giovedì 19 giugno 2008

La stanza del vescovo

Matilde (Ornella Muti), Maffei (Patrick Dewaere), Landina (Lia Tanzi)
tutti e tre sulla Tinca, la barca di Maffei

La stanza del vescovo, di Dino Risi (1977) Dal romanzo di Piero Chiara, Sceneggiatura di Leonardo Benvenuti, Piero Chiara, Piero De Bernardi, Dino Risi Con Ugo Tognazzi, Ornella Muti, Patrick Dewaere, Lia Tanzi, Gabriella Giacobbe, Katia Tchenko, Karina Verlier, Franco Sangermano, Max Turilli, Piero Mazzarella, Renzo Ozzano, Fransesco Juvara, Giuseppe Brugnarolo Musica: Armando Trovaioli Fotografia: Franco Di Giacomo (110 minuti) Rating IMDb: 6.4
Solimano
Mi è successa una cosa curiosa, che non credo sia casuale. Qualche giorno fa ho inserito nel blog due post per il film Piccolo Mondo Antico. Oggi, ho deciso di scrivere un post per il film La stanza del vescovo. La cosa curiosa è che entrambi i film si svolgono su laghi: il lago di Lugano per Piccolo Mondo Antico ed il lago Maggiore per La stanza del vescovo. E' curioso anche che siano due laghi che conosco poco, mentre conosco benissimo il lago di Garda (ho vissuto per due anni fra Desenzano e Sirmione) e abbastanza bene il lago di Como in cui ho fatto diversi giri sulla barca di un mio amico, poi sono stato sostituito da Ottavio che è un mozzo molto più solerte.


In barca a me piace starmene seduto e guardarmi intorno, mentre sembra che sia necessario darsi da fare. Ho cercato di usare la scusa che il vocabolario delle barche non lo conosco, ma non ha funzionato, così Ottavio mi ha rubato il posto. Vabbè.
Sul lago di Garda invece ci stavo per lavoro, e lì ho imparato che l'inverno è la stagione migliore in cui stare sul lago (almeno per quello di Garda): in pochi chilometri il clima cambia e si fa molto più mite, per questo sul lago di Garda ci sono tanti ulivi. Ma i motivi per cui apprezzo i laghi somo tanti, non è il caso di dirli qui, visto che non ho ancora cominciato a parlare del film. Però un motivo lo dico: i lghi non sono per niente tristi, possono essere anche molto allegri.

Nel 1946 il giovane Marco Maffei (Patrick Dewaere) va in giro con la sua barca Tinca sul lago Maggiore. E' appena rientrato dalla Svizzera dove si era rifugiato per non fare il militare durante la seconda guerra mondiale. Evidentemente è messo bene di famiglia, per il momento si diverte andando in barca. Ha anche qualche relazione con ragazze disinvolte. Ma gli piace anche starsene da solo nella sua barca.
Così, quando conosce Temistocle Mario Orimbelli (Ugo Tognazzi) che è piuttosto impiccione, cerca di sottrarsi, ma cambia idea quando vede come è bella sua cognata Matilde Scrosati in Berlusconi(Ornella Muti) che ha sposato per procura Angelo Berlusconi (Marcello Turilli), il fratello di Cleofe Berlusconi (Gabriella Giacobbe), che è la moglie di Orimbelli. La villa in cui vivono si chiama appunto Villa Cleofe. I soldi li ha Cleofe, che mantiene sia suo marito Mario che sua cognata Matilde, mentre il fratello Angelo è disperso in Africa da anni, molti pensano che sia morto.
Maffei e Orimbelli cominciano ad uscire in barca sul lago, ed hanno avventure vivacemente erotiche con Charlotte (Katia Tchenko) e Germaine (Karina Verlier). Orimbelli è assatanato con le donne, ha anche una sua abilità di tipo furbo e losco, per cui riesce ad andare con tutte e due le ragazze che ha conosciuto tramite Maffei.

I rapporti fra Orimbelli e sua moglie Cleofe non potrebbero essere peggiori, per cui Orimbelli più lontano è da Villa Cleofe più è contento. Matilde un giorno dice che desidera anche lei andare in barca con Maffei ed Orimbelli. Maffei è contento, spera che gli si apra un itinerario verso Matilde, ma Orimbelli gli racconta che lui e Matilde sono amanti da anni e che è per questo che Matilde vuole uscire in barca con loro: ha una scusa buona per stare lontano da Villa Cleofe.
E' una delle solite balle dell'Orimbelli, ma Maffei abbocca, e Matilde, per la rabbia di vedersi trascurata da Maffei va a letto veramente con Orimbelli. Fin qui, è un film di tono divertente e grottesco, ma le cose cambiano col ritrovamento del cadavere di Cleofe nell'acqua della darsena della villa. Si sospetta dell'Orimbelli, che riesce a far credere che si è trattato di un suicidio.

Il giorno del matrimonio di Matilde e Orimbelli
a destra il fascista Brighenti (Piero Mazzarella)

Angelo Berlusconi riparte per l'Africa
Matilde ha l'atto di donazione di Villa Cleofe

Qualche tempo dopo ci sarà il matrimonio fra Orimbelli e Matilde (il cui marito è stato dichiarato ufficialmente morto), ma le cose cambiano proprio con l'arrivo di Angelo Berlusconi, il marito di Matilde che si era nascosto in Africa a servizio di un Ras perché sessualmente mutilato. Mario Orimbelli, vistosi perduto, si ucciderà prima di essere portato via dai Carabinieri, e Maffei potrà finalmente trascorrere una notte con Matilde, che ora è la padrona di Villa Cleofe, ma al mattino Maffei preferirà riprendere la vita che faceva prima sul lago, un po' solitario un po' con qualche ragazza.

Il film è stato criticato per l'erotismo vivace, ma il viaggio in barca del Maffei e dell'Orimbelli con Charlotte e Germaine che se ne stanno disinvoltamente nude, lo trovo assai divertente: le due ragazze sono molto belle e stuzzicone e Tognazzi fra di loro si trova a perfetto agio. D'altra parte l'erotismo è ben presente in quasi tutti i romanzi ed i racconti di Piero Chiara, non a caso studioso per anni di Giacomo Casanova.

Ma i pregi maggiori del film sono due caratteri.
Quello di Mario Temistocle Orimbelli, reso da Ugo Tognazzi con una naturalezza mirabile. Un carattere laido, volgare, eppure sentimentale, un fallito che pure riesce a trovare sempre il modo di profittare di chi gli sta vicino: la moglie, Matilde e il Maffei. Persino il dolore che prova alla fine è di tipo sudicio, ma non si può non guardarlo incantati.


Matilde finalmente seduta sulla poltrona che era di Cleofe

Poi c'è il carattere di Matilde Scrosati in Berlusconi, non tanto per la recitazione di Ornella Muti, ma perché è un carattere con due aspetti apparentemente non congruenti: erotismo insoddisfatto e opportunismo sistematico. Si appoggia, a seconda delle circostanze, su Cleofe, su Orimbelli, sul marito disperso in Africa, su Maffei.
Alla fine, Maffei è l'apparente vincitore perché riesce a sottrarsi, ma un carattere come quello di Matilde è premiante nella vita reale, perché non perde tempo, sa sempre qual è la mossa giusta. Certamente, dopo la partenza di Maffei, Matilde riuscirà a provvedere a sé stessa, adesso ha anche quello che le mancava: i soldi. Non avrà problemi a trovare l'uomo che fa per lei.
Il sapore del film è palesemente cinico, perché quello che dovrebbe essere il personaggio positivo, cioè Maffei, è uno che non sa cosa fare della sua vita, si lascia trasportare dalle circostanze salvo chiamarsi fuori più per disgusto che per cercare una strada sua. E' il personaggio più debole, con un fondo di inerzia che l'ironia non riesca a coprire. Un carattere spento, sembra che Orombelli, delinquente e parassita nel passato e nel presente sia comunque più vivo di lui. Ma puo essere che la presenza di Tognazzi sia determinante, solo quando c'è lui il film si illumina. La scena dalla tentata seduzione in cucina (col grembiule e fra le padelle) è impagabile, difatti la seduzione riuscirà nel corso della notte, non poteva andare altrimenti, con un Tognazzi del genere.

2 commenti:

  1. la muti e' l'attrice PIU' BELLA MAI ESISTITA

    RispondiElimina
  2. penso questo sia l'unico film visto (stanotte a causa di un'insonnia perenne)in cui in ornella muti noto un non so che di grottesco.la sua risata cn cui esplode durante la scena di sesso col giovane barcaiolo,mentre nella stanza adiacente giace il corpo del suo secondo marito,rimarrà impressa nella mia mente per un bel po'.il vero protagonista per me è il lago.location da brivido sensuale.

    RispondiElimina