Un giorno in pretura, di Steno (1954) Sceneggiatura di Sandro Continenza, Lucio Fulci, Alberto Sordi, Steno, Giancarlo Viganotti Con Peppino De Filippo, Silvana Pampanini, Sofia Loren, Tania Weber, Leopoldo Trieste, Walter Chiari, Armenia Balducci, Virgilio Riento, Turi Pandolfini, Vincenzo Talarico, Ubaldo Lay, Gualtiero Iacopetti Musica: Armando Trovajoli Fotografia: Marco Scarpelli (88 minuti) Rating IMDb: 7.1
Solimano
A Un giorno in pretura di Steno si possono fare diverse critiche: che è un film commerciale, che è scombinato, che mette insieme episodi diversi, che utilizza dei flash back perché non riesce a svolgerei tutto in pretura -come promette il titolo- che certe battute sono grevi ed altre sono scontate. Tutto si può dire, tranne una cosa: che in questo film manchino i talenti.
Rendiamo il dovuto omaggio al Pretore Salomone Lorusso (Peppino De Filippo), con i suoi due giudici a latere. Il Pretore, ogni mattina, prima di entrare in aula, dialoga col busto in marmo di Cicerone che ha nel suo ufficio. Poi, in aula, si trova a dover affrontare un ambaradam di casi, ma non li racconto tutti, sennò chissà quando finirei.
C'è Don Michele (Walter Chiari) un pretino attivissimo, di quelli che chiamavamo ragazzieri, capaci di inventarne di tutti i colori per imbrancare in oratorio tutti i ragazzi della parrocchia. Don Michele se li è portati a Roma e li ha lasciati andare in giro per la Città Eterna, però ha voluto che gli consegnassero tutti i soldi perché temeva che li andassero a spendere in film sconsigliati (Un giorno in pretura fra l'altro lo fu...) o addirittura in Sale da Biliardo, ricettacoli di ogni vizio. Adesso si trova su un autobus e sta parlando piacevolmente col bigliettaio, ma guardate la faccia che sbuca dietro di lui: è Anna (Sofia Loren), donna leggera e pure ladra. Don Michele dovrà stare attento.
Difatti Anna sottrae il portafoglio a Don Michele, poi scende precipitosamente dal mezzo pubblico, ma Don Michele la insegue fino all'abitazione di Anna, e con la sua parlantina la sta convertendo.
Ma arriva un losco figuro (Ubaldo Lay) , il protettore di Anna, che così è costretta a nascondere Don Michele. Non credete che il losco figuro sorrida, il suo è un ghigno ddel tutto bieco: vuole che Anna il malloppo lo dia a lui.
Non solo, siccome è un tipaccio, malmena Anna che quasi perde i sensi, osservate bene il suo volto sofferto in primo piano. Date un'occhiata anche alla chioma lunghissima della peccatrice quasi pentita. Finirà che Don Michele, per recuperare i soldi dei suoi ragazzi, sarà coinvolto in una lite proprio in una Sala da Biliardo, il posto da cui voleva tenerli lontani. Ed è quindi in Pretura per la rissa nella Sala da Biliardo. Racconto un fatto vero: due pretini ragazzieri in carne ed ossa sporsero denuncia per diffamazione quando uscì il film. Don Michele uscirà dalla pretura con una lieve condanna, ma sarà gratificato da un bacio che Anna, peccatrice ormai pentita, gli darà in fronte. Cambiò vita anche il losco figuro, si mise a fare il Tenente Sheridan, chi l'avrebbe mai detto?
C'è il caso di Nando Moriconi (Alberto Sordi), a cui dedico solo una immagine, le sue successive prodezze sono illustrate nel film Un americano a Roma, che uscì nello stesso 1954, anno in cui Alberto Sordi interpretò in totale undici film. E' qui in pretura per atti osceni in luogo pubblico: ha fatto il bagno in una marrana, dove lo fanno tanti ragazzi, solo che la moda a cui fa riferimento Nando Moriconi prevede che il bagno nei canali e nelle marrane lo si faccia nudi. Un vigile urbano, precedentemente sfottuto dal Moriconi, mentre Nando era in acqua gli ha sottratto biancheria, vestito e scarpe. Non si è trattato quindi di atti osceni veri e propri, ma di esibizionismo non voluto. Nando era semplicemente nudo come un verme, finché ha potuto s'è nascosto, ma poi l'hanno visto e adesso gli tocca sbrigarsela in pretura. Nell'immagine che metto, comincia ad istruire i ragazzi sulle meraviglie che provengono da Oltreoceano.
Un piccolo episodio fa da filo rosso agli altri. Un episodio singolare, divertente e un po' crudele. In pretura arriva una coppia di fidanzati, Leopoldo (Leopoldo Trieste) e Teresa (Armenia Balducci). A loro carico c'è una denuncia perché li hanno visti scambiarsi un bacio sull'utilitaria vicino a Villa Borghese. Leopoldo è inquieto, Teresa piuttosto seccata. Vediamo il perché. Leopoldo dice a tutti che lui non ha mai baciato Teresa salvo per gli anniversari ed i compleanni, che allora le dà un bacetto sulla guancia. Invece di essere contenta, questa cosa a Teresa secca (probabilmente perché Leopoldo è proprio uno così).
Il giovane avvocato Terenzi (Gualtiero Iacopetti) riesce a farsi avanti come difensore dei due fidanzati, e si siede a fianco di Teresa, mentre Leopoldo, in piedi, continua la sua concione sui baci sulle guance comunque rarissimi. Terenzi e Teresa ne hanno abbastanza, ma si divertono a sentire discorsi di quel tipo, con la morale che scende alle ginocchia.
Finalmente, con una scusa, Teresa lascia lì Leopoldo e va, accompagnata dall'avvocato, nello stanzino del telefono. E' bene infatti che l'avvocato segua i clienti nei suoi spostamenti. Lì Teresa e Terenzi, senza tanti convenevoli, si scambiano finalmente un bacio, non di quelli sulla guancia. Poi torneranno tranquilli da Leopoldo, adesso dica pure quello che gli pare. Mi spiace solo per Leopoldo Trieste: quante volte gli sono toccate parti del genere!
L'episodio che conclude il film è quello in cui c'è Luisa Ceccarelli (Silvana Pampanini), una anziana alcoolizzata, accusata di adescamento e di ubriachezza molesta. Chissà quanto tempo ci hanno messo per fare brutta Silvana Pampanini, che aveva allora meno di trent'anni! Ma il Pretore Salomone Lorusso capisce che dietro quella rovina c'è Gloriana, la celebre soubrette che venne a cantare per i soldati al tempo della Grande Guerra. Lorusso era un timido tenente di complemento, e Gloriana, infastidita dall'atteggiamento voglioso ma sprezzante degli ufficiali di carriera, fece credere che quella notte aveva dormito con Lorusso (che in realtà dormì in terrazza prendendo pure il raffreddore). Nell'immagine sopra il post Gloriana brinda con gli ufficiali.
Nelle due immagini qui sopra si vede Gloriana durante lo spettacolo e dopo, quando si è rivestita per trasferirsi nell'alloggio del tenente Lorusso.
Nell'immagine in fondo al post si vede Gloriana nel momento clou dello spettacolo.
Ma che decise il Pretore Lorusso, riguardo il processo a Luisa Ceccarelli, in cui le prove a carico erano schiaccianti? Assolse la donna. Poi, da solo in ufficio, chiese scusa al busto marmoreo di Cicerone: non poteva condannare la donna che era stata Gloriana.
Ubaldo Lay che fa il losco e il cattivo me lo sono sempre perso. Mi sa che non ho mai visto questo film per intero, dall'inizio alla fine... Del resto, mi sa che non è nemmeno necessario, funziona in qualsiasi maniera lo si guardi.
RispondiEliminaPer quanto mi riguarda, Ubaldo Lay CELO... La Pampanini MANCA!!!! Che strano: il finale di questo film non me lo ricordavo proprio, però il discorso di Salomone/Peppino a Cicerone sì, eccome, con i tuoni e i fulmini del temporale che sembrano "rispondere" al soliloquio del giudice!!!!
RispondiEliminaAbbraccioni
Roby
Beh, Ubaldo Lay la faccia da cattivo ce l'ha strutturalmente, ed è buffo nel film quando mena la Loren a cui basterebbe un manrovescio per sistenerlo sul pavimento.
RispondiEliminaLa vera maggiorata fu Silvana Pampanini, non ce n'è per nessuno.
In Wikipedia c'è un bellissimo articolo su di lei, che vi consiglio di leggere, dalla insurrezione popolare quando elessero miss Italia un'altra e non lei, alla frase che disse a qualcuno che aveva ricostruito la storia della canzone Malafemmena che si è sempre detto che Totò inventasse perché la Pampanini lo faceva soffrire. Sembra che la canzone fosse stata fatta per un'altra e che la famiglia di Totò fosse favorevole a questa interpretazione. La Pampanini, quando l'ha saputo, ha sibilato: "Se la tengano".
Per me il problema della Pampanini è stato che era romana, ma romana romana, quindi felice e pigra.
L'altro problema, va detto, fu che un produttore deluso dai suoi No! le fece terra bruciata attorno in Italia. Era tanta, ma tanta, senza nessuna cialtroneria siliconica, occhi verdi, capelli nerissimi. Cercherò di fare un paziente (ed assai gratificante) lavoro di recupero fra i tanti titoli. Ma con le immagini da questo film non ho finito, preparatevi...
saludos
Solimano
Questo è un altro film che ingenera confusione, un po' come il trio Grande Guerra / Federale / Marcia su Roma : ero convinto che fosse qui, Alberto Sordi con la gonna.
RispondiEliminaE' vero, Giuliano, anch'io pensavo alla sottana di Alberto Sordi e alle sue bolle di sapone! E invece quel film lì si chiama...si chiama...????
RispondiEliminaRoby