Abbiamo lasciato Ivan Cavalli (Leopoldo Trieste) di fronte al Quirinale, rincuorato per qualche minuto dalla Banda dei Bersaglieri, ma i suoi problemi permangono con immutata gravità: come rintracciare la moglie, Wanda Giardino in Cavalli (Brunella Bovo), con cui è in viaggio di nozze a Roma, e come fronteggiare le domande dei parenti, guidati con autorevolezza dallo zio (Ettore Maria Margadonna). Cominciano infatti a pensar male del nascondimento di Wanda, ufficialmente chiusa in camera nell'Albergo dei Fiori per un temporaneo malessere. Ivan cercherà tutte le strade, compresa quella di rivolgersi alle Forze dell'Ordine, ma fuggirà per la vergogna quando cercheranno di sapere le ragioni vere dell'assenza della moglie. Coi parenti sospettosi continuerà a raccontare frottole, andando alla sera con loro a vedere in teatro l'opera Don Giovanni di Mozart -proprio un'opera del genere dovevano fare, povero Ivan! Gli vengono in mente lo Sceicco Bianco e Bambola Appassionata. Finalmente i parenti se ne vanno in carrozzella e lo zio gli dice con giusta fermezza che attenderanno lui e Wanda improrogabilmente alle ore 11 del mattino successivo in Piazza San Pietro.
Ivan, non sapendo che fare, cammina -o meglio, si trascina- per le vie di Roma, finché giunge in una piazza, che malgrado l'oscurità notturna, identifichiamo per Piazza Navona.
Due persone buone di cuore lo soccorrono, mentre sta piangendo per la disperazione seduto sul bordo di una fontana: si tratta di due prostitute, Cabiria (Giulietta Masina) ed una sua amica. A loro Ivan mostrerà le fotografie sue e della moglie, foto che porta sempre con sé. Arriva un operatore circense di strada, che si esercita nel suo numero di Mangiafuoco fra le risate di Cabiria, mentre l'amica accompagna Ivan verso l'albergo.
Ma torniamo a Wanda, che dopo l'intenso pomeriggio a Fregene sul set del fotoromanzo Lo Sceicco Bianco è tornata a Roma sulla macchina di un amico della troupe, il quale ha cercato di prendersi delle libertà. Wanda ha avuto alcune disavventure con lo Sceicco Bianco (Alberto Sordi) e soprattutto con Aida Rivoli (Gina Mascetti), la moglie dello Sceicco, che l'ha pure schiaffeggiata, quindi ha altro per la testa che dar retta alle profferte dell'amico della troupe, che la fa scendere dalla macchina salutandola con un "Ma va là baiadera!" che ferisce nel profondo Wanda.
La donna non osa rientrare in albergo e si avvia verso il fiume Tevere in cui ha intenzione di compiere un gesto insano. Dopo qualche esitazione si butta tenendosi il nasino con due dita, ma atterrerà due metri sotto in una pozzanghera fluviale. Forse l'ha salvata l'angelo che è una delle statue del ponte di Castel Sant'Angelo. Di angeli non ce n'è uno, sono tanti, costituiscono il coro per la Passione di Gesù e sono opera insigne di Gian Lorenzo Bernini come ideatore e dei suoi scolari come esecutori negli anni 1667-69.
Wanda verrà agevolmente tratta in salvo da un bagnino di fiume e portata all'ospedale, a cui in mattinata giungerà Ivan, avvertito dopo alcune ore dal combinato disposto dei medici, degli infermieri e delle Forze dell'Ordine. Il taxi che corre velocissimo, quasi non gli permette di accorgersi che sta passando per Piazza del Popolo con le due chiese gemelle: Santa Maria dei Miracoli e Santa Maria di Montesanto. Ivan si costruisce un ottimo piano d'azione, visto che il tempo è poco: arriva all'Ospedale con una valigetta contenente gli abiti della moglie, che non può andare dal Santo Padre vestita da bajadera. I due sposi rimandano litigi e chiarimenti a tempi migliori, poiché i parenti li stanno aspettando in Piazza San Pietro.
Difatti eccoli, i parenti! Lo zio è sempre più indignato perché non vede arrivare i due sposi. Il gruppo sta per avviarsi verso la Chiesa (non si può fare aspettare il Santo Padre!), quando il parente più giovane -un ragazzo vestito da marinaretto- scorge il taxi che arriva, con Ivan che si sporge dal finestrino. Ivan sfodera il suo sorriso migliore con sullo sfondo il Colonnato del Bernini e il Palazzo Apostolico, poi presenta Wanda ai parenti, che ancora non avevano avuto il piacere di conoscerla, ed i due sposi si avviano in testa al piccolo corteo verso la Basilica di San Pietro. I conti con lo Sceicco Bianco e con Bambola Appassionata si regoleranno in seguito, oppure non se ne parlerà mai, come è più probabile.
Insomma, a Roma ci sono più angeli che a Berlino - ma lo si sapeva.
RispondiEliminaA guardare Castel Sant'Angelo mi manca solo la Tosca, (peccato che non abbiamo la colonna sonora) - e poi mi lamento un po' per la scarsa attenzione alla mia omonima, ma pazienza.
Giuliana, la tua omonima è, come dicono a Roma, assai caruccia e tutta la parte del film che si svolge a Fregene dimostra che era una ragazza di spirito: tiesce ad essere timida ed ardita, pecca che arrivi Aoda Rivoli, la moglie dello Sceicco Bianco a prenderla a sberle. Ma il momento in assoluto più divertente del film è la partenza da Fregene per Roma di Aida Rivoli alla guida della Lambretta. Sul sellino posteriore c'è lo Sceicco Bianco in borghese con un vestito a righe, giacca e cravatta.
RispondiEliminasaludos
Solimano