Paper Moon, di Peter Bogdanovich (1973) Dal racconto "Addie Pray" di Joe David Brown, Sceneggiatura di Alvin Sargent Con Ryan O'Neal, Tatum O'Neal, Madeline Kahn, John Hillerman, P.J. Johnson, Jessie Lee Fulton, James N. Harrel, Lila Waters, Noble Willingham, Bob Young Musica: Sedici canzoni degli anni Trenta, in IMDb sotto soundtracks listing c'è l'elenco completo Fotografia: Laszlo Kovacs (102 minuti) Rating IMDb: 8.0
Solimano
Il film comincia in un cimitero. Stanno seppellendo una giovane donna che è morta in un incidente. Pochissima gente: un pastore ed altre tre persone, più la bambina Addie Loggins (Tatum O'Neal), la figlia della donna, che non era sposata. Siamo nei primi anni Trenta a Gorman, un piccolo paese del Kansas. Arriva un'altra persona, si tratta di Moses Pray (Ryan O'Neal), un giovane di cui si sa che era uno degli amici della donna. Finita la cerimonia, Moses dice agli altri che alla bambina ci pensa lui: la vuol portare da parenti che stanno a Saint Joseph, un paese del Missouri. I partecipanti al funerale sono ben contenti, così si possono disinteressare del problema, ma è Addie, che ha nove anni, a puntare i piedi. Prima di tutto, ha capito benissimo che Moses fa il furbo, nel passaggio di consegne guadagnerà dei soldi. In secondo luogo, lei a stare rinchiusa da una zia del Missouri non ne ha nessuna voglia. Forse c'è anche un terzo motivo, che non dice: crede che Moses sia suo padre, come mascella le somiglia. Siccome Addie è sveglia, abituata alla durezza della vita, Moses non riesce, come voleva, a caricarla su un treno, ma deve portarla con sé in macchina, perché la bambina altrimenti minaccia di andare dalla polizia.
Comincia il viaggio, e scopriamo subito qual è l'attuale lavoro di Moses. Nei giornali locali legge i necrologi che fanno pubblicare le vedove. Si presenta a casa loro facendo l'ignaro e dicendo che il defunto aveva ordinato una bella edizione della Bibbia per regalarla alla moglie. L'inghippo generalmente funziona, siccome l'edizione è bella Moses la fa pagare 14 dollari, che sono tanti, ma quando c'è un morto in casa si bada meno alle spese. Ogni tanto si prende delle musate, è un mestiere a rischio, e a lui dà fastidio doverlo praticare sia pure per pochi giorni con una bambina a seguito.
Ma un episodio gli fa cambiare idea: era messo male in una trattativa perché dall'interno della casa era sbucato un parente sceriffo che aveva sentito odore di bruciato, ed ecco Addie, che scende dalla macchina chiamandolo papà così tutti sentono. I sospetti non ci sono più, addirittura lo sceriffo vuole comprare la Bibbia e Addie anticipa Moses dicendo lei il prezzo: 16 dollari!
Così nasce la loro società, Addie porta una ventata di modernizzazione, perché il sistema di Moses era troppo ripetitivo, senza ventate di fantasia.
I prezzi vengono personalizzati in funzione del cliente:
Apre la porta una donna piena di gioielli: 24 dollari!
C'è uno che chiaramente di soldi ne ha pochi e non comprerebbe: 8 dollari!
Addirittura c'è un caso in cui la Bibbia non viene fatta pagare, perché apre la porta una donna con tanti bambini attorno: 0 dollari!
In poco tempo i due -che fanno cassa comune- realizzano un piccolo capitale, superando la bella cifra di 600 dollari. Non è che vadano d'accordo in tutto, Addie ad esempio ha il complesso che la scambino per maschio, e nemmeno un bel fiocco che le compra Moses riesce a farglielo superare.
Poi, al mattino Addie vuol sempre sentire la radio, e sorgono discussioni sia perché Moses vuol dormire, sia perché le notizie di politica li fanno litigare: hanno infatti opinioni diverse su quello che sta facendo il presidente appena eletto, che si chiama Roosevelt, ma loro lo chiamano Franky. Tutte cose superabili.
Ma Moses ad una fiera conosce Trixie Delight (Madeline Kahn) che diventa la sua donna, e viaggia con loro e con una donna nera che le fa i servizi, Imogene (P. J. Johnson). Ad Addie non piace Trixie, perché ha capito benissimo il motivo per cui sta con Moses, Trixie è una che anche per pochi soldi è disposta a tutto. La causa scatenante però è gravissima: adesso Addie deve viaggiare seduta dietro, mentre prima stava seduta accanto a Moses. Moses è talmente infervorato da Trixie che gli affari ristagnano e di Bibbie se ne vendono poche.
Quindi Addie si vede costretta a passare all'azione, aiutata da Imogene che non riceve mai un soldo da Trixie. L'azione è di tipo ruffiano: fanno in modo che un portiere d'albergo vada da Trixie in camera con 25 dollari in mano, e che Moses possa sorprenderli.
Così Trixie sparisce ( ma una così un altro se lo trova subito) e tutto torna come prima. Moses con Addie inventa un colpo grosso: vendere ad uno spacciatore di alcoolici le sue stesse bottiglie, perché hanno capito dove le tiene. Di lì le prendono per venderle al trafficante. Sembra che anche questa sia fatta, purtroppo il trafficante ha un fratello sceriffo, ed i due li seguono anche dopo che sono entrati nel Missouri. Botte da orbi per Moses ed i soldi tutti spariti.
Che fare, pensa Moses, conciato male. Non rimane che portarla dalla zia del Missouri, e Moses ed Addie così si separano, la bambina molto commossa, lui anche, ma cerca di non farlo vedere. Solo che la zia mostra subito ad Addie il pianoforte su cui dovrà suonare, e Moses, in macchina, trova una fotografia, che è il regalo che gli fa Addie.
Moses scende dal camioncino e va verso la casa della zia, proprio mentre Addie sta fuggendo per strada. Si incontrano, ma subito hanno da fare: il camioncino ha i freni laschi e sono costretti ad inseguirlo giù per la discesa. Così finisce il film che è stato giustamente definito come commedia drammatica. Per capirlo a modo occorre ricordare che è un film storico: racconta il mondo del Kansas e del Missouri, com'era quarant'anni prima.
Il film mantiene attraverso i tempi una sua popolarità. Perché è serio, ma anche spiritoso e commovente, e perché la piccola donna Addie, come testa (altro che bambina!) è quasi sempre molto presa, ma le poche volte che sorride è il caso che Monna Lisa si preoccupi. Insomma, ha ragione chi ha detto che Tatum O'Neal ha rubato il film al suo papà Ryan O'Neal.
Il burattinaio nascosto Peter Bogdanovich in questo tipo di film sul passato della provincia americana è bravissimo: riesce a coinvolgere, evitando quasi sempre il sentimentalismo. Guardare con quell'occhio il passato fa capire meglio il presente.
La faccia di bronzo di Tatum O'Neal già a nove anni, le servì certamente negli anni successivi: sposò John McEnroe, forse il più grande artista del tennis che io abbia visto (a Bologna vidi giocare anche Rosewall e Hoad...), ma come carattere, oddìo! Eppure ebbero tre figli, divorziando poi fra litigi inenarrabili.
Paper Moon è in bianco e nero??
RispondiEliminaIo me lo ricordavo coloratissimo...
Nello stesso periodo Wim Wenders fece "Alice nelle città" che è ancora più bello, però ha un difetto: è in tedesco e non è mai stato doppiato.
Wenders racconta che si era preoccupato quando uscì Paper Moon, in contemporanea al suo film: ma poi il produttore gli disse che erano due film molto diversi, che avevano in comune solo l'adulto e la bambina, ed è vero.
La bambina di Wenders (Yella Rottlaender) non ha più voluto fare l'attrice, oggi ha quarant'anni e dice che senza Wenders e Vogler fare cinema era molto noioso.
Tatum O'Neal invece ci ha provato, ma senza molto esito.
Io invece ho letto il film, e l'ho trovato spassosissimo, lo consiglio a tutti.
RispondiEliminaIl personaggio di Addie è strepitoso, è lei la mente della coppia e non è particolarmente drammatico ma molto gustoso. Leggerlo mi ha fatto pensare ad una specie di "Stangata", soprattutto nella parte finale quando Addie fa giustizia ad una simpatica vecchietta.
E carino l'intercalare offensivo ma amoroso che usa quando parla di Moses, "vecchio scemo".
ehm ho letto il libro
RispondiEliminaGiuliano, per me non bisogna fare confronti o classifiche, specie per film molto buoni come questi: ognuno, secondo il suo temperamento e le sue convinzioni, ha le sue preferenze, ma non esiste il metro di platino-iridio conservato A Sèvres. Fra l'altro, sono film che si propongono finalità diverse.
RispondiEliminaBarbara, un bel caso, io ho visto il film e non ho letto il libro e tu viceversa. Ma non credo ai confronti libro-film (è meglio questo, è meglio quello...) credo invece che sia il caso che io legga il libro e tu guardi il film, così scriveremo due post (uno a testa) per la vista logica I libri nel cinema. Senza fretta, naturalmente...
saludos
Solimano
L'Alice di Wenders lo consiglio sempre a tutti, è uno dei film più belli della storia del cinema.
RispondiEliminaPiù bello di "Alice nelle città" c'è solo "L'Atalante" di Jean Vigo.
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RispondiEliminaqualcuno sa dirmi il nome della doppiatrice italiana di tatum o'neal in paper moon?
RispondiEliminagrazie