. Dall'alto, su un palazzo prospiciente a Les Halles, c'è il Generale Terry, che con un binocolo scruta lo schieramento degli indiani. Sembra che si tratti solo di quattro gatti, ma potrebbe non essere così. Mai fidarsi degli indiani!
Intanto Custer trova il tempo per una passeggiata romantica con Marie-Hélène. A fianco c'è il meticcio che porta la bottiglia di champagne (che lui non può bere). Il suo atteggiamento è deferente, ma solo in apparenza, si noti il suo sorriso sarcastico, ipocrita, grottesco, falso e bugiardo. Il Colonnello Custer fa le cose in grande, si è portato dietro alcuni suonatori che fanno parte del Settimo Cavalleggeri.
In diverse zone de Les Halles sono attestati quelli del Settimo, che eseguono alcuni provvedimenti indispensabili: la demolizione di parti dell'agglomerato che potrebbero essere utili gli indiani e la soppressione mediante impiccagione di alcuni indiani incontrati per caso, così gli altri impareranno l'educazione. E qui finisce la prima parte.
Come ultima immagine del post inserisco una fotografia storica della Chiesa di Saint'Eustache color seppia (albumen print). La chiesa, costruita fra il 1532 ed il il 1637, è un singolare esempio di struttura gotica rivestita di decorazioni rinascimentali. E' molto vasta, e secondo il progetto avrebbe dovuto esserlo ancor di più. Al suo interno c'è un organo che è ancora più grande di quello della Chiesa di Saint-Sulpice. Dubito che suoni meglio, perché l'esperienza della musica suonata la domenica (a chiesa piena) dall'organo di Saint Sulpice è indescrivibile. L'hanno suonato César Franck, Camille Saint-Saëns e tutti i migliori organisti di Francia. E' usato frequentemente per registrazioni.
Non l'ho mai visto! Mi pare un film strano, conciati in modo così buffo!:) Attori poi di grosso calibro così. Curioso davvero. Oggi sulla 4 davano "indovina chi viene a cena" un film che io adoro:)
RispondiEliminaTre cose al volo:
RispondiElimina1) non sono mai riuscito a vederlo! è proprio un film che mi manca.
2) non sapevo che fosse stato girato a Parigi, e in queste circostanze.
3) noto che il "meticcio" Tognazzi ha la stessa espressione del suo favoloso personaggio di "Straziami ma di baci saziami": mi sa che era in gran forma, ma con Ferreri si sa che dava il meglio di sè.
Un'altra cosa: la foto dell'organo di Saint Sulpice l'ho messa io: in Bresson, "Le diable probablement", quell'organo è uno dei protagonisti.
RispondiEliminaVi do alcuni motivi per cui dovete vedere questo film.
RispondiEliminaPrima di tutto, è molto divertente. Qui sono comparsi Mastroianni, Tognazzi, Noiret (di spalle), Deneuve, Cuny, ma ci sono anche Piccoli (Buffalo Bill), Marco Ferreri (un fotografo viscido e leccapiedi), poi Paolo Villaggio e Serge Reggiani in due parti sorprendenti che non anticipo. Persino Franca Bettoja (bellissima) nella parte di Raggio di Luna, la moglie del Meticcio Tognazzi. Si sono tutti molto divertiti e lo si vede (qualche volta un po' troppo), ma ci può stare, gli amici si divertono, e quel gruppo era un gruppo di amici.
Poi, è un film freschissimo: i discorsi di politici, militari, economisti, giornalisti sono quelli che sentiamo oggi, e l'atteggiamento verso gli extracomunitari è del tutto analogo.
Poi, è anche un ottimo film western, in certe parti del film sembra di essere nella Monument Valley, ma immediatamente si finisce in un negozio di imbalsamatori che devono sistemare gli indiani impiccati perché li vogliono mostrare come esempio, e Catherine Deneuve fa la volontaria scrupolosa con le mani ed il vestito insanguinato.
E l'idea assolutamente geniale della location nel cuore di Parigi, approfittando del trasferimento del mercato de Les Halles! Magari si facessero oggi in Italia film a questo livello e su questi argomenti.
Giuliano, la messa alla domenica a Saint Sulpice con l'organo che suona vale da sola il viaggio a Parigi, anche per le persone che ci sono: credenti veri e musicologi rispettosissimi. Poi, in una cappella sulla destra ci sono gli affreschi di Delacroix, con la lotta di Giacobbe con l'angelo che ho messo nel Nonblog.
grazie e saludos
Solimano
E aggiungo una cosa che mi ha sbalordito. Ferreri, all'inizio del film, usa l'arma del grottesco sarcastico in cui era maestro, e così venivano percepiti allora quei discorsi su come togliersi il problema degli indiani.
RispondiEliminaAdesso, le stesse parole, solo un po' sgrammaticate, le sentiasmo tutte le sere alla TV, e non per fare del grottesco sarcastico, parlano proprio sul serio, ed evidentemente molti vogliono sentire proprio quei discorsi.
saludos
Solimano
Ho appena visto il film e mi sono divertito come uno scemo. L'impostazione ideologica poteva essere un po' pesante (e condivisibile: l'espulsione dei pezzenti dai centri storici nasce ai tempi di Haussmann e continua fino ad ora), ma alcuni tocchi sarcastici valgono veramente il film. Si avvicina molto a alcune scene del Fascino discreto della borghesia (con rispetto parlando). Recitato magnificamente. I capelli di Mastroianni sono imperdibili. Cercavo qualche commento sul film e mi sono imbattuto nel post. Grazie.
RispondiEliminaGiacominoLosi, grazie!
RispondiEliminaSe hai tempo, leggiti anche il secondo post che ho dedicato al film. Credo che alcune immagini ti piaceranno, e forse anche il testo. Mi sembra che la pensiamo in modo analogo, e mi fa piacere.
saluti
Solimano