Siamo donne, episodio diretto da Luchino Visconti: "Anna Magnani" (1953) Sceneggiatura Suso Cecchi d'Amico Fotografia: Gábor Pogány Musica: Canzone "Come è bello fa l'amore quanno è sera" di Martelli/Neri/Simi Rating IMDb: 7.3
Solimano
Per il fim a episodi "Siamo donne", ho già scritto un post sull'episodio di Isa Miranda, in particolare sulla collezione di suoi ritratti che l'attrice aveva nella sua casa sulla Nomentana.
L'episodio più noto del film è quello in cui Anna Magnani racconta un suo litigio con un tassista. Un particolare mi fa sospettare che si svolgesse nell'Anno Santo, il 1950, ma potrebbe anche essere successo qualche anno prima. Indagheremo, perché il litigio costituisce un utile precedente per tutti i litigi del genere.
Nella prima immagine si vede un tassì nei giardini di Villa Borghese, molto riconoscibili per chi ci sia stato almeno una volta.
Dal tassì scende Anna Magnani, che sta aprendo la borsetta per pagare il tassista. In braccio ha un cane dal muso lungo, un cane molto tranquillo, che manterrà un aplomb di tipo anglosassone durante tutto il litigio, forse perché sa di esserne lui la causa. Infatti, oltre alla tariffa attestata dal tassametro, ben visibile nell'immagine, il tassista chiede che gli si paghi un supplemento di lire 1 (uno) perché ha effettuato anche il trasporto del cane.
Al che la Magnani ribatte con la seguente argomentazione: "Io le do 1 (una) lira di mancia, ma non pago il supplemento perché il mio è un cane da grembo". Io dissento dalla strategia della grande artista, perché poteva star zitta, dare 1 (una) lira intendendola come mancia, mentre il tassista l'avrebbe intesa cone supplemento, sempre 1 (una) lira era. Ma dissento anche dalla strategia del tassista, perché poteva prendersi la lira che gli offriva la Magnani, a meno che non aspirasse a 2 (due) lire: una di mancia ed una di supplemento canino.
Ma ormai alea iacta est e si deve combattere. Il guaio è che hanno un pubblico, perché un folto gruppo di marinai, che prima cercava di individuare le balie in giro per Villa Borhese, ora segue con interesse la discussione, in cui nessuno dei due contendenti vuole recedere: la Magnani si sente come davanti ad un pubblico da conquistare, il tassista, che appartiene alla tipologia romanesca mezza anarchica mezza fascista (canterà Faccetta nera durante il tragitto) non vuole dimostrare timidezza di fronte ad un personaggio noto come la Magnani.
Non resta che rivolgersi alle forze dell'ordine, ma in Villa Borghese non se ne vedono, allora Anna Magnani risale sul tassì e dice al tassista: "Andiamo al Quirinale". Il tassista l'avverte che rimetterà in funzione il tassametro, e la Magnani dice che quello non è un problema, il problema vero è che il suo è un cane da grembo e quindi non deve pagare il supplemento di lire 1 (uno).
Arrivano a piazza del Quirinale e si fermano proprio sotto le statue dei Dioscuri.
Mentre sono lì, passano tre camion colmi di fanciulle biancovestite che cantano inni religiosi, ecco perché sospetto che tutto accadesse nell'Anno Santo (1950).
Poi si avvicina un Vigile dalla faccia molto seria e la discussione riprende.
Il Vigile dice due cose.
La prima è che lui di cani da grembo o non da grembo non se ne intende quindi è meglio chiedere ad altri.
La seconda è che il cane della Magnani non ha la medaglietta regolamentare e quindi il Vigile deve elevare contravvenzione, mi sembra di lire 5 (cinque). Anna Magnani abbozza e paga. Poi risale nel tassì (a tassametro sempre funzionante) e dice al tassista di andare al non lontano Comando dei Carabinieri. Ma a questo punto faccio un volo pindarico e vado al Teatro Quattro Fontane, dove attendono Anna Magnani per lo spettacolo.
Nell'immagine si vede il regista (o l'impresario) dello spettacolo che ha appena guardato l'orologio. Il pubblico comincia a rumoreggiare, mentre la subrettina a fianco dell'uomo è speranzosa, perché i ritardi delle primedonne a volte sono l'occasione di lancio delle subrettine.
Intanto, Anna Magnani ed il tassista sono arrivati al Comando dell'Arma, e l'attrice si rivolge al primo carabiniere che incontra appena entrata. Questi la guarda sbalordito per due motivi, per la novità del caso cane da grembo e perché è di sentinella e quindi non può parlare con nessuno. Interviene allora il maresciallo che ascolta paziente le ragioni dell'una e dell'altro, i carabinieri cercano sempre di non inimicarsi i vari strati della popolazione con cui vengono a contatto, per questo la loro popolarità è così diffusa. Ma anche lui non schioda il caso cane da grembo, decide quindi di rivolgersi alle superiori autorità. Salgono le scale dell'antico palazzo (probabilmente un convento trasformato in caserma) e lì finalmente alla presenza di tutti i carabinieri di ogni ordine e grado, il caso viene risolto dopo una accurata consultazione del dizionario: quel cane è da grembo. In tanto, al Teatro Quattro Fontane stanno pensando sul da farsi...
Anna Magnani è di nuovo in viaggio sul tassì. Finalmente il suo cane, sapendosi da grembo, ha assunto un'aria più vivace e meno pensosa. Il tassista ha perso la lira di supplemento cane, ma il tassametro ha dei numeri che lo consolano, mentre l'artista è lieta della battagli vinta, anche se sta riflettendo sul costo della contravvenzione e sulle cifre del tassametro. All'ingresso degli artisti del Teatro Quattro Fontane i due si salutano da buoni combattenti.
All'interno del teatro, non riuscivano più a tenere calmo il pubblico, ma la subrettina è rimasta delusa: hanno scelto due ballerine più scostumate di lei. Le ragazze si stanno esibendo mentre Anna entra nel teatro, col regista che le dice che dovrà pagare una multa salata per il ritardo.
La Magnani non fa una piega, le due scostumate si ritirano, entra Anna Magnani che fa la fiorista del Pincio, cantando una canzone semplice semplice, di cui qui trascrivo i versi.
Come è bello fa l'amore quanno è sera
Quante macchine venivano la sera
Quanta gente quà affacciata a ‘sta ringhiera
Quanta festa de maschiette e de gagà
Quante radio ne' le macchine a sonà
Nu' scennevano le coppie innamorate
Se ne staveno abbracciate a pomicià
Er barista je portava la guantiera
Co’ la bira e cor caffè, che allora c’era
Ogni Topolino me pareva ‘n separé
Ogni mazzolino arimediavo lire tre
Ce scajavo sempre speciarmente coi tassì
Co' le macchine CD (Corpo Diplomatico)
I più ricchi e gran signori
Me volevano un gran bene pure a me
Sempre attenta al pizzardone
Che a cavallo era imponente come un re
La terazza era ‘n salotto ed ogni sera
Me pareva ‘na stellata bomboniera
Mò la gente de la mejo società
Resta in casa e gioca ar brigge o a baccarà
E quell’omo che puntava er canocchiale
Poveraccio, puro lui mò sai che fa?
Nun potenno arimedià cor firmamento
Resta a casa e s’accarezza lo strumento
Ma che luna, ma che luna c’è stasera
Vede er monno chi s’affaccia a ‘sta ringhiera
Da San Pietro all’antre cupole, laggiù
Fino ar mare e più lontano, sempre più
Che m’importa se quassù nun c’è gnissuno
Che m’importa si nun trovo da scaja?
Mò ‘sti fiori li regalo a Roma bella
Che li porti a un sordato 'n sentinella!
(Martelli - Neri - Simi, 1939)
E faccio una cosa per me insolita. Cliccate sul link qui sotto, e vedetela e sentitela, Anna Magnani, mentre canta questa canzone semplice semplice che chiude il film Siamo donne: trasmette felicità e commozione, ironia e trasporto, finezza persino nella volgarità, questi tre minuti da soli valgono tutto il film. Noi non sappiamo quanto fosse grande Anna Magnani, per meglio dire, ne abbiamo solo una immagine drammatica. Era una grande Comica, secondo una tradizione di secoli, da prima di Molière, e in questi tre minuti lo si capisce.
Anna Magnani, la fiorista del Pincio
Solimano
Per il fim a episodi "Siamo donne", ho già scritto un post sull'episodio di Isa Miranda, in particolare sulla collezione di suoi ritratti che l'attrice aveva nella sua casa sulla Nomentana.
L'episodio più noto del film è quello in cui Anna Magnani racconta un suo litigio con un tassista. Un particolare mi fa sospettare che si svolgesse nell'Anno Santo, il 1950, ma potrebbe anche essere successo qualche anno prima. Indagheremo, perché il litigio costituisce un utile precedente per tutti i litigi del genere.
Nella prima immagine si vede un tassì nei giardini di Villa Borghese, molto riconoscibili per chi ci sia stato almeno una volta.
Dal tassì scende Anna Magnani, che sta aprendo la borsetta per pagare il tassista. In braccio ha un cane dal muso lungo, un cane molto tranquillo, che manterrà un aplomb di tipo anglosassone durante tutto il litigio, forse perché sa di esserne lui la causa. Infatti, oltre alla tariffa attestata dal tassametro, ben visibile nell'immagine, il tassista chiede che gli si paghi un supplemento di lire 1 (uno) perché ha effettuato anche il trasporto del cane.
Al che la Magnani ribatte con la seguente argomentazione: "Io le do 1 (una) lira di mancia, ma non pago il supplemento perché il mio è un cane da grembo". Io dissento dalla strategia della grande artista, perché poteva star zitta, dare 1 (una) lira intendendola come mancia, mentre il tassista l'avrebbe intesa cone supplemento, sempre 1 (una) lira era. Ma dissento anche dalla strategia del tassista, perché poteva prendersi la lira che gli offriva la Magnani, a meno che non aspirasse a 2 (due) lire: una di mancia ed una di supplemento canino.
Ma ormai alea iacta est e si deve combattere. Il guaio è che hanno un pubblico, perché un folto gruppo di marinai, che prima cercava di individuare le balie in giro per Villa Borhese, ora segue con interesse la discussione, in cui nessuno dei due contendenti vuole recedere: la Magnani si sente come davanti ad un pubblico da conquistare, il tassista, che appartiene alla tipologia romanesca mezza anarchica mezza fascista (canterà Faccetta nera durante il tragitto) non vuole dimostrare timidezza di fronte ad un personaggio noto come la Magnani.
Non resta che rivolgersi alle forze dell'ordine, ma in Villa Borghese non se ne vedono, allora Anna Magnani risale sul tassì e dice al tassista: "Andiamo al Quirinale". Il tassista l'avverte che rimetterà in funzione il tassametro, e la Magnani dice che quello non è un problema, il problema vero è che il suo è un cane da grembo e quindi non deve pagare il supplemento di lire 1 (uno).
Arrivano a piazza del Quirinale e si fermano proprio sotto le statue dei Dioscuri.
Mentre sono lì, passano tre camion colmi di fanciulle biancovestite che cantano inni religiosi, ecco perché sospetto che tutto accadesse nell'Anno Santo (1950).
Poi si avvicina un Vigile dalla faccia molto seria e la discussione riprende.
Il Vigile dice due cose.
La prima è che lui di cani da grembo o non da grembo non se ne intende quindi è meglio chiedere ad altri.
La seconda è che il cane della Magnani non ha la medaglietta regolamentare e quindi il Vigile deve elevare contravvenzione, mi sembra di lire 5 (cinque). Anna Magnani abbozza e paga. Poi risale nel tassì (a tassametro sempre funzionante) e dice al tassista di andare al non lontano Comando dei Carabinieri. Ma a questo punto faccio un volo pindarico e vado al Teatro Quattro Fontane, dove attendono Anna Magnani per lo spettacolo.
Nell'immagine si vede il regista (o l'impresario) dello spettacolo che ha appena guardato l'orologio. Il pubblico comincia a rumoreggiare, mentre la subrettina a fianco dell'uomo è speranzosa, perché i ritardi delle primedonne a volte sono l'occasione di lancio delle subrettine.
Intanto, Anna Magnani ed il tassista sono arrivati al Comando dell'Arma, e l'attrice si rivolge al primo carabiniere che incontra appena entrata. Questi la guarda sbalordito per due motivi, per la novità del caso cane da grembo e perché è di sentinella e quindi non può parlare con nessuno. Interviene allora il maresciallo che ascolta paziente le ragioni dell'una e dell'altro, i carabinieri cercano sempre di non inimicarsi i vari strati della popolazione con cui vengono a contatto, per questo la loro popolarità è così diffusa. Ma anche lui non schioda il caso cane da grembo, decide quindi di rivolgersi alle superiori autorità. Salgono le scale dell'antico palazzo (probabilmente un convento trasformato in caserma) e lì finalmente alla presenza di tutti i carabinieri di ogni ordine e grado, il caso viene risolto dopo una accurata consultazione del dizionario: quel cane è da grembo. In tanto, al Teatro Quattro Fontane stanno pensando sul da farsi...
Anna Magnani è di nuovo in viaggio sul tassì. Finalmente il suo cane, sapendosi da grembo, ha assunto un'aria più vivace e meno pensosa. Il tassista ha perso la lira di supplemento cane, ma il tassametro ha dei numeri che lo consolano, mentre l'artista è lieta della battagli vinta, anche se sta riflettendo sul costo della contravvenzione e sulle cifre del tassametro. All'ingresso degli artisti del Teatro Quattro Fontane i due si salutano da buoni combattenti.
All'interno del teatro, non riuscivano più a tenere calmo il pubblico, ma la subrettina è rimasta delusa: hanno scelto due ballerine più scostumate di lei. Le ragazze si stanno esibendo mentre Anna entra nel teatro, col regista che le dice che dovrà pagare una multa salata per il ritardo.
La Magnani non fa una piega, le due scostumate si ritirano, entra Anna Magnani che fa la fiorista del Pincio, cantando una canzone semplice semplice, di cui qui trascrivo i versi.
Come è bello fa l'amore quanno è sera
Quante macchine venivano la sera
Quanta gente quà affacciata a ‘sta ringhiera
Quanta festa de maschiette e de gagà
Quante radio ne' le macchine a sonà
Nu' scennevano le coppie innamorate
Se ne staveno abbracciate a pomicià
Er barista je portava la guantiera
Co’ la bira e cor caffè, che allora c’era
Ogni Topolino me pareva ‘n separé
Ogni mazzolino arimediavo lire tre
Ce scajavo sempre speciarmente coi tassì
Co' le macchine CD (Corpo Diplomatico)
I più ricchi e gran signori
Me volevano un gran bene pure a me
Sempre attenta al pizzardone
Che a cavallo era imponente come un re
La terazza era ‘n salotto ed ogni sera
Me pareva ‘na stellata bomboniera
Mò la gente de la mejo società
Resta in casa e gioca ar brigge o a baccarà
E quell’omo che puntava er canocchiale
Poveraccio, puro lui mò sai che fa?
Nun potenno arimedià cor firmamento
Resta a casa e s’accarezza lo strumento
Ma che luna, ma che luna c’è stasera
Vede er monno chi s’affaccia a ‘sta ringhiera
Da San Pietro all’antre cupole, laggiù
Fino ar mare e più lontano, sempre più
Che m’importa se quassù nun c’è gnissuno
Che m’importa si nun trovo da scaja?
Mò ‘sti fiori li regalo a Roma bella
Che li porti a un sordato 'n sentinella!
(Martelli - Neri - Simi, 1939)
E faccio una cosa per me insolita. Cliccate sul link qui sotto, e vedetela e sentitela, Anna Magnani, mentre canta questa canzone semplice semplice che chiude il film Siamo donne: trasmette felicità e commozione, ironia e trasporto, finezza persino nella volgarità, questi tre minuti da soli valgono tutto il film. Noi non sappiamo quanto fosse grande Anna Magnani, per meglio dire, ne abbiamo solo una immagine drammatica. Era una grande Comica, secondo una tradizione di secoli, da prima di Molière, e in questi tre minuti lo si capisce.
Anna Magnani, la fiorista del Pincio
Solimano, è grandiosa la Magnani in questa parte.
RispondiEliminaVisto che ci hai mandato su You Tube, oltre a sentire la canzone ho visto anche i tre filmati (cioè l'intero episodio) divertendomi molto. Avevo appena letto il tuo gustoso racconto del film quindi ho potuto apprezzarne tutti i particolari.
Grazie e besos
H.
Habanera, evidentemente Luchino Visconti ed Anna Magnani, così diversi fra di loro per tanti motivi, si trovavano bene a lavorare insieme: oltre che in questo episodio la Magnani fece con Visconti Bellissima.
RispondiEliminaIl film Siamo donne, con cui non ho chiuso il discorso, ha un'altro aspetto curioso: oltre all'episodio con Anna Magnani ce n'è un altro con Ingrid bergman diretta da Rossellini, ed è un episodio solo carino. Probabilmente la Magnani fu molto soddisfatta di come andarono le cose.
Riguardo ad You Tube, in genere neon l'utilizzo nel blog per diverse ragioni, ma in questo caso ci voleva proprio, perché che la Magnani fosse così, uno ci crede solo se la vede e la sente cantare.
saludos y besos
Solimano
Belle le due ministre che ballano. Un po' troppo vestite per fare davvero le ministre, ma pazienza.
RispondiEliminaquesta lettura è piena di erroracci, sia sul piano filmico che sul piano ideologico. la multa per la mancata medaglietta del cane non è di 5 lire ma bensì di 14.50. il carabiniere interpellato non è un maresciallo, bensì un brigadiere. in quanto alla proposta di facile risoluzione del dilemma tassa/mancia, evidentemente il blogger non conosce nannarella. i principi, per lei, sono tutto. piuttosto, se vogliamo discutere di principi violati, contestabile, è la presenza delle carcasse animali (le volpi) vicine all'animale vivo (il cane).
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