giovedì 3 aprile 2008

Catherine e Marlon

Marlon Brando in "Bulli e pupe" (1955)

Marlon Brando e Trevor Howard in "Gli ammutinati del Bounty" (1962)

Solimano
Mi è venuta voglia di scrivere un post su Catherine Spaak e su Marlon Brando, ma mi debbo porre una domanda premininare: hanno qualcosa in comune, quei due?

Marlon frequenta l'Actor's Studio di Lee Strasberg quando Catherine non è ancora nata, poi comincia a recitare in teatro nel 1944 a vent'anni ottenendo il prino grande successo con Un tram chiamato desiderio di Tennessee Williams nel 1947, quando Catherine ha due anni.
Nel 1950 arriva il cinema e sono presto colpi grossi: Viva Zapata di Elia Kazan nel 1952, Giulio Cesare di Joseph L. Mankiewicz nel 1953, Il selvaggio di Laszlo Bendek e Fronte del porto ancora di Elia Kazan nel 1954. Il gioco è fatto: Marlon Brando è famoso in tutto il mondo. Ha già interpretato ruoli diversissimi, tutti plasmandoli su di sé da quel prepotente che era.

Catherine Spaak in "L'armata Brancaleone" (1965)

Catherine Spaak in "Hotel" (1967)

Intanto Catherine cresce, probabilmente frequentando scuole costose, la famigliona belga degli Spaak poteva permetterselo, lo zio Paul-Henri è stato anche primo ministro, ed il padre Charles scrive sceneggiature per grandi registi (ne scriverà in totale 104, la prima nel 1929, l'ultima nel 1974).

Proprio quando sembra che per Marlon la strada sia facile, comincia ad oscillare, d'altra parte era dura mantenersi a quel livello dopo i tre anni consecutivi (52/53/54) in cui ottenne il premio BAFTA come miglior attore. Però Bulli e pupe (1955) di Joseph L. Mankiewicz è un bel film, anche se le critiche non furono tutte positive. Conferma che Brando vuole mettersi alla prova in ruoli diversi. Farà così per tutta la carriera, naturalmente con i rischi connessi.

Ma pochi anni dopo c'è una sorpresa! Evidentemente Catherine si è stufata di studiare dalle suore ( o in posti consimili), d'altra parte il padre conosceva tutti i registi, visto il suo mestiere di sceneggiatore. Così, nel film Il buco (1959) di Jacques Becker (che non era certo un signor nessuno) debutta in una piccola parte una ragazza quattordicenne: Catherine Spaak. I giochi sono fatti anche per Catherine, che l'anno dopo fa I dolci inganni di Alberto Lattuada, specializzato in jeunes filles in fleur per tutta la carriera. Per quasi quindici anni la parte prima dell'adolescente poi della giovane donna maliziosa e spregiudicata è di Catherine: più di venti film con due capolavori: Il sorpasso e L'armata Brancaleone, e diversi film discreti: La voglia matta, L'amore difficile, La parmigiana, La noia, La calda vita, Weekend a Zuydcoote, Made in Italy...

Intanto, che combinava Marlon Brando? Aveva guai molto gravi nella vita privata, fra mogli e figli riconosciuti e no. Si lasciava andare fisicamente, fino a pesare un quintale e mezzo. Si metteva in urto con quasi tutti. Si stava autodistruggendo. Dopo il 1960 tutti parlavano della decadenza irreversibile di Brando, eppure riuscì a risorgere diverse volte, sia pure per poco tempo: I due volti della vendetta, L'ammutinamento del Bounty, La caccia, Riflessi in un occhio d'oro, Queimada... E poi Il Padrino, Ultimo tango a Parigi, Apocalipse now! A vederla con gli occhi di oggi, altro che decadenza! Ma va considerato il livello delle interpretazioni dei primi film, che crearono aspettative molto elevate, e l'ostilità di ogni tipo di cui era circondato, per le sue scelte velleitarie e autolesionistiche.

Marlon Brando e Louis Calhern, Greer Garson, Deborah Kerr
in "Giulio Cesare" (1953)

Marlon Brando e Eva Marie Saint in "Fronte del porto" (1954)

Invece la nostra Catherine riuscì a reggere al passare degli anni con film numerosi anche se non importanti, costruendosi poi un ruolo in TV con un pubblico appassionato soprattutto femminile. Perché c'è questo da ricordare: Catherine Spaak piaceva agli uomini e non dispiaceva alle donne. Che è un punto a suo modo in comune con Brando, icona per gli uomini e per le donne, nei suoi primi film.

I motivi del successo di Brando sono stati -e saranno- la sua grandezza di interprete soprattutto tragico, quelli della Spaak il fatto che negli anni sessanta c'era bisogno proprio di una col suo aspetto e il suo modo, una che somigliasse a certe compagne di classe però con la dote di una malizia un po' cinica un po' libertina ma sempre sorridente. Commedie che raramente sfioravano l'acido o il grottesco, se c'era dentro qualche amarezza non riguardava lei, ma gli uomini intorno. Sul set de La voglia matta marpioni come Salce e Tognazzi si divertivano a prendere in giro la ragazza inesperta, ma oggi chi vede il film scopre che la vincitrice è lei. Così ne La noia e ne Il sorpasso.

A suo modo, Catherine Spaak ha qualcosa in comune con Stefania Sandrelli: entrambe, in modo diverso, hanno costituito una risposta alle aspettative non solo degli uomini, ma anche delle donne, che proiettavano in loro il desiderio di una sessualità indipendente ma non clamorosa. Più quotidiana, perciò più ascoltata.

P.S. Ho fatto del mio meglio ma non ho trovato molte analogie fra Catherine Spaak e Marlon Brando, tranne una: sono nati entrambi oggi, il 3 aprile. Lo stesso giorno in cui siamo nati io e Roby. Buon compleanno, gemellina!

Catherine Spaak in "La voglia matta" (1962)

Catherine Spaak in "La noia" (1963)

8 commenti:

  1. Due anime in un nòcciolo... AUGURI a TE, "CAPO"!!!!!!!

    [:->>>]

    Roby

    RispondiElimina
  2. Auguri, Roby e ventinove tirate d'orecchi. Spero che in casa ti festeggino a modo!

    saludos y besos
    Solimano

    RispondiElimina
  3. E' proprio un tripudio di genetliaci, vedo!
    Auguri a tutti anche da me :-)

    RispondiElimina
  4. VENTINOVE???????????? Solimano, prego: SONO VENTOTTO!!!!!!!!!!!

    [;-P]

    Giuliano e Gabrilù, smack ad ambedue!

    [:-*]

    Roby

    RispondiElimina
  5. PS: Gabrilu, mi sono regalata il libro che sai tu (rima involontaria!): ti darò un parere appena l'avrò finito di leggére (rima forzata!)

    R.

    RispondiElimina
  6. Ops... Roby, stavo per farti gli auguri per il tuo trentesimo compleanno ma si vede che sono stata male informata. Apprendo ora che sono solamente ventotto. Per farmi perdonare agli auguri aggiungo sfogliatelle napoletane, cannoli siciliani e sbrisolona milanese. Il tutto naturalmente annaffiato da una bottiglia di Dom Pérignon come vorrebbe il nostro Sean Connery che, guarda caso, è nato il 25 Agosto: proprio come me.

    Buon compleanno!
    H.

    RispondiElimina