venerdì 19 settembre 2008

Un altro finale per... Vacanze romane


Roby

Chi di noi -uscendo dal cinema, mettendo in standby la tv o spegnendo il dvd- non ha pensato almeno una volta: "Sì, vabbe', però... io avrei voluto che finisse in un altro modo"? Magari, che lui tornasse da lei, o che lei gli dicesse chiaro in faccia di andare a quel paese, o che l'altro ricomparisse all'improvviso, rimescolando da capo tutte le carte in tavola.

Ad esempio, tanto per citare un film a caso... ma perchè diavolo Vacanze romane deve finire così, con la definitiva, irrevocabile, inevitabile separazione fra principessa e giornalista??? D'accordo, negli anni '50 non erano possibili altre soluzioni in una love story fra teste coronate e non, a meno di grandi rinunzie (il duca di Windsor docet) : oggi, però, che diamine, abbiamo l'erede al trono di Spagna felicemente coniugato con una brillante conduttrice televisiva assolutamente priva di sangue blu... entrambi i nipotini di Elisabetta II seriamente legati a fanciulle ricche, belle ma non nobili... addirittura il reggente di non ricordo più quale monarchia scandinava sposato con una straordinaria ragazza non solo rigorosamente plebea, ma pure divorziata e già mamma.






























Forse qui il problema è che si tratta di un Cenerentolo, e che uno scalcinato cronista americano a Roma sarebbe poco credibile nel ruolo di real consorte? Ma perdinci, il padre di Audrey/Anya/Smitthy è o non è il sovrano unico e insindacabile del suo microscopico staterello centro-europeo? E ci tiene o no alla salute e alla felicità della sua unica, incantevole figlia? Ebbene, io la vedo così: Anya, lasciato il grande amore della sua vita sulle rive del biondo Tevere, fa ritorno all'avito castello, in nome dei suoi doveri di erede al trono. Ma la forza del sentimento ha la meglio sulla sua fragile fibra, gettandola presto nella più cupa depressione. Il re suo padre, in pena per lei, scopre alfine la causa del male oscuro, e in breve decide il da farsi: poichè il bene della sua creatura viene prima di ogni altra cosa, in quattro e quattr'otto egli modifica la costituzione in vigore, cosicchè la giovane possa sposare chi le pare e piace senza mettere a rischio la stabilità nazionale.

Tutto risolto, dunque? Beh, sì: forse.

Resta da vedere se a Gregory/Joe Bradley/Peck andrà a genio fare il non-principe consorte, confinandosi in un reame da operetta, dopo aver detto addio alle tiepide serate romane, passate a giocare a pocker con gli amici, godendo di quel ponentino più malandrino che mai ...

Ma questo -come si potrebbe dire- è ancora un altro finale.

5 commenti:

  1. Cara Roby, pensando a un altro finale il pensiero corre subito a Montecarlo. Mamma mia!!!
    (Meno male che questo film è del 1952!!!)

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  2. Giusto, Giuliano! Avevo cancellato dalla memoria i principi e soprattutto le principesse di Monaco... forse perchè molti di loro somigliano più ad attori di fiction che a regnanti veri: ed io a quelli pensavo, scrivendo il post!

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  3. Ebbene sì, lo confesso: avrei voluto un finale diverso per Vacanze romane.
    Qualcosa si sarebbe potuto escogitare per giungere all'agognato lieto fine.
    Chessò, un titolo nobiliare, conferito graziosamente al giornalista romano, forse avrebbe aggiustato le cose.
    Ma le vicende della famiglia monegasca, opportunamente ricordate da Giuliano, mi fanno ritornare con i piedi per terra.
    Meglio così, meglio tenerci quel finale, in fondo più romantico, che è una delle ragioni per cui questo film riesce ancora oggi a catturarci.
    H.

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  4. Roby, mi sono sempre divertito a guardare con compassione ironica le storie delle famiglie regnanti, comprese quelle dei Savoia, su cui hanno vissuto per decenni riviste ad alta diffusione: Oggi e Gente ad esempio.
    Però, anche le storie delle famiglie dei Presidenti della Repubblica non scherzano, e mi piacerebbe, veramente mi piacerebbe, che uscissero degli articoli ben scritti, acuti e pungenti su almeno due presidenti italiani e relative famiglie: Gronchi e Leone. Ne combinarono tante e ci fu una copertura non so se di censura o di autocensura, ma per dirne una, sembra che ci fosse un ingresso nascosto al Quirinale in modo che una simpatica soubrette potesse accedere facilmente alle più segrete stanze. E non dimentichiamo l'attuale premier, di cui si dicono solo alcune cose, ma le sue storie quando era solo il padrone di Mediaset circolano da decenni.
    Se invece di dedicarsi troppo ai suoi interessi, Egli pensasse anche al morale dei cittadini, potrebbe scrivere un libro autobiografico gradevolissimo e ne saremmo tutti felici e contenti. Si potrebbe suggerire un titolo: "I veri motivi per cui mi sono occupato di TV" e a seguire cinquanta (forse cento...) capitoli con all'inizio cinquanta (forse cento...)fotografie dei veri motivi, anzi motive. Senza fare nomi di battesimo, per carità, solo le fotografie! Gliene saremmo tutti grati e questo paese sarebbe più allegro (per qualche giorno).

    grazie Roby e saludos, Solimano
    P.S. Attendo il seguito di questa vista logica che promette veramente bene.

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  5. Questa poteva essere solo una favola, e alle volte anche le favole hanno un finale dove ci può stare che la principessa sposi uno che principe non è. Ma è anche un film che si poteva fare solo con Audrey Hepburn... (idem per Sabrina, che ha avuto un remake molto pallido).

    Solimano, mamma mia!!! I Savoia me li ero proprio dimenticati, e penso che non sia stata una dimenticanza casuale. Peggio ancora delle bambine birichine di Montecarlo - che almeno non hanno morti sulla coscienza. La dura realtà purtroppo è questa, cara Roby: meglio stare tra le favole, con i Principi e le Principesse.

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